La crescita rallenta, l’inflazione no

Obbligazioni
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In Giappone, il Pil è diminuito dello 0,2% nel primo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, mentre su base annua la crescita è solo di poco positiva, a +0,2%. Dall’inizio dello scorso anno, l’economia giapponese ha alternato un trimestre di ripresa a uno di contrazione e questo è dovuto alle diverse ondate di coronavirus. Le difficoltà continueranno, però, a presentarsi anche nei prossimi mesi, soprattutto perché il rallentamento della crescita globale smorzerà le esportazioni giapponesi. A livello di mercato interno, seppur molto modesto rispetto ad altri Paesi sviluppati, l'aumento dell'inflazione, al 2,5% ad aprile, ha rallentato la spesa delle famiglie, abituate per decenni alla stabilità dei prezzi. Per quanto riguarda i tuoi investimenti, lo yen giapponese (135,34 per un euro) è stato fortemente colpito sul mercato dei cambi negli ultimi mesi e ora è significativamente sottovalutato; questo fa prevedere un significativo recupero del tasso di cambio nel medio termine. Inoltre, la presenza dei bond giapponesi riduce il rischio complessivo di un portafoglio diversificato, per via della bassa correlazione con le altre poste di portafoglio – vedi a lato. Puoi continuare, dunque, ad acquistare obbligazioni in yen per un 10% in tutte e tre le nostre strategie.
L’inflazione Giapponese, finalmente, sopra il 2%
Dopo anni e anni di inflazione inesistente, in Giappone si rivede il carovita oltre il 2%.
CINA: LA BANCA CENTRALE CORRE AI RIPARI
In Cina, gli effetti dell’aumento delle zone poste in lockdown iniziano a palesarsi sui dati macroeconomici. Ad aprile, le vendite al dettaglio sono crollate dell'11,1% su base annua – non potendo uscire di casa le persone non hanno potuto spendere - e sempre a causa delle chiusure che hanno fermato molte attività produttive il tasso di disoccupazione è salito al 6,1% e la produzione industriale è diminuita del 2,9% su base annua. Bisogna tornare all’inizio del 2020, durante la prima ondata di infezioni da coronavirus, per trovare cifre peggiori per vendite al dettaglio, produzione industriale e disoccupazione. Ed è in un contesto come questo e per cercare di sostenere l’economia che la Banca centrale cinese ha deciso di intervenire tagliando i tassi di riferimento sui prestiti a 5 anni. La sforbiciata dal 4,60% al 4,45% è la più importante effettuata dalla Banca dal 2019.
Per quanto riguarda i tuoi investimenti, sebbene i prossimi trimestri si prospettino difficili per l’economia, la Cina conserva a medio termine un significativo potenziale di sviluppo. Per questo i bond in yuan cinesi (-0,2%; 7,06 per un euro) rimangono nel nostro portafoglio difensivo per un 5%. Il prodotto da acquistare è iShares China CNY Bond ucits (+0,2%).
EUROLANDIA: TAGLIATE LE STIME DI CRESCITA
La Commissione europea ha, come di consueto, messo mano alle sue previsioni macroeconomiche per la zona euro e la revisione non poteva che comportare un taglio alle attese di crescita a causa delle conseguenze del conflitto ucraino. Ora ci si attende un Pil in crescita del 2,7% per il 2022 e del 2,3% per il 2023, in calo rispetto al 4% e al 2,7% stimato nelle previsioni dello scorso inverno.
Sul fronte inflazionistico, ora le attese parlano di un +6,1% per quest’anno, mentre per il 2023 dovrebbe attestarsi al 2,7%. Si tratta di una forte revisione al rialzo per il carovita, soprattutto per quello del 2022, visto che in inverno le previsioni erano per un +3,5% nel 2022 e un +2,7% nel 2023. Queste nuove previsioni rendono sempre più probabile un intervento della Banca centrale a luglio in fatto di tassi di interesse – e non sarà l’unico rialzo in questo 2022.
Per quanto riguarda i nostri portafogli, è confermata la presenza dei titoli di Stato e dei bond ad alto rendimento a seconda della strategia che segui. Sul lato dei prodotti, sono confermati l’Etf X-trackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (-0,4%) – per i titoli di Stato – e Amundi high yield liquid (-1%) – per i bond ad alto rendimento. n
I BTP e l’inflazione
Il rendimento del BTp a 10 anni, linea in grassetto, seppur in rialzo, è inferiore all’inflazione registrata nel nostro Paese (linea sottile).
In Italia l’inflazione ad aprile è stata pari al 6% annuo, in rallentamento rispetto al 6,5% di marzo e inferiore al 6,2% atteso.
Correlazione: cos’è?
La correlazione è una misura statistica che dice quanto sono sincronizzati i movimenti di due variabili, per esempio due mercati. La correlazione può assumere valori che vanno da 1 a -1. Se la correlazione è pari a 1, significa che due mercati, per esempio due Borse, si muovono perfettamente nella stessa direzione e con la stessa ampiezza di variazioni: se sale una, sale allo stesso ritmo anche l’altra. Con correlazione negativa, i due mercati vanno invece in senso opposto.
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