Colpi di coda sui mercati

obbligazioni
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Come ampiamente atteso, la Banca centrale giapponese (BoJ) non ha toccato i tassi, lasciandoli a -0,1%. L’Istituto di Tokyo ha anche confermato il piano di acquisti di titoli. Di base, dunque, l’impianto espansivo della politica monetaria giapponese rimane invariato. C’è stata, però, una mossa inattesa, che ha sorpreso i mercati. Tra i vari obiettivi della BoJ c’è anche quello di mantenere a zero il rendimento dei titoli di Stato decennali. Inizialmente, questa politica era accompagnata da una fascia di tolleranza dello 0,1%: la Banca centrale si impegnava a intervenire per mantenere i tassi a 10 anni tra -0,1% e +0,1%. Successivamente, la banda di tolleranza è salita allo 0,2% e, nel marzo 2021, allo 0,25%. Ma nelle attuali condizioni di mercato, in cui le altre Banche centrali stanno adottando tassi più elevati, questa banda non era più sostenibile. La Banca del Giappone ha, così, scelto di allargarla, fissandola allo 0,5%. I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi potranno dunque aumentare, ma soprattutto questa mossa può essere vista dai mercati come un inizio di ritiro degli stimoli da parte della BoJ. Tutte cose che depongono a favore di un potenziale futuro recupero dello yen. Tenendo conto di ciò e delle prospettive future anche sui tassi, l’Etf Ubs Japan Treasury 1-3y si conferma all’acquisto.
La Banca centrale cinese ha mantenuto i tassi ai minimi storici (3,65%). La decisione dimostra la volontà di proseguire con una politica monetaria accomodante, visti i problemi che la Cina deve affrontare in seguito all’aumento dei casi di Covid-19 nel Paese a livelli imprevisti. Puoi continuare a puntare sui bond in yuan con iShares China CNY Bond.
Rimanendo in Asia, la Banca centrale indonesiana ha alzato i tassi, si tratta del 5° aumento dallo scorso agosto, dal 5,25% al 5,5%. La mossa era attesa dai mercati e la decisione è arrivata per riuscire a riportare l'inflazione entro l'obiettivo nel 2023. A differenza della Borsa, i bond indonesiani non sono da acquistare.
Lo yen giapponese nei confronti dell’euro
Lo yen quota oggi su valori decisamente bassi nei confronti dell’euro. La divisa nipponica offre anche un rischio ridotto ed è una diversificazione interessante per qualsiasi portafoglio.
IL RAPPORTO USA-ZONA EURO
Nella zona euro i rendimenti sono aumentati un po’ per tutti e in modo particolare per i nostri BTp. La tendenza è destinata a perdurare, a causa dell’elevato indebitamento dei Paesi di eurolandia. Questo si tradurrà in un 2023 particolarmente ricco in termini di offerta di obbligazioni, perché si dovranno emettere un maggior numero di titoli per finanziare il maggior debito. A questo aumento dell’offerta non farà, però, da contraltare un aumento della domanda. Prima di tutto perché di fronte all'elevata inflazione, al calo dei salari reali e all'erosione del potere d'acquisto, le famiglie tenderanno ad attingere dai loro risparmi e quindi avranno meno soldi da investire. Ma ancora più importante, perché nel 2023 la Bce inizierà a ridurre il proprio bilancio – quando andranno in scadenza i titoli che ha in portafoglio ne ricomprerà meno rispetto all’importo rimborsato. Ovviamente questo impatterà maggiormente sui titoli dei Paesi più fragili, come l’Italia, ma l'aumento dei tassi di interesse nell'area euro consente una riduzione del differenziale tra i rendimenti europei e quelli americani e permette di ridare un po’ di forza alle quotazioni dell’euro.
Bisogna, quindi, abbandonare gli investimenti in dollari? No. È infatti probabile che l'apprezzamento dell'euro, benvenuto in una logica di lotta all'inflazione, sia solo di breve durata. Questo per tre motivi. In primo luogo, perché la Fed ha comunque annunciato un livello dei tassi d’interesse più alto di quello previsto, il che significa che il differenziale rimarrà ancora favorevole al dollaro Usa. In secondo luogo, perché le prospettive per l'economia americana sono molto più promettenti di quelle di eurolandia. Infine, a tutto ciò si aggiunge la possibilità di tensioni nei mercati obbligazionari, che sicuramente preoccuperanno gli investitori e che preferiranno ripiegare sul dollaro Usa. Per tutti questi motivi, viste anche le prospettive sui tassi ufficiali e sui rendimenti di mercato, confermiamo il consiglio sul dollaro Usa, così come quello sui bond europei, e anche il posizionamento sulle scadenze brevi, tanto più che per molti Paesi i tassi sono più alti sulle scadenze brevi che su quelle lunghe.
Entrando nello specifico dei prodotti, per la zona euro puoi continuare a puntare su un mix di BTp e altri titoli di Stato della zona euro. In alternativa, puoi scegliere l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3. Rimangono consigliati anche i prodotti in dollari Usa: puoi comprare, per i titoli di Stato Usa, l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B e, per i titoli ad alto rendimento, un prodotto a scelta tra AXA WF US Dynamic HY bonds A oppure iShares $ High Yield Corp Bond.
La Banca centrale inglese ha fatto sapere che l’economia britannica rischia di cadere nella peggiore recessione degli ultimi 100 anni. Nel frattempo, nel terzo trimestre l’economia britannica si è contratta dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. I bond in sterline non sono da acquistare.
Infine, rimangono confermate anche la corona svedese, con Nordea 1 swedish short term bond, quella norvegese, con Nordea 1 norwegian bond BP, e il real brasiliano, con HSBC GIF Brazil Bond AC USD (o in alternativa con i bond di pagina 13).
BTP: QUANTO SONO SALITI I RENDIMENTI
I tassi dei nostri BTp sono saliti velocemente nell’ultimo anno e questo vale per le scadenze a 7-10 anni (linea in grassetto), per quelle a 5-7 anni (linea sottile) e anche per quelle a 1-3 anni (linea intermedia).
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