La settimana delle obbligazioni: cosa ne sarà dei tassi?

Come sono andati i mercati obbligazionari?
Come sono andati i mercati obbligazionari?
IL DILEMMA
Quanto è successo nelle ultime due settimane negli Stati Uniti con il fallimento della banca SVB e in Europa con le vicissitudini di Credit Suisse hanno costretto le Banche centrali a ragionare sulla loro politica monetaria. Proseguire con la linea tracciata da diverso tempo, e quindi con tassi in rialzo, oppure, se non addirittura fermarsi, diventare almeno meno aggressive? Una decisione che le Banche centrali devono prendere stando in mezzo a due fuochi. Da una parte ci sono eventi che possono minare la stabilità del settore bancario e contagiare anche l'intera economia, ma dall’altra c’è l'inflazione che continua ad essere elevata e il fatto che un carovita troppo alto e per un periodo di tempo troppo lungo causa anch’esso danni molto importanti all'economia e alle persone.
LA FED
Partiamo dalla Fed, la Banca centrale Usa, che si riunirà questa settimana e che è stata la prima a doversi confrontare con i problemi del sistema bancario in ordine temporale. L'evoluzione dei dati sull'inflazione non aiuta realmente la Banca centrale Usa ad aumentare il suo margine di manovra. A marzo l'inflazione ha fatto segnare un aumento annuo del 6% e un aumento di "solo" lo 0,4% rispetto al mese precedente – tutti dati comunque in linea con le attese. Come in Europa, questa minore pressione sui prezzi al consumo è dovuta al calo dei prezzi dell'energia (-0,6% rispetto al mese precedente e +5,2% su un anno). D'altra parte, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 9,5% in un anno e quelli dei servizi del 7,3%. Si tratta di un'inflazione diffusa a tutti i settori dell’economia, ben al di sopra degli obiettivi della Fed, che le autorità avranno difficoltà a contenere. Ma che cosa farà, allora, la Banca centrale Usa? Guardando alle attese dei mercati, per questa riunione c'è il 62% di possibilità che la Banca centrale Usa alzi i tassi dello 0,25% com’era preventivato da tempo. Quanto successo alla banca SVB, quindi, non porterà modifiche alla politica monetaria della Fed? Sempre guardando alle attese di mercato in realtà lo farà. Infatti, dopo il rialzo che potrebbe arrivare questa settimana, le attese sul livello dei tassi americani si sono fortemente abbassate per i prossimi mesi. Al momento, dato il livello di grande incertezza, e visto che i rendimenti a breve sono più alti di quelli a scadenze medio-lunga, confermiamo la nostra strategia sui bond in dollari.
LA BCE
La Bce ha deciso di aumentare i tassi dello 0,5%, portandoli così al 3,5%. Le dichiarazioni dei giorni scorsi sul fatto che il sistema bancario europeo sia dotato di una buona capacità di resistenza sembravano quasi delle giustificazioni per proseguire con il rialzo dei tassi. E così, alla fine, è stato. Non è ovviamente mancata una nota su quanto sta accadendo, con la quale la Bce si è detta pronta a intervenire dove e se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro, pur ribadendo il solito concetto: il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità. La Bce ha voluto sottolineare, anche al fine di tranquillizzare i mercati, che dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro. Dopo questa rassicurazione, la Bce ha deciso anche di eliminare qualunque indicazione sul futuro dei tassi: troppa l’incertezza al momento su cosa accadrà. Si procederà un passo alla volta, o meglio, una riunione alla volta. In base ai dati che usciranno, si deciderà cosa fare. C’è stato, però, un cambiamento nei termini usati dalla Bce che fa sperare i mercati. Nel comunicato di febbraio era stato detto che si sarebbe continuato ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante. Questa frase nel comunicato della settimana scorsa è scomparsa, lasciando spazio solo al fatto che si procederà con decisioni prese volta per volta. In generale, dunque, la sensazione del mercato è quella che la Bce userà un approccio più prudente in fatto di tassi d’interesse. Per quanto riguarda gli investimenti, al momento, confermiamo comunque la nostra strategia anche sulle obbligazioni in euro.
IL FONDO SUI SUBORDINATI
Sul n° 1443 e 1477 ti avevamo consigliato in ottica speculativa il fondo Lazard capital fi sri rd (118,35 euro; Isin FR0010952796). Nelle ultime due settimane, da quando sono iniziati i problemi con le banche, ha ovviamente perso terreno (-7,6%). Quando te lo abbiamo consigliato ti avevamo detto che potevi comprarlo solo se eri conscio che si trattava della speculazione più rischiosa possibile in ambito obbligazionario e ovviamente la quota da dedicargli doveva essere ridotta –fa parte degli altri investimenti speculativi extra-portafoglio, che tutti insieme, non solo questo fondo, devono pesare al massimo per il 10% del patrimonio totale. Per cui, se lo hai acquistato seguendo le nostre indicazioni, il peso della perdita che stai subendo in rapporto all’intero patrimonio è limitato grazie alla diversificazione. Mantieni.
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