La settimana delle obbligazioni: cali che non convincono

Come sono andate le obbligazioni?
Come sono andate le obbligazioni?
La Banca centrale europea ha dichiarato che per le sue scelte guarderà i dati che di volta in volta usciranno e che diranno come va il carovita; per questo, la comunicazione sull’inflazione di marzo era molto attesa. Nell’area euro è calata dall’8,5% al 6,9%, contro attese di un 7,1%, ma attenzione: è dovuto al calo del costo dell’energia, perché è stato proprio nel marzo 2022 che i prezzi dell'energia sono saliti vertiginosamente in Europa dopo l'inizio della guerra in Ucraina. C'era, quindi, da aspettarsi che a fronte di prezzi già molto elevati a marzo 2022, la dinamica inflattiva sarebbe stata meno significativa di quella registrata nei mesi precedenti. Il vero problema è che l’inflazione di fondo non demorde, anzi: è salita dal 5,6% al 5,7%. Per cui, tenendo conto anche di quanto detto dalla Bce la scorsa settimana, e cioè che saranno intransigenti nel combattere l’inflazione, i rialzi dei tassi non sembrano finiti: si procederà, ma più lentamente. Sono confermati i consigli sulle obbligazioni della zona euro: per i bond ad alto rendimento euro compra Xtrackers II eur High Yield Corporate Bond 1D (+1,5%) e per i titoli di Stato Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (-0,3%).
COSA FARANNO IN GIAPPONE?
C’è molta attesa per le mosse del nuovo governatore della Bank of Japan (BoJ), la Banca centrale giapponese: il mercato si interroga se con il cambio al vertice ci sarà anche un cambio di politica monetaria. Per ora il nuovo governatore si è limitato a dire che quando arriverà il momento per la BoJ di adeguare il suo programma di controllo della curva dei rendimenti delle obbligazioni, potrebbe farlo “come una sorpresa”. Il motivo è, però, semplice: il governatore ritiene difficile far cambiare in anticipo il prezzo di mercato annunciando preventivamente un cambio di strategia sui bond. Insomma, non essendo utile annunciarlo in anticipo, tanto vale non farlo. I bond in yen continuano a essere all’acquisto con Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,9%).
USA: ASPETTATIVE SBAGLIATE?
Negli Usa il dato definitivo sul Pil del quarto trimestre ha fatto segnare un +2,6%, solo leggermente sotto il +2,7% previsto: un dato che non scalfisce di molto la crescita a stelle e strisce. Più indicativo l’ultimo dato sull’indice dei prezzi sui consumi personali, l'indicatore preferito dalla Fed per misurare il carovita, che a marzo è al 5% e rimane dunque ben sopra l'obiettivo del 2% - seppur in calo. Ed è proprio sull’inflazione che si giocano le sorti dei tassi. Per quanto riguarda le attese sulle mosse della Fed, il mercato si sta muovendo in una direzione diversa da quella comunicata dalla Banca centrale Usa due settimane fa. La Fed, infatti, per il 2023 vede un livello dei tassi stabile al livello attuale o al più con un ulteriore rialzo dello 0,25% - vedi n° 1504 – e ha anche detto che nel 2023 non ci saranno tagli ai tassi: arriveranno nel 2024. I mercati si attendono, però, che i tassi vengano tagliati già in questo 2023: per dicembre, infatti, stimano con una probabilità del 98% un livello inferiore a quello attuale. Per quanto riguarda le strategie d’investimento, puoi continuare a investire sui titoli di Stato Usa, con l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (-1,6%) e anche sui titoli ad alto rendimento, per i quali però da questa settimana c’è una novità: l’Etf iShares $ High Yield Corp Bond (+1,4%) si conferma all’acquisto, mentre il fondo AXA WF US Dynamic HY bonds A passa a mantenere.
INFLAZIONE PCE
Negli Usa l’inflazione PCE, cioè quella sulle spese personali, è calcolata sulla base di un paniere di beni e servizi che varia di mese in mese in base alle abitudini di spesa dei consumatori. L’inflazione dei prezzi al consumo (IPC) è, invece, calcolata su un paniere fisso, che cambia ogni due anni. Per questo, l’inflazione PCE riflette meglio l’evolversi del carovita, e quanto pesa sui consumatori, rispetto a quella IPC.
CINA: ATTIVITÀ IN MIGLIORAMENTO
In Cina i dati mostrano che la ripresa economica continua ed anzi accelera. L’indice Pmi composito, che tiene conto sia del settore manifatturiero sia di quello non manifatturiero, si è attestato a 57 punti, in aumento dal 56,4 di febbraio – posizionandosi così nettamente al di sopra dei 50 punti che rappresenta lo spartiacque tra attività in espansione e in contrazione. La maggior parte di questo risultato è dovuto all’andamento del settore non manifatturiero, il cui indice è salito fino a 58,2 punti, il livello più alto da maggio 2011. Il Pmi manifatturiero è stato al di sopra delle previsioni, a 51,9 (rispetto a 51,5), anche se è leggermente diminuito rispetto al livello di febbraio. Puoi continuare ad investire in bond in yuan cinesi con l’Etf iShares China CNY Bond (-0,9%).
GLI ALTRI PRODOTTI
Bond in corone svedesi: Nordea 1 sw. st bond (-0,7%)
Bond in real brasiliani: HSBC GIF Bra. Bo. AC USD (+2,7%)
Bond in corone norvegesi: Nordea 1 norw. bond BP (-1%)
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