La settimana delle obbligazioni: in arrivo la tornata di maggio

Fed e Bce pronte al rialzo
Fed e Bce pronte al rialzo
Nel primo trimestre di quest’anno la Cina è cresciuta più delle attese: è quanto emerge dal dato sul Pil dei primi tre mesi dell’anno, in crescita del 4,5% contro attese di un +4%. Buone notizie arrivano anche dai consumi, con le vendite al dettaglio aumentate del 10,6% a marzo rispetto all'anno precedente, il più grande aumento da giugno 2021. In questo caso il dato è stato nettamente più alto di quanto atteso (+7,4%). Ci sono, però, dei dati che invitano ancora alla prudenza. Per esempio, la produzione industriale ha fatto segnare un +3,9% a marzo, meglio del 2,4% del mese precedente, ma ancora sotto le attese (+4%). C’è, poi, il dato sugli investimenti fissi, che sono risultati in rallentamento dal mese precedente. A marzo la crescita è stata del 5,1%, contro il 5,5% di febbraio e il 5,7% atteso dal mercato. Gli investimenti immobiliari sono ancora in ritardo e hanno mancato le aspettative, e questo contribuisce a rinforzare le preoccupazioni circa il fatto che il rimbalzo del mercato immobiliare potrebbe essere di breve durata, poiché gli investimenti non stanno riprendendo a crescere. Inoltre, i deboli dati sull’inflazione – vedi n° 1507 – sono un sintomo che la domanda interna è ancora debole. In questa situazione, si dibatte se arriveranno o meno nuovi stimoli. L’inflazione bassa lascia la porta aperta alla possibilità di intervenire, tagliando i tassi, senza alcun tipo di problema. I dati sul Pil, invece, mostrano una possibile ripresa in atto che potrebbe non richiedere aiuti per il momento: meglio temporeggiare e vedere l’evolversi della situazione. Questa sembra proprio la posizione sposata dalla Banca centrale cinese, che ha lasciato i tassi invariati al 3,65% per la scadenza a un anno e al 4,3% quella a cinque anni, che funge da riferimento per il costo dei mutui. Confermato l’acquisto dei bond in yuan.
EUROZONA: ANCORA TRE RIALZI?
Le dichiarazioni che provengono dalla Banca centrale europea vanno tutte in un'unica direzione: il rialzo dei tassi continuerà. Il governatore della Bce ha, infatti, detto che continuano a persistere le pressioni inflazionistiche dovute a un mercato del lavoro più resistente del previsto e all'aumento di salari. Tuttavia, non sono le uniche dichiarazioni significative quelle arrivate direttamente dal capo della Bce. Sono stati, infatti, diversi i membri del consiglio a esprimersi sul futuro dei tassi della zona euro. Le dichiarazioni possono essere sintetizzate nel modo seguente.
Se il quadro che si delineerà nei prossimi mesi è allineato alle stime, bisognerà continuare ad alzare i tassi, anche se la maggior parte degli aumenti sono stati fatti. Ma di quanto saranno questi futuri aumenti? Il mercato prevede che il tasso sui depositi della Bce possa arrivare al 3,75%: essendo oggi al 3%, ci sono ancora rialzi per un totale di uno 0,75%. Tenendo conto che il ritocco del tasso ufficiale è solitamente di entità pari di quello sui depositi, ciò implica che i tassi ufficiali dall’attuale 3,5% possano arrivare al 4,25%. I tassi dovrebbero, poi, rimanere fermi su quel livello per un periodo di tempo abbastanza prolungato - c'è anche chi prevede che possano essere su quel livello per circa un anno. Nella riunione del prossimo maggio è, quindi, praticamente scontato che ci sarà un altro aumento dello 0,25%, seguito con molta probabilità da un altro rialzo dello 0,25% nella riunione di giugno. Il terzo, eventualmente, potrebbe arrivare a luglio o al più a settembre. Dopo tutto la Bce ha dichiarato chiaramente qual è il meccanismo che vuol seguire per combattere l’inflazione: con un costo del denaro a un livello sufficientemente alto, si fa rallentare la crescita, dunque, rallenta la domanda e di conseguenza lo fa anche l’inflazione. Tirando le fila, quanto detto non rappresenta alcuna novità rispetto alle previsioni di cui ti parliamo da tempo, per cui confermiamo il consiglio di acquisto sui titoli di Stato e suoi bond ad altro rendimento della zona euro.
IL BOLLETTINO SULL’ECONOMIA USA
Secondo quanto riportato nel Beige book, il bollettino della Fed sullo stato di salute dell’economia a stelle e strisce, l’attività è rimasta in stallo nelle ultime settimane, con il rallentamento delle assunzioni e dell'inflazione e la riduzione dell'accesso al credito. Questa dinamica potrebbe rinvigorire le previsioni per una caduta in recessione in questo 2023 e probabilmente rafforza le possibilità che la Fed interrompa la serie di rialzi dei tassi di interesse dopo un aumento dello 0,25% nella prossima riunione di maggio. Anche in questo caso, al momento non ci sono vere novità: confermati dunque gli acquisti sui titoli di Stato Usa e sui bond ad alto rendimento.
IL CAROVITA GIAPPONESE E LA BANCA CENTRALE
In Giappone, l’inflazione di marzo, attesa stabile al 3,1% di febbraio, è risultata essere proprio pari al 3,1% - ancora sopra il 2%. Cresce, dunque, l’attesa per le decisioni imminenti della Banca centrale, ma il consiglio rimane di acquistare i bond in yen.
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