La settimana delle obbligazioni: tra pause e accelerazioni

Il punto settimanale sulle obbligazioni
Il punto settimanale sulle obbligazioni
Come ampiamente atteso dal mercato, la Banca centrale Usa (Fed) ha alzato i tassi dello 0,25%, portandoli tra il 5% e il 5,25%, ma ha lasciato intendere che potrebbe essere l'ultima mossa della campagna di inasprimento più aggressiva dagli anni '80 mentre i rischi economici aumentano – vedi a lato. Se fino alla riunione precedente, quella di marzo, la Fed dava per scontato che altri rialzi sarebbero stati necessari, ora per procedere con un aumento del costo del denaro bisogna vedere se ci sono le motivazioni e nel caso valutarne gli effetti. La Fed non ha, dunque, preso un impegno definitivo sul non alzare più i tassi, ma ha voluto anticipare il possibile inizio di un periodo di pausa per la politica monetaria Usa. Il mercato, però, sembra essere andato oltre. Le attese sono per tassi fermi nella prossima riunione di giugno, ma già da quella di luglio si prevede un taglio con il 35% di probabilità, percentuale che sale per le riunioni dei mesi successivi (a settembre è al 75%). Insomma, la Fed dice che i tassi forse si fermeranno e in passato ha più volte ribadito che dopo la fine del ciclo di aumenti si sarebbe avuto un periodo prolungato con tassi fermi, ma il mercato già vede un costo del denaro più basso a fine anno. Per quanto riguarda i prodotti per investire sulle obbligazioni Usa, oltre ai bond, per i titoli di Stato puoi comprare l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (+0,5%). Per i bond alto rendimento Usa il prodotto da scegliere è iShares $ High Yield Corp Bond (-0,6%).
LE BANCHE CENTRALI EUROPEE…
Il rialzo dello 0,25% era scontato per questa riunione della Bce e alla fine così è stato. I tassi ufficiali ora sono al 3,75%. Secondo la Banca centrale europea le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate e per un periodo di tempo troppo lungo. L'inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, ma le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti e, in generale, si può dire che le informazioni che stanno arrivando dai diversi dati macroeconomici sono in linea con le stime formulate dalla Bce. Questo è un elemento chiave, perché un’inflazione in linea con le attese dell’Istituto di Francoforte ha un riflesso pratico sulle sue decisioni. In sintesi, altri rialzi sono all’orizzonte. Quanti saranno? Stando alle attese dei mercati, ne arriverà ancora uno, con tutta probabilità già nella riunione del prossimo giugno, e sarà pari allo 0,25%. Successivamente, non è escluso, benché non sicuro, un altro rialzo dello 0,25%, a luglio o al più a settembre. Alla fine i tassi saranno, a meno di sorprese, sicuramente al 4%, se non addirittura al 4,25%. Tirando le fila, la riunione della Bce non ha apportato novità rispetto alle previsioni di cui ti parliamo da tempo e a quanto comunicato in questi mesi. Per cui, confermiamo il consiglio di acquisto sui titoli di Stato e sui bond ad altro rendimento della zona euro. Per quanto riguarda i titoli di Stato, puoi acquistare direttamente bond. Se preferisci invece acquistare un singolo prodotto per puntare sui titoli di Stato della zona euro, puoi sempre scegliere l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzn Gv Bd YP 1-3 (+0,2%). Sono confermati anche i bond ad alto rendimento dell’eurozona con l’Etf Xtrackers II High Yield Corp. Bd 1D (-0,1%).
Anche la Norges Bank, la Banca centrale norvegese, ha alzato i tassi dello 0,25%, come da attese. L'inflazione è infatti nettamente al di sopra dell'obiettivo: a marzo, i prezzi al consumo mostravano una crescita annua del 6,5%. Gli alti prezzi dell'energia sono un fattore chiave dell'inflazione, ma anche i prezzi di altri beni e servizi sono aumentati rapidamente. Inoltre, la maggiore crescita salariale e il deprezzamento della corona contribuiranno a mantenere elevata l'inflazione. Se la corona rimarrà più debole del previsto o le pressioni nell'economia persisteranno, potrebbe essere necessario un tasso più alto di quanto previsto in precedenza (al 3,5%). Con tutta probabilità, quindi, a giugno arriverà un altro rialzo dei tassi, ma potrebbe non essere l’ultimo, con la Banca centrale costretta a un livello più alto rispetto a quanto prospettato in precedenza. I bond in corone norvegesi sono confermati e puoi puntarci con il fondo Nordea 1 norwegian bond BP (+1,1%) o Wisdomtree Long Nok Short Eur (+1,1%).
…E QUELLA BRASILIANA
La Banca centrale brasiliana ha mantenuto, come da attese, il suo tasso di interesse fermo al 13,75% per la sesta riunione consecutiva, ma rispetto alle dichiarazioni precedenti ha voluto fare una piccola concessione, dicendo che un nuovo aumento dei tassi è meno probabile. Questo non significa assolutamente che nel prossimo futuro la Banca centrale inizierà ad abbassare i tassi: ha solo voluto dire che la probabilità di avere un altro aumento nel costo del denaro è inferiore a quanto avveniva in passato, nulla di più. Dopo tutto, non è ancora tempo di abbassare la guardia, e di conseguenza i tassi, nei confronti dell’inflazione. Troppe, infatti, sono ancora le incognite che gravano sull’evoluzione dei prezzi. Se le cose dovessero proseguire in linea con le stime della Banca centrale, lo scenario è quello di un periodo di tempo - di diversi mesi - con tassi fermi al 13,75%. Il real brasiliano è confermato nei nostri portafogli e puoi investirci con i bond oppure con il fondo HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+1,1%).
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