La settimana delle obbligazioni: stretti tra inflazione e Pil

Il punto sui mercati finanziari
Il punto sui mercati finanziari
Il calo dei prezzi dell'energia, un mercato del lavoro vigoroso e la riduzione dei ritardi nell'approvvigionamento di materie prime hanno sostenuto una crescita moderata nella zona euro nel primo trimestre (+0,1% trimestrale per il Pil e +1,3% a livello annuale), che dovrebbe protrarsi nel secondo trimestre. Per questo, la Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime di crescita: +1,1% nel 2023 e +1,6% nel 2024 (in febbraio le stime erano rispettivamente per un +0,9% e un +1,5%). Per quanto riguarda l’inflazione, ora ci si aspetta un carovita al 5,8% nel 2023 e al 2,8% nel 2024, contro stime precedenti di +6,1% e +2,7%. Di sicuro la leggera revisione per il 2023 non porterà nessun cambiamento nelle scelte della Bce, che anzi ha fatto sapere, nel suo bollettino economico, che l’effetto dei rapidi rialzi dei tassi hanno raffreddato l'inflazione in modo modesto lo scorso anno, mentre l'impatto maggiore è previsto solo nel 2024, per cui la Bce andrà avanti per la sua strada. Per quanto riguarda i titoli di Stato, acquista i bond, scegliendo tra quelli che trovi sul nostro sito. Se preferisci, invece, acquistare un singolo prodotto per puntare sui titoli di Stato della zona euro, puoi sempre scegliere l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzone Govv. Bond YP 1-3 (-0,1%). Sono confermati anche i bond ad alto rendimento della zona euro con l’Etf Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,5%).
LA CINA PERDE SLANCIO?
I dati provenienti dalla Cina mostrano un’economia che sta perdendo lo slancio mostrato nei primi mesi dell’anno. Produzione industriale, vendite al dettaglio e gli investimenti fissi ad aprile sono, infatti, cresciuti a un ritmo più lento di quanto atteso e vanno ad aggiungersi, come segnali di rallentamento, a quelli arrivati dai prezzi due settimane fa (vedi n° 1511).
La produzione industriale è aumentata del 5,6% ad aprile rispetto all'anno precedente, mancando così nettamente le attese fissate al 10,9%. Anche le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un aumento (+18,4%) inferiore alle previsioni del 21,9% e gli investimenti hanno fatto segnare un +4,7% contro il +5,7% delle aspettative. Anche l’unico dato che ha sorpreso in positivo, quello sulla disoccupazione (al 5,2% dal 5,3% di marzo che era anche il livello atteso), porta con sé una notizia non positiva. Il tasso di disoccupazione giovanile è salito al massimo storico del 20,4%, segno che la ripresa post-pandemia non è tale da assorbire i milioni di nuovi ingressi nel mercato del lavoro. La Banca centrale cinese ha fatto sapere che potrebbe fornire un maggior supporto all’economia per la prima volta da quasi un anno. Quanto agli investimenti obbligazionari in Cina, il prodotto per puntare sui bond in yuan è sempre iShares China CNY Bond (-0,1%).
MOODY’S RINVIA IL GIUDIZIO
Il giudizio di Moody’s sui conti italiani era molto atteso, perché il più ”pericoloso”, visto che c’era la possibilità di un declassamento che avrebbe portato i titoli dell’Italia a diventare titoli speculativi – o “spazzatura” come sono soliti essere chiamati i bond che non sono investment grade. Alla fine non è successo nulla, perché Moody’s ha deciso di rinviare il giudizio sull’Italia, che dunque rimane a Baa3 – l’ultimo gradino dell’investment grade – e con outlook negativo – in futuro cioè il rating potrà essere rivisto al ribasso.
GIAPPONE: PIL PIÙ ALTO DEL PREVISTO, COME L’INFLAZIONE
L’economia giapponese ha saputo correre più del previsto nel primo trimestre, con un Pil in crescita dell’1,6% su base annua e dello 0,4% su base trimestrale – le attese, erano, rispettivamente, per un +0,7% e un +0,1%. Il Giappone continua, così, ad alternare periodi di contrazione e di crescita dopo la pandemia. A spingere il Pil è stata la domanda interna, con i consumi delle famiglie che hanno corso più delle attese, mentre la domanda estera è stata negativa. Questo risultato è migliore rispetto alle previsioni di crescita elaborate dalla Banca centrale giapponese e fa aumentare le discussioni se possa arrivare presto un cambio di politica monetaria. Sull’economia giapponese, tuttavia, gravano ancora delle zavorre. Come dimostrato dai dati sul commercio estero, la domanda globale più debole pesa negativamente sulla crescita, e un possibile ulteriore rallentamento potrebbe farlo ancora di più. Inoltre, i consumi sono stati sostenuti da una crescita dei salari, ma resta da vedere se questa crescita continuerà e riuscirà a tenere il passo dell’inflazione. I prezzi, infatti, hanno mostrato un’accelerazione nel Sol Levante. Ad aprile, il carovita annuo è salito al 3,5% dal 3,2% di marzo (attese a +2,5%), ma il dato più significativo è quello dell’inflazione al netto degli alimentari freschi, l’indicatore preferito della Banca centrale giapponese, salita al 3,4%, come da attese, dal 3,1%. L’aumento di questo indicatore rafforza le ipotesi secondo cui la Banca centrale dovrebbe aumentare le sue previsioni sui prezzi per i prossimi anni e di conseguenza alimenta l’idea che si possa assistere a un aggiustamento della politica monetario già dal prossimo luglio. Per i bond in yen giapponesi continuiamo a consigliarti Ubs Japan Treasury 1-3y (-1,2%).
SVEZIA: A GIUGNO ANCORA UN RIALZO
Rimanendo sul tema inflazione, in Svezia il carovita ad aprile ha mostrato qualche segno di indebolimento. L’indicatore dei prezzi di cui tiene conto la Riksbank (la Banca centrale svedese), calcolato escludendo i prezzi dell’energia, continua a mostrare una traiettoria discendente. Ad aprile è stato pari all’8,4%, rispetto all’8,9% di marzo e al 9,3% di febbraio. Dopo il rialzo pari allo 0,5% operato ad aprile, ora questi dati portano a pensare che i futuri ritocchi dei tassi, che ci saranno ancora, possano essere di entità minore. A giugno, ci sarà ancora un rialzo, ma dello 0,25%. Per i bond in corone svedesi puoi scegliere Nordea 1 swedish short term bond (-1,2%) o Wisdomtree Long Sek Short Eur (-0,6%).
USA: TRA DEBITO E TASSI
Negli Stati Uniti a tenere banco sono due argomenti: il consueto dibattito sui tassi d’interesse e quello sul tetto del debito. Per quanto riguarda quest’ultimo, la scorsa settimana si sono alternati momenti di ottimismo a momenti più difficili – c’è stata anche una temporanea sospensione dei colloqui. Al momento accordi non ce ne sono, ma le due fazioni stanno lavorando alacremente perché trovare la cosiddetta “quadra”. Quanto ai tassi, il governatore della Fed ha ammesso che, pur non essendo ancora stata presa una decisione, gli aumenti del costo del denaro potrebbero conoscere una pausa. Per quanto riguarda i prodotti per investire sulle obbligazioni Usa, oltre ai bond che trovi a pagina 13 e sul sito, per i titoli di Stato puoi comprare l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (invariato). Per i bond alto rendimento Usa il prodotto da scegliere è invece iShares $ High Yield Corp Bond (-2,8%).
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