La settimana delle obbligazioni: Bce aggressiva, Fed attendista

La settimana sui mercati obbligazionari
La settimana sui mercati obbligazionari
Dalla zona euro continuano ad arrivare segnali, sia sotto forma di dati economici sia sotto forma di dichiarazioni, secondo cui i tassi potrebbero anche andare oltre le attese fin qui formulate. Prima di tutto ci sono alcuni dati provenienti dalle attività economiche che rappresentano possibili pressioni sui prezzi. Il mercato del lavoro rimane piuttosto rigido e la crescita dei salari è in costante aumento. Se poi a questo si aggiunge che la produttività è scarsa, la combinazione di bassa produttività e salari in aumento determina un aumento del costo del lavoro per le imprese, che si rifletterà sull’inflazione. A questo bisogna, poi, aggiungere che nella zona euro i servizi mostrano ancora una fase di espansione, seppur in fase di leggero rallentamento, con una crescita che traina l’intera industria controbilanciando la debolezza del settore manifatturiero. L'attività complessiva è, infatti, solo leggermente diminuita, a 53,3 punti a maggio da 54,1 punti in aprile, mantenendosi ampiamente sopra i 50 punti, spartiacque tra espansione e contrazione. Il settore dei servizi mostra un dato ancora più alto, a 55,9 punti a maggio contro i 56,2 di aprile, con le imprese che rimangono fiduciose, soprattutto perché continuano a trasferire gli aumenti dei costi sui prezzi finali di vendita, preservando i loro margini di profitto. Più in difficoltà, invece, l'industria manifatturiera. Con soli 44,6 punti (rispetto ai 45,8 del mese precedente), l'indice manifatturiero è ai minimi da 36 mesi, ovvero il periodo segnato dai lockdown pandemici.
Ci sono, poi, le dichiarazioni che provengono dalla Bce. Il governatore dell’Istituto di Francoforte ha detto che il processo di rialzi non è ancora completo e i dati economici attuali non giustificano una pausa, comunicando quindi l’intenzione di continuare ad alzare i tassi. Non si è, però, sbilanciata sul livello finale che raggiungerà il costo del denaro. Sicuramente a giugno la Bce alzerà i tassi dello 0,25% ed è oramai scontato un altro rialzo dello 0,25% a luglio. Successivamente potrebbe esserci ancora un ritocco a settembre. All’interno della Bce c’è chi, infatti, ha detto che vede corretto un rialzo totale dello 0,75% nel costo del denaro e chi ha detto che il picco dei tassi arriverà nelle prossime tre riunioni. Per i tuoi investimenti sui bond della zona euro, continua a comprare i titoli che trovi sul sito, oppure, se preferisci, l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzone Gov. Bond YP 1-3. Sono confermati anche i bond ad alto rendimento della zona euro con l’Etf Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D.
BTP VALORE: PASSA SUL SITO
Giovedì 1° giugno saranno comunicate le cedole del BTp Valore. Troverai sul nostro sito la notizia e, ovviamente, cosa fare con questo titolo di Stato.
Gli Stati Uniti sono nella morsa delle decisioni della Fed, ma anche di quelle della politica con le discussioni sul tetto del debito. Partiamo dalla Banca centrale. Il dibattito degli ultimi tempi è: la Fed farà una pausa nel rialzo dei tassi oppure no? Le dichiarazioni del governatore Powell e i verbali dell’ultima riunione tenuta a maggio vanno nella direzione di una pausa – la maggior parte dei membri della Fed ritiene che nella prossima riunione non ci sia bisogno di un ulteriore rialzo nei tassi. Solo un paio di esponenti ritengono che si debba andare avanti, e anche di molto, nell’inasprimento della politica monetaria. C’è, però, da chiarire un aspetto: pausa non significa fine. Anche se rimarrà fermo a giugno, successivamente il costo del denaro negli Usa potrà ancora essere alzato. Non fare nulla con i tassi a giugno consentirebbe alla Fed di guadagnare tempo, avendo a disposizione un maggior numero di dati provenienti dall’economia e sapendo anche cosa è successo con il debito Usa. In assenza di preoccupazioni per il sistema bancario e per il tetto del debito, i dati economici da soli suggerirebbero che è necessario continuare ad alzare i tassi. Un default Usa porterebbe, invece, un’ondata di instabilità davanti al quale la Fed non potrebbe non intervenire. Fitch ha messo per esempio sotto osservazione, con possibilità di taglio da AAA a AA-, il rating degli Usa.
NUOVA ZELANDA: STOP AI RIALZI
La Banca centrale della Nuova Zelanda ha aumentato i tassi al 5,5%, in linea con le attese, ma ha sorpreso i mercati con l’annuncio che non si aspetta ulteriori aumenti in futuro. Il dollaro neozelandese non è da acquistare.
Questa decisione ha messo ancora più sotto pressione i politici Usa, che continuano a dichiararsi ottimisti sul fatto che, alla fine, un accordo si troverà. Una cosa, però, è certa: i mercati hanno modificato le loro attese per il futuro dei tassi. Per giugno anche loro danno molto probabile una pausa, ma rispetto a qualche settimana fa hanno fortemente ridotto le loro attese per un taglio dei tassi in questo 2023. Per esempio, un mese fa i mercati prevedevano un taglio dei tassi a settembre con l’80% di probabilità, ora per poco più del 10%. Per quanto riguarda i prodotti per investire sui bond Usa, oltre ai bond che trovi a pagina 13 e sul sito, per i titoli di Stato puoi comprare l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B. Per i bond alto rendimento Usa, il prodotto da scegliere è iShares $ High Yield Corp Bond.
COREA DEL SUD: DUBBI SULLA CRESCITA
Tassi fermi anche per la Banca centrale coreana (al 3,5%, come da attese), ma l’Istituto solleva preoccupazioni per la crescita. I bond in won non sono da acquistare – la Borsa della Corea del Sud è, invece, presente nel portafoglio neutro e dinamico.
CINA: BANCA CENTRALE FERMA
La Banca centrale cinese ha lasciato invariati i propri tassi d'interesse: si tratta del nono mese consecutivo senza cambi. I tassi di finanziamento a 1 anno e 5 anni rimangono, rispettivamente, al 3,65% e al 4,3%. Si tratta di una decisione attesa dal mercato. Quanto agli investimenti obbligazionari in Cina, il prodotto per puntare sui bond in yuan è sempre iShares China CNY Bond.
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