Tra rialzi e pause che sanno di rincorsa

Obbligazioni
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Partendo dagli Stati Uniti, la Fed ha lasciato i tassi d’interesse invariati in un intervallo tra il 5% e il 5,25%, come era stato ampiamente anticipato, ma ha anche preannunciato la possibilità di alzare nuovamente il costo del denaro nel 2023. La Banca centrale Usa ha, così, deciso di prendersi una pausa dopo ben 10 rialzi di fila, per rallentare il ritmo della stretta, ma non per concluderla. Il governatore Powell ha spiegato che questa pausa consente alla Fed di raccogliere più informazioni per prendere le dovute decisioni e concedere all'economia un po’ più di tempo per adattarsi e recepire gli effetti dei rialzi dei tassi. È, però, anche vero che con i dati economici più forti del previsto e i progressi sull’inflazione più lenti, i funzionari della Fed hanno alzato le loro aspettative su quanto ancora devono fare per contenere le pressioni sui prezzi. La stima delle proiezioni dei diversi membri della Fed prevede ora un aumento dei tassi al 5,6% entro la fine di quest’anno, il che implica altri due aumenti dello 0,25% - ciò significherebbe un livello dei tassi compreso tra il 5,5% e il 5,75%. La stima di marzo era, invece, per un valore medio pari al 5,1%. Questo scenario rende ancora adeguata la nostra strategia sui bond Usa. Per quanto riguarda i prodotti, oltre ai bond che trovi a pagina 13 e sul sito, per i titoli di Stato puoi comprare l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (-1,7%). Per i bond alto rendimento Usa, il prodotto da scegliere è iShares $ High Yield Corp Bond (-1,5%).
BCE: ANCORA RIALZI
L’ampiamente atteso rialzo dei tassi da parte della Bce è arrivato: il costo del denaro è ora al 4%. Stando alle previsioni sull’inflazione comunicate oggi, si può dare per scontato un altro rialzo nella prossima riunione di luglio e un ulteriore ritocco dopo l’estate diventa un’eventualità sempre più realistica. I tecnici della Bce si attendono, infatti, che l’inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Rispetto alle stime comunicate a marzo, si tratta di una revisione al rialzo dello 0,1% per tutti e tre gli anni. Inoltre, sono state riviste al rialzo anche le stime sull’inflazione di fondo, che è poi l’indicatore che più sta a cuore alla Bce e su cui prende le decisioni di politica monetaria. E in questo caso la revisione è decisamente importante: nel 2023 è prevista al 5,1%, per poi ridursi al 3% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Nella riunione di marzo le stime erano: +4,6% nel 2023, +2,5% nel 2024 e +2,2% nel 2025.
Si tratta di una revisione al rialzo pari allo 0,5% sia per il 2023, sia per il 2024 e questo non può che far pensare che i rialzi dei tassi continueranno in questo 2023, anche dopo l’estate. A fronte di ciò sono state riviste anche le stime sulla crescita economica: +0,9% nel 2023 e +1,5% nel 2024. Si tratta di un -0,1% rispetto alle stime precedenti per entrambi gli anni.
Per i tuoi investimenti sui bond della zona euro, continua a comprare i titoli che trovi sul sito, ricordando di diversificare tra i diversi emittenti, oppure, se preferisci, l’Etf Xtrackers II iBoxx Eurzone Gov. Bond YP 1-3 (-0,2%). Sono confermati anche i bond ad alto rendimento della zona euro con l’Etf Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,3%).
LE STIME MACRO DELLA FED
Le proiezioni macroeconomiche mostrano un’inflazione al 3,2% per fine anno, al 2,5% nel 2024 e al 2,1% nel 2025 (nella riunione di marzo erano, rispettivamente, 3,1%, 2,5% e 2,1%). Per quanto riguarda la crescita, è stata fortemente rivista al rialzo quella del 2023 (da +0,4% a +1%) e leggermente ritoccata al ribasso nel 2024 (da +1,2% a +1,1%) e nel 2025 (da +1,9% a +1,8%).
GIAPPONE: ANCORA DISALLINEATO CON IL RESTO DEL MONDO
La Bank of Japan (BoJ), la Banca centrale giapponese, ha ancora una volta lasciato invariata la sua politica monetaria. I tassi rimangono così fermi a -0,1%, così come permane il controllo dei rendimenti dei titoli di Stato. La BoJ continua, dunque, ad essere disallineata rispetto alle Banche centrali degli altri Paesi, visto che mantiene una politica monetaria espansiva rispetto alla tendenza mondiale di alzare i tassi. Il motivo per cui la BoJ non modifica le sue scelte è semplice: vuole far tornare l’inflazione in maniera stabile in Giappone, cosa che non riesce a fare oramai da decenni. Vuol, quindi, lasciar correre i prezzi in modo che essi diventino stabilmente più alti. Per i bond in yen giapponesi, continuiamo a consigliarti Ubs Japan Treasury 1-3y (-3,2%).
CINA: DOPPIO INTERVENTO DELLA BANCA CENTRALE
In Cina la Banca centrale è intervenuta due volte la scorsa settimana. La prima abbassando i tassi a sette giorni dal 2% all’1,9%, la seconda riducendo i tassi a un anno dal 2,75% al 2,65%. L'indebolimento dell'economia cinese – vedi n° 1514, 1515 e qui sotto - ha spinto la Banca centrale a tagliare i tassi di interesse per la prima volta da agosto, e crescono le aspettative per ulteriori stimoli mirati alle industrie in difficoltà, compreso il settore immobiliare. I tassi di interesse potrebbero essere tagliati ulteriormente quest'anno, così come le misure per aumentare i consumi, comprese quelle per promuovere lo sviluppo dell'industria automobilistica, degli elettrodomestici e della ristorazione, sono in fase di lavorazione. Quanto agli investimenti obbligazionari in Cina, rimangono consigliati e il prodotto per puntare sui bond in yuan è sempre iShares China CNY Bond (-2,8%).
I DATI DALLA CINA
La produzione industriale ha fatto segnare un +3,5% annuale, dal +5,6% di aprile (attese a +3,8%).
Le vendite al dettaglio hanno fatto segnare +12,7%, contro il 18,4% di aprile e il +13,7% atteso.
Gli investimenti sono cresciuti del 4%, rispetto al 4,4% atteso e al 4,7% del mese precedente.
Gli investimenti immobiliari si sono contratti del 7,2% nei primi cinque mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2022, anche in questo caso peggio del previsto.
TOCCA AD ALTRE DUE BANCHE
Questa settimana tocca ad altre due Banche centrali riunirsi. Una è quella norvegese, la Norges bank, che ha già annunciato che ha in mente un rialzo nei tassi a giugno e i dati sull’inflazione di due settimane fa – vedi n° 1515 - ne danno la certezza. Per i bond in corone norvegesi, puoi acquistare il fondo Nordea 1 norwegian bond BP (+0,8%) o Wisdomtree Long Nok Short Eur (+0,2%).
L’altra Banca che si riunirà è quella brasiliana. Dopo i dati di due settimane fa sul carovita, le attese sono per tassi fermi. Il real si conferma nei portafogli, così come i prodotti da comprare: i bond che trovi a pagina 13 o sul nostro sito o il fondo HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-0,5%).
SVEZIA: INFLAZIONE SEMPRE ALTA
In Svezia l’inflazione a maggio è scesa dal 10,5% al 9,7%. Oltre a rimanere alto in termini assoluti, il carovita di maggio fa segnare un rallentamento minore del previsto, visto che le attese prevedevano un 9,4% annuo. Ma non è tutto. Una misura dei prezzi che esclude i costi energetici e l'effetto delle variazioni dei tassi di interesse è aumentata dell'8,2% rispetto all'anno precedente, sopra le attese del 7,8% del mercato e dell'8,1% previsto dalla Riksbank, la Banca centrale svedese. Sebbene su questo dato incidano gli effetti di eventi temporanei, che già il prossimo mese non ci saranno più, i prezzi svedesi stanno ancora aumentando molto più rapidamente dell’obiettivo della Banca centrale e la debolezza della valuta svedese complica la situazione. Morale, nella riunione del prossimo 29 giugno i tassi saranno ritoccati al rialzo dello 0,25%. I bond in corone svedesi sono sempre acquistabili con Nordea 1 swedish short term bond (+0,4%) o Wisdomtree Long Sek Short Eur (+0,2%).Attendi, stiamo caricando il contenuto