La settimana delle obbligazioni: l’inflazione come bussola per i tassi

Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
Giugno è stato un mese deludente per la Norvegia dal punto di vista della lotta all’inflazione. L’indice generale dei prezzi è sceso dal 6,7% annuo al 6,4%, deludendo così le attese che si aspettavano un rallentamento al 6,2%. Se questo dato già non è entusiasmante, ancora peggiore è quello sull’inflazione di fondo, che è addirittura aumentata: da 6,7% a 7%, raggiungendo così un massimo storico. Tutto questo corrobora la visione (vedi n° 1519) che la Norges Bank, la Banca centrale norvegese, possa alzare ancora i tassi. Visto l’andamento del carovita, le attese sono per un ritocco nella riunione di agosto e poi anche in quella di settembre. La corona norvegese rimane consigliata e i prodotti per investirci sono: Nordea 1 norwegian bond BP (+4,3%) e Wisdomtree Long Nok Short Eur (+3,6%).
Altro Paese scandinavo, altra delusione inflattiva. In Svezia il dato sul carovita di giugno mostra addirittura un calo dal 9,7% annuo al 9,3%. Come avvenuto in Norvegia il dato è, però, insufficiente a soddisfare le attese, che erano per una discesa fino al 9,1%. Discorso analogo per l’inflazione di fondo - che si attesta al 6,4% dal 6,7% di maggio – ma le aspettative erano per un calo maggiore (6,1%). Con questi dati, è confermato quanto detto la scorsa settimana (vedi n° 1519): la Riksbank, la Banca centrale svedese, alzerà ancora i tassi. La corona svedese rimane consigliata con Nordea 1 swedish short term bond (+3,7%) o Wisdomtree Long Sek Short Eur (+3,3%).
FUORI DALL’EUROPA ARRIVANO I TAGLI
L’inflazione negli Usa è scesa a giugno al 3% (le attese erano a 3,1%) dal 4% di maggio, ma non è abbastanza per impedire alla Fed di alzare ancora una volta i tassi la prossima settimana. Vanno in questo senso le dichiarazioni che arrivano dalla Banca centrale, secondo le quali ci sarà bisogno di un altro paio di rialzi nel corso di quest'anno per riportare davvero l'inflazione su un percorso stabile e duraturo del 2%. A destare ancora preoccupazione è l’inflazione di fondo, che rimane ancora alta: a giugno è scesa al 4,8% dal 5,3% (attese al 5%), ma l’essere ancora più del doppio del livello obiettivo non rassicura la Banca centrale, che a luglio alzerà i tassi dello 0,25% - questo oramai è dato per scontato e i dati sull’inflazione non hanno smosso questa certezza. Per i tuoi investimenti sul dollaro, puoi scegliere tra i bond che trovi sul sito o l’Etf iShares $ treasury 1-3y acc B (-2,1%) per i titoli di Stato e iShares $ High Yield Corp Bond (-1,1%) per i bond ad alto rendimento.
In Brasile continua il calo dell’inflazione, con il carovita che a giugno è sceso al 3,16% dal 3,94% di maggio, raggiungendo così i minimi da settembre 2020. Questo dato dà la certezza di quanto stimato dal mercato (vedi n° 1519): la Banca centrale abbasserà i tassi in questo 3° trimestre e se fino ad una settimana fa il momento del primo taglio era previsto con la riunione di settembre, ora i dati della scorsa settimana portano a scommettere che il primo ritocco al ribasso arriverà addirittura nella riunione di agosto. Di certo il taglio è scontato e potrà arrivare anche prima del previsto: è giunto dunque il momento di spostarsi su scadenze più lunghe per i bond in real. Da questa settimana trovi allora nuovi bond da acquistare – vedi qui. Se investi attraverso un fondo, è invece confermato HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-1,7%).
In Cina il rischio deflazione diventa sempre più reale. Se per il resto del mondo il problema è un’inflazione troppo alta, quello della Cina, un’inflazione troppo bassa, è comunque un problema. Il carovita è rimasto al palo a giugno – si tratta del dato più debole dal febbraio 2021 – mentre l’inflazione di fondo ha rallentato ulteriormente e ora fa segnare un +0,4% annuo (dal +0,6% del mese precedente). I prezzi alla produzione sono addirittura scesi del 5,4% e si tratta del dato più basso dal dicembre del 2015. Sia i prezzi al consumo, sia quelli alla produzione mostrano che la ripresa in Cina si sta indebolendo e con una domanda che rallenta il Paese ora si trova a fronteggiare un eccesso di offerta, che potrebbe portare l’inflazione ancora più in basso. Continua ad investire sui bond in yuan con iShares China CNY Bond (-1,4%).
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