Altri BTp da acquistare

BTp: nuovi acquisti
BTp: nuovi acquisti
Il mercato delle obbligazioni è molto vasto, in termini di valute, aree geografiche, emittenti e anche scadenze. In un contesto così variegato, non tutti i mercati obbligazionari devono per forza avere consigliati bond con la stessa scadenza, così come all’interno dello stesso mercato possono essere consigliati titoli con scadenze differenti.
La scadenza su cui posizionarsi per gli acquisti di obbligazioni dipende da diversi fattori, primo fra tutti la curva dei rendimenti (vedi a lato a pag. 21). Può, quindi, succedere che non solo siano differenti le scadenze tra due mercati diversi, per esempio bond zona euro e bond Usa, ma anche all’interno di uno stesso mercato. Sempre a titolo di esempio, tra le obbligazioni in euro i titoli di Stato possono avere una certa scadenza consigliata, i titoli societari un’altra e i titoli ad alto rendimento un’altra ancora. Nulla poi vieta che, anche tra i diversi titoli di Stato, le scadenze ottimali possano variare da Paese a Paese.
Secondo aspetto. Affinché la quota obbligazionaria abbia una certa scadenza, non è obbligatorio che tutti i bond abbiano la stessa durata. La scadenza di un portafoglio è un media (ponderata) di tutte quelle dei titoli acquistati. Un fondo o un Etf obbligazionario con una scadenza media di 3 anni possono tranquillamente avere al proprio interno (e capita, non è solo teoria) anche una quota di titoli con scadenze più lunghe dei tre anni, che viene poi controbilanciata con una quota di titoli con scadenze più brevi.
PUOI ACQUISTARE ANCHE I BTP A 3-5 ANNI
Per queste ragioni, da questa settimana all’acquisto ci sono anche i BTp con scadenza tra i 3 e i 5 anni. La percentuale massima che puoi dedicare ai nostri titoli di Stato – nel computo rientrano BoT, BTp… - è sempre quella del 5%. Per riempire questa quota, da oggi puoi scegliere tra titoli di Stato italiani con scadenza tra 1 e 5 anni. Per tutti gli altri Paesi, la scadenza rimane 1-3 anni. I motivi per questo consiglio sono diversi. Anche se il ciclo di rialzo dei tassi da parte della Bce non si può dire ancora con certezza finito, ormai si tratta solo di ritocchi marginali, se ci saranno. Questo, di per sé, è già un elemento che può suggerire di iniziare a guardare a scadenze un po’ più lunghe dei tre anni. Tuttavia, da solo non basta. Va poi guardata la curva dei tassi: quella italiana è diversa da quella dei colleghi europei. I titoli di Stato europei hanno tassi più alti sulle scadenze brevi rispetto a quelle a 5 anni, per cui non val la pena (almeno per ora) allungare le scadenze consigliate. La curva dei tassi italiana, invece, non ha questa forma, per cui solo per i titoli nostrani possiamo espandere l’orizzonte investibile. Come detto, ricordati sempre che ogni emittente deve pesare al massimo il 5%, e questo vale per tutti: Italia, Francia, Germania… Il fatto di rispettare questa regola consente, infatti, di raggiungere due risultati.
Primo. Diversifichi, operazione fondamentale per ogni investimento per ridurre il rischio. Quando parliamo di rischio non è solo quello dell’emittente. C’è anche questo, ovviamente, ma ne esistono anche altri, tra tutti il rischio tassi. Si potrebbe essere portati a pensare: “ma se lo tengo fino a scadenza non rischio nulla, dopotutto 5 anni non è un orizzonte temporale così lungo…”. Questo ragionamento porta con sé un paio di errori di valutazione. Prima di tutto oggi non puoi essere certo che non sarai costretto a vendere quel titolo nei prossimi anni, una dose di incertezza c’è sempre. È anche vero che, con un portafoglio ben diversificato, potresti trovarti nella condizione di avere altri titoli da liquidare, ma resta in ogni caso, un secondo limite al ragionamento: i tassi possono ancora alzarsi. Questo rischio c’è: le mosse dele Banche centrali sono, infatti, solo una delle determinanti dei rendimenti di mercato. Un ulteriore ritocco al rialzo della Bce, perché l’inflazione non scende come desiderato, non è definitivamente da escludersi. Inoltre, anche a parità di tasso Bce, quante volte i rendimenti dei nostri titoli di Stato sono saliti? I tassi di mercato si muovono perché reagiscono a tanti fattori, non solo alle decisioni delle Banche centrali – pensa a tutte le volte in cui salgono i rendimenti dei nostri BTp per i timori sulla tenuta dei nostri conti, giusto per citarne uno. Ecco allora che diversificare tra i nostri titoli di Stato e quelli dei colleghi europei, che hanno una scadenza più breve, ti consente di ridurre anche il rischio tassi che inevitabilmente aumenta posizionandosi su un titolo un po’ più lungo.
Secondo. Mettendo solo il 5% sui titoli italiani, anche se questi hanno tutti una scadenza di 5 anni, la restante parte di bond che acquisterai avrà scadenze inferiori – i titoli degli altri Stati consigliati rimangono con scadenze 1-3 anni - e quindi la scadenza media del tuo portafoglio sarà ancora attorno ai 3 anni. Una scadenza attorno ai 3 anni è ancora quella corretta nel contesto attuale: i rendimenti offerti sono elevati e riduci al contempo il rischio tassi. Per cui, di base non cambia la strategia sui bond della zona euro: puoi tranquillamente comprare per tutti gli emittenti scadenze a 1-3 anni, BTp compresi. Ti abbiamo presentato solo un modo nuovo, alternativo, per costruire il tuo portafoglio obbligazionario, dandoti una possibilità in più di acquisto.
Visto che la scadenza attorno ai tre anni è al momento corretta, non devi per forza inserire BTp a 5 anni in portafoglio. Non correre a vendere titoli a 1 o 2 anni per mettere in portafoglio quelli a 5. Puoi tranquillamente rimanere posizionato su quelli che hai. Se poi hai ancora spazio da dedicare ai nostri titoli di Stato, o devi ancora completare il portafoglio, da oggi hai una possibilità in più.
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