La settimana delle obbligazioni: Tocca alla Bce. Cosa aspettarsi?

Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
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La settimana che precede la riunione della Banca centrale europea, che si terrà questo giovedì 14, non è stata delle migliori per l’Istituto di Francoforte. Dopo i dati del rallentamento dei prestiti, che dunque pesano sull’attività economica, sono infatti arrivati dati negativi dal Pil e dalla produzione. Il Pil della zona euro del secondo trimestre è stato rivisto al ribasso (a +0,1% dal +0,3% della stima precedente) e così in questo 2023 l’economia della zona euro si sta muovendo a passi molto lenti, visto il +0,1% messo a segno sia nel primo, sia nel secondo trimestre.
A ciò si aggiunge che i dati sul Pmi hanno sancito che ad agosto la produzione dell’economia dell’eurozona ha mostrato il più rapido declino in quasi tre anni, con la contrazione che per la prima volta in questo 2023 ha interessato anche il settore dei servizi.
Se dal lato dell’attività i segni di rallentamento potrebbero portare la Bce a fermarsi con il rialzo dei tassi, dal lato dei prezzi ancora non ci sono evidenze che questo sia possibile. Le attese d’inflazione dei consumatori sono infatti tornate a rialzarsi e anche quelle che si possono ricavare dai diversi strumenti sul mercato che cercano di stimare dove sarà l’inflazione il prossimo anno hanno conosciuto un rialzo dai minimi toccati a metà luglio.
Secondo gli economisti della Bce, poi, è positivo il fatto che l’inflazione, quella di fondo, sia in calo, ma il dato di agosto è stato definito un’informazione, non una tendenza: insomma, un dato isolato è troppo poco per dire che la lotta all’inflazione è finita. Tra gli esponenti della Bce, infine, la convinzione è che sia necessario ancora fare qualcosa di più, poco, per concludere il ciclo di rialzi. Insomma, tralasciando posizioni, isolate, particolarmente oltranziste che hanno anche paventato altri due rialzi, ad oggi lo scenario che ci attende è quello di un altro possibile rialzo. Che avvenga a settembre, ottobre o dicembre dipenderà molto da come saranno giudicati dalla Bce i dati.
USA, GIAPPONE E SVEZIA: BANCHE CENTRALI VIGILI
La Fed si riunirà dopo la Bce, la prossima settimana, e se per i mercati è scontato che a settembre i tassi non saranno alzati – danno a questa eventualità una probabilità superiore al 90%, vedi grafico – anche qualche esponente della Banca centrale Usa sembra allineato a questa ipotesi. Da Washington fanno sapere che i recenti dati macroeconomici consentono di proseguire con cautela, tanto che al momento non c’è nulla di urgente e di imminente da fare: si può pensare di valutare con calma l’evoluzione della situazione. Un ragionamento che fa pensare ad una riunione in cui la Fed aggiornerà le sue stime su inflazione e Pil, e che darà, forse, qualche indicazione sulle mosse future, ma nient’altro.
Anche i dati provenienti dal Pil del Giappone del secondo trimestre dovrebbero essere un motivo per la Banca centrale per non apportare modifiche nella sua politica monetaria. Infatti, la crescita economica è stata rivista al ribasso, ma quel che più conta è che la domanda interna si è mostrata debole nel secondo trimestre e a questo si deve aggiungere un calo dei salari reali, che dunque lascia presagire che la debolezza del potere d’acquisto delle famiglie continuerà. Inoltre, la crescita è stata trainata dalla domanda esterna, che però potrebbe essere a rischio: con il rallentamento della Cina e dell’economia mondiale si potrebbe avere un calo della domanda di esportazioni nipponiche.
Per cercare di intervenire in soccorso all’economia in difficoltà, la Svezia taglierà le tasse nel 2024: la mossa annunciata si ripropone di dare incentivi al lavoro e a sostenere le famiglie – soprattutto quelle nelle fasce di reddito medio-basse – contro il caroprezzi. Nonostante il periodo non facile per l’economia, la Riksbank non cambierà la sua impostazione e alzerà comunque i tassi.
ECCO COME SONO ANDATI I PRODOTTI
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,3%)
Nordea 1 norwegian bond BP (invariato); Wisdomtree Long Nok Short Eur (+0,7%)
iShares $ treasury 1-3y acc B (+0,7%); iShares $ High Yield Corp Bond (+0,4%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (+0,1%)
Nordea 1 swedish short term bond (-0,1%); Wisdomtree Long Sek Short Eur (+0,1%)
Xtrackers II iBoxx Eurzone Gov. Bond YP 1-3 (-0,2%); Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,3%)
iShares China CNY Bond (-0,9%)
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