Puntare sui bond lunghi, lunghissimi?

Bondi lunghi
Bondi lunghi
Dal punto di vista della teoria finanziaria l'idea è corretta. Quando i tassi scendono i prezzi delle obbligazioni aumentano. Tanto più lunga è la duration, tanto maggiore è la variazione in termini di prezzo. Quindi, con tassi che scendono, un titolo con una duration molto lunga tenderà a veder aumentare i prezzi in maniera molto consistente. Un bond come Austria 0,85% 30/06/2120 è quindi un candidato a vedere crescere in maniera consistente i propri prezzi con tassi in discesa.
Come detto, dal punto di vista teorico tutto questo è corretto. Quando però si deve investire ci sono tanti risvolti pratici affinché un'idea sulla carta buona si tramuti in un investimento che dia i risultati sperati. È il problema di investire, ma anche di chi dà dei consigli di investimento. Nel momento in cui torneranno a scendere i tassi di interesse ogni Paese avrà una sua dinamica, per l'Austria i tassi potrebbero scendere di meno o di più rispetto ad altri colleghi europei, ma, come detto, con una duration talmente lunga anche se l'Austria dovesse conoscere una variazione inferiore in termini assoluti sulla curva dei rendimenti l'effetto sul bond sarebbe comunque più che amplificato dalla lunga duration.
La prima incertezza, se si vuol procedere con questa idea, è quindi quella della diversa ampiezza del calo dei rendimenti. Il BTp che scade nel 2072 ha una duration che è circa la metà di quello austriaco, ma potrebbe essere che i rendimenti si muoveranno in maniera tale che i due titoli alla fine abbiano un guadagno in termini di prezzo simile, oppure no. Certo, se l’idea è comunque di guadagnare sui prezzi di un bond lungo, con Austria 2120 alla fine questo guadagno ci sarà. Possiamo dire che questa incertezza è tutto sommato arginata.
C’è poi da considerare un altro rischio, quello di liquidità. Non è detto che tutti i bond siano esattamente scambiati nello stesso modo e quindi che sia sempre disponibile chi è disposto a vendere e/o comprare. È un aspetto che va sempre controllato, soprattutto in un investimento come questo che è pensato non per essere mantenuto fino a scadenza, mai in un’ottica di comprarlo per poi rivenderlo: non si può rischiare di rimanere con il titolo in mano, data la scadenza. Senza arrivare a questi estremi, della cui potenziale esistenza però è necessario essere consci, la scarsa liquidità può incidere negativamente sul rendimento finale dell’investimento. Con bassa liquidità lo spread denaro-lettera tende ad essere (molto) elevato. Lo spread denaro-lettera è la differenza tra il prezzo-lettera e il prezzo-denaro, cioè la differenza tra il prezzo più alto che un compratore è disposto a pagare per un certo bene e il prezzo più basso a cui un venditore è disposto a venderlo. Tradotto, potrebbe succedere che riesci ad acquistare un titolo, ma lo fai ad un prezzo talmente elevato e/o lo rivendi ad un prezzo talmente più basso a causa dello spread denaro-lettera che il tuo rendimento viene fortemente ridotto. Nel caso del titolo Austria 2120, la liquidità c’è, ma non è lineare: ci sono stati giorni con contratti con spread ridotto, alcuni con uno spread di quasi il 6%... Se ora si unisce il discorso sull’ampiezza delle variazioni dei tassi da Paese a Paese e il potenziale impatto negativo dello spread denaro-lettera, non è per forza detto che alla fine, quanto a rendimento, corretto per il rischio che ci si è sobbarcati – ricordiamoci sempre di depurare i rendimenti per il rischi - per puntare sul calo dei tassi il titolo austriaco sia il migliore.
Ad oggi però la grande incertezza, che per il momento ci porta a non consigliare di effettuare questa che sarebbe comunque una speculazione e una scommessa, è un'altra. E questo vale per qualunque titolo si decida di utilizzare, non solo quello austriaco. Ci possono ancora essere degli assestamenti sui mercati obbligazionari, di cui una parte la stiamo vedendo in questo periodo. Bisogna ancora avere la certezza della fine del ciclo di rialzi della Bce, anche se ad oggi è lecito pensare che questo si possa dichiarare concluso. Ci sarà poi da valutare l'effetto delle decisioni sul cosiddetto quantitative tightening, cioè la riduzione degli acquisti dei bond: la Bce potrebbe tranquillamente non alzare più i tassi di interesse ufficiali, ma velocizzare lo smaltimento dei bond che ha in portafoglio. Questo porterebbe a una riduzione della domanda di titoli sul mercato – verrebbe a mancare un compratore importante - con una tensione sui rendimenti. Il rialzo dei rendimenti sul mercato crea comunque condizioni più restrittive dal punto di vista monetario; quindi, la Bce potrebbe abbandonare uno strumento “diretto” come la gestione del tasso di interesse ufficiale per spostarsi sull'utilizzo di uno strumento “indiretto” per mantenere una politica monetaria restrittiva. Ci sono poi le situazioni contingenti che possono verificarsi di cui bisogna ancora valutare l'impatto - vedasi la situazione di Israele oggi, nel prossimo futuro non si sa.
Inoltre, bisognerà poi comprendere quando il taglio dei tassi di interesse arriverà. Ad oggi questo taglio è visto nel 2024 e ci si può anche ragionevolmente aspettare che sarà un qualcosa che si prenderà in considerazione con la primavera del 2024. A quel punto, poi, i tagli da parte della Bce potranno essere un paio e quindi portare dal 4,5% al 4% il costo del denaro a fine 2024 – ovviamente queste sono solo attese e stime basate su quanto sappiamo oggi. È ovvio però che anche un piccolo taglio da parte della Bce e una piccola variazione dei rendimenti potrebbe portare il bond dell'Austria, così come altri titoli molto lunghi, a guadagnare.
Al momento, però, come detto, non consigliamo questa speculazione. È molto difficile scegliere il momento di entrata in qualunque investimento - il cosiddetto comprare sui minimi e acquistare sui massimi è sogno ma anche chimera di tutti - ad oggi però sono più le incertezze e le informazioni che fanno propendere per il fatto di consigliare di attendere con speculazioni su un ribasso dei tassi - questo potrà avvenire con anche un bond con una scadenza inferiore rispetto a quello dell'Austria. Siamo comunque molto vigili sull'andamento dei tassi – i mercati tendono ad anticipare il futuro, quindi i rendimenti obbligazionari potranno iniziare a scendere anche prima di un annuncio ufficiale della Bce - e non per nulla abbiamo iniziato anche ad allungare leggermente la scadenza dei titoli italiani che consigliamo proprio per sfruttare quello che è stato un aumento dei tassi e il fatto che il ciclo di rialzi è oramai vicino alla fine. Sono delle piccole modifiche, limature e messe a punto – vero - ma che dimostrano come stiamo passo passo seguendo l'evoluzione per presentarti immediatamente tutte le opportunità che si presentano e presenteranno sul mercato – speculative o per il tuo portafoglio.
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