La settimana delle obbligazioni. Banche centrali: ecco cosa accadrà

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
Con questa settimana iniziano le riunioni delle Banche centrali. In ordine cronologico, la prima a riunirsi sarà la Banca centrale giapponese (martedì 23) e poi giovedì 25 toccherà alla Banca centrale europea e a quella norvegese. C'è un tratto che accomuna queste tre Banche: nessuna alzerà, e tantomeno taglierà, i tassi di interesse. È infatti scontata la conferma dell'attuale livello del costo del denaro in tutti e tre i casi.
GIAPPONE: QUELL’INFLAZIONE CHE RALLENTA…
Per quanto riguarda il Giappone, complice anche il recente terremoto e la necessità per la Bank of Japan (BoJ) di raccogliere un maggior numero di informazioni non solo sui danni del sisma, ma anche delle contrattazioni salariali, la riunione di questo martedì non vedrà sicuramente un ritocco dei tassi di interesse che saranno lasciati a -0,1%. Inoltre, gli ultimi dati sui prezzi rafforzano la posizione attendista della BoJ. Il carovita, al netto degli alimentari freschi, ha rallentato al 2,3% a dicembre dal 2,5% di novembre, mentre i prezzi dei servizi sono cresciuti del 2,3%, il ritmo più alto degli ultimi mesi. Tradotto: qualche pressione sui prezzi c’è, però al momento non è urgente intervenire sui tassi. Per cui, nulla di fatto questo martedì, ma questo non significa che i tassi non saranno più alzati. E questo sarà il punto su cui si concentreranno le attenzioni del mercato. Com’è prassi e consuetudine nella gestione delle politiche monetarie delle Banche centrali, anche la comunicazione è uno strumento importante. La vera attenzione non sarà tanto sulla decisione in sé, che come è detto scontata, ma soprattutto sulle dichiarazioni che arriveranno dal governatore. Il mercato cerca più che altro la conferma della data di aprile come momento per un cambio nella politica monetaria.
LA BCE HA UNA DATA?
Un ragionamento del tutto analogo in termini di immobilità del costo del denaro e di comunicazione vale per la Banca centrale europea. La Bce non taglierà i tassi e li lascerà al 4,5%. Si cercherà, però, di capire quando arriverà il primo taglio dei tassi. Su questo punto, la scorsa settimana è già arrivata un’indicazione di una certa rilevanza, sia per i contenuti, sia per la provenienza. Secondo il governatore della Banca centrale europea, è probabile che un taglio ai tassi possa arrivare in estate, ma è necessario essere cauti, perché ogni decisione continua a dipendere dai dati e ci sono alcuni indicatori che non sono ancora al livello desiderato. È necessario, dunque, essere prudenti, termine che si traduce con la decisione pratica di lasciare i tassi invariati sugli attuali livelli. Il governatore, e anche altri esponenti della Bce, ha poi ripreso un concetto che già era stato espresso qualche mese fa: le aspettative dei mercati per tagli dei tassi troppo aggressivi rendono il compito della Bce più difficile. In altri termini, aspettative di molti tagli fanno scendere troppo i rendimenti sul mercato. Questo rende le condizioni monetarie meno restrittive di quello che dovrebbero essere per far scendere l'inflazione e quindi costringe la Bce a mantenere i tassi più elevati per un periodo più lungo di tempo. Insomma, le speranze dei mercati sono poi quelle che deludono le speranze stesse. Anche se i mercati continuano a scontare un possibile taglio dei tassi a marzo, quest’ultima ipotesi sembra ormai obsoleta date le dichiarazioni della Bce e di conseguenza questa settimana i tassi saranno lasciati fermi.
NORVEGIA: NESSUNA FRETTA
Lo stesso giorno della Bce si riunirà la Norges Bank, la Banca centrale norvegese. I tassi rimarranno al 4,5% e anche in Norvegia non si vedono tagli nel breve periodo. I mercati si aspettano mosse nella prima metà dell’anno, o comunque non oltre l’estate, mentre la Norges Bank vede più probabile la prima riduzione verso fine anno. Dipenderà tutto dai dati e da come evolverà l’inflazione.
USA: TAGLIO CHE SI ALLONTANA?
Negli Stati Uniti il bollettino sullo stato di salute dell’economia, il Beige book, conferma che l’attività regge. Quanto al mercato del lavoro, si conferma resiliente, diagnosi avallata anche dai recenti dati sui sussidi di disoccupazione, che hanno toccato i minimi da settembre 2022. Con questi dati, un taglio dei tassi è impossibile a gennaio, ma si allontana sempre di più anche a marzo.
CINA: QUANTE SFIDE (CHE SI POSSONO VINCERE)
Per la Cina la settimana appena trascorsa è stata piena di dati. Per prima cosa è arrivata la decisione della Banca centrale di lasciare fermi i tassi a un anno, nonostante la deflazione. Questo conferma come il taglio dei tassi d’interesse non sia il tipo di stimolo preferito dalla Cina per sostenere l’economia. E proprio a proposito di economia, i dati che sono stati comunicati la scorsa settimana sono in chiaroscuro. Nel quarto trimestre il Pil è cresciuto del 5,2% rispetto all’anno precedente, in accelerazione dal 4,9% del terzo trimestre, ma leggermente sotto le attese pari al 5,3%. Ci sono poi alcuni pericoli che gravano sull’economia cinese e che potrebbero pesare ancora in questo 2024: il rischio deflazione, l’immobiliare, che ha pesato su investimenti e spesa dei consumatori, e il mercato del lavoro, con una disoccupazione in aumento. La Cina ha, però, tutti i mezzi per superare queste sfide.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,3%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-1,7%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (-1,6%)
iShares $ High Yield Corp Bond (-0,2%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-1,3%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (-0,4%)
iShares China CNY Bond (+0,7%)
Vanguard USD Treasury Bond UCITS ETF Dis (-0,8%)
Xtrackers II US Treasuries UCITS ETF 1D (-0,5%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (-1%)
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