La settimana delle obbligazioni. Bce: sarà l’estate dei tagli?

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
Dalla Banca centrale europea non ci si aspettavano mosse e così è stato: tassi fermi al 4,5% ed è stato ripetuto che il costo del denaro deve rimanere su questi livelli per garantire che l’inflazione torni all’obiettivo del 2%. Tuttavia, non era questo che interessava ai mercati, visto che era una decisione scontata. Quel che interessa davvero, è quando si taglieranno i tassi. L’opinione generale all’interno della Bce è che al momento è prematuro discutere di una diminuzione del costo del denaro. Per pensarci è necessario che il rallentamento dell’inflazione sia maggiore rispetto al livello odierno. C’è, però, la conferma di quanto già detto in precedenza: il governatore concorda con chi sostiene che il primo taglio possa avvenire in estate. La comunicazione della Bce si sta lentamente, e con molta prudenza, spostando verso un messaggio più accomodante, o perlomeno meno restrittivo, rispetto ai mesi precedenti. Salvo sorprese negative, ormai sembra segnato il momento in cui potrà arrivare il fatidico taglio dei tassi: l’estate. Eppure, i mercati sembrano proprio non volerci sentire. Questi ultimi, infatti, continuano a ritenere con forza che il taglio possa arrivare nella riunione di aprile. La Bce, parlando continuamente di estate, sta cercando di muovere le attese di mercato affinché si allineino su quella data – la comunicazione è anch’essa uno strumento di politica monetaria - ma non sembra riuscirci. Ad oggi, puntare su un taglio dei tassi ad aprile sembra ancora una scommessa ottimista.
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GIAPPONE: TUTTO SU APRILE
La Banca centrale giapponese (BoJ) ha lasciato i tassi d’interesse fermi a -0,1%, come da attese, e ha rivisto le sue prospettive in termini di inflazione. Per il 2024 ora si attende un 2,4%, contro il 2,8% precedente, mentre per il 2025 si aspetta l’1,8% dall'1,7%. Nonostante il taglio operato per il 2024, conseguenza del calo dei prezzi dell’energia, la BoJ ha riferito che sta aumentando la probabilità che il Giappone sia in grado di centrare l’obiettivo di un’inflazione al 2% in maniera stabile. Questo perché i salari più alti stanno iniziando ad influenzare i prezzi di vendita e questo sta portando ad aumentare i prezzi dei servizi. Insomma, pur mantenendo un tasso ancora negativo, la comunicazione della BoJ sta cambiando, andando sempre di più nel verso di novità nei prossimi mesi. Il più volte indicato mese di aprile si conferma, dunque, come il possibile momento della svolta.
NORVEGIA: TUTTO FERMO ANCORA PER UN (BEL) PO’
La Banca centrale norvegese ha lasciato i tassi fermi al 4,5%, come da attese, ribadendo che i tassi dovranno rimanere alti per diverso tempo per mettere a freno l’inflazione. Sul futuro dei tassi la Norges Bank è stata, comunque, vaga. Tutto dipenderà dai dati: i cambiamenti nelle prospettive potrebbero forzare un altro rialzo dei tassi o un taglio anticipato. Nulla è quindi certo, né deciso. La riunione di oggi non prevedeva la pubblicazione di nuove stime sui tassi, per cui si rimane sulla posizione di possibili tagli non prima dell’ultima parte del 2024.
BRASILE: AVANTI CON I TAGLI
In Brasile l’evoluzione dell’inflazione è tale che la Banca centrale può continuare nel percorso, annunciato, di riduzione dei tassi dello 0,5%. A dicembre il carovita ha, infatti, fatto segnare un calo, dal 4,68% al 4,62%, e il dato di metà mese a gennaio indica la stessa tendenza per questo inizio di 2024 (è scesa al 4,47%). Il calo dell’inflazione è, dunque, tale da aver portato i prezzi sempre più all’interno dell’intervallo obiettivo della Banca centrale, che per il 2024 è del 3,25% con un margine, in positivo e in negativo, dell’1,25%. Per cui, questa settimana i tassi brasiliani passeranno dall’11,75% all’11,25%.
USA: LA CRESCITA NON SI FERMA
L’economia Usa doveva rallentare, c’era il rischio di recessione… e invece imperterriti gli Stati Uniti continuano a crescere. Nel quarto trimestre del 2023 l’economia Usa, stando alla stima preliminare, è cresciuta del 3,3%, superando così ancora una volta le attese, fissate a +2%. I consumi sono cresciuti del 2,8%, anche in questo caso sopra le attese (+2,5%), mentre gli investimenti hanno fatto segnare +2,1%. I buoni dati sui consumi, risultato di spese durante i periodi di festa superiori alle attese, confermano come gli americani abbiamo fiducia e soldi da spendere. Questo andamento positivo nel quarto trimestre si trascinerà anche ad inizio 2024, per cui la tanta paventata recessione può attendere. C’è poi un altro dato molto importante: per il secondo trimestre consecutivo, i prezzi delle spese personali, indicatore attentamente monitorato dalla Fed, è stato pari al 2%. Dunque, cosa farà la Banca centrale Usa? Scontato che questa settimana i tassi rimarranno fermi, mentre per marzo i mercati non si sbilanciano: 50% di possibilità di tagli, 50% che i tassi vengano lasciati fermi. Danno invece per scontato il taglio nella riunione successiva, quella di maggio.
CANADA: TUTTO FERMO
La Banca centrale canadese ha lasciato i tassi fermi al 5%, come da attese. Il governatore ha detto che ora il dibattito è focalizzato su quanto tempo bisogna tenere i tassi elevati. Quindi, ulteriori rialzi non ce ne saranno, ma di tagliare ancora non se ne parla, anche perché l’inflazione è ancora troppo alta. I bond in dollari canadesi non sono da acquistare.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (+0,2%)
Nordea 1 norwegian bond BP (+0,3%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (+1,3%)
iShares $ High Yield Corp Bond (+1,1%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (-1,3%)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,7%)
iShares China CNY Bond (+0,7%)
Vanguard USD Treasury Bond UCITS Etf Dis (+0,4%); Xtrackers II US Treasuries UCITS Etf 1D (+0,4%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (+0,4%)
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