La settimana delle obbligazioni. Tassi: allora si taglia a metà anno?

Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
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Se si vuol vedere un taglio dei tassi negli Stati Uniti bisogna aspettare la metà dell’anno. È questa la conclusione che si può trarre dai dati sull’inflazione Usa della scorsa settimana, che in realtà non è poi differente da quanto detto in precedenza dalla Federal Reserve – vedi n° 1546. Anche i mercati hanno rivisto le loro attese, e ora considerano con probabilità molto basse ritocchi al costo del denaro nelle riunioni di marzo (10% circa) e maggio (circa 40%), mentre il rialzo arriverà tra giugno e luglio. Dopotutto, l’economia Usa continua a crescere, il mercato del lavoro è stabile e robusto, i salari crescono: non ci sono giustificazioni per tagliare i tassi di interesse ora. A questi elementi si aggiunge il fatto che ci sono ancora delle pressioni sui prezzi. L'indice generale dei prezzi è, infatti, sceso dal 3,4% al 3,1%. L'inflazione di fondo è rimasta stabile al 3,9%. In entrambi i casi i dati sono superiori alle attese (rispettivamente, a +2,9% e +3,7%). Inoltre, se si guarda all'inflazione super-core, cioè all'inflazione di fondo che va a escludere anche i prezzi legati alla casa (di fatto l'inflazione dei servizi), a gennaio ha raggiunto lo 0,8% mensile, il massimo da aprile 2022.
PIL IN GIAPPONE, NORVEGIA E ZONA EURO
Oltre a far spostare le attese sul taglio dei tassi della Fed verso l’estate, l’inflazione Usa ha prodotto anche un altro effetto: ha fatto indebolire lo yen nei confronti del dollaro, data la possibilità di rialzi dei tassi a stelle e strisce più in là con il tempo. Dopo un recupero avvenuto tra la metà di novembre e dicembre del 2023, la valuta nipponica è tornata a scendere e ora non si trova lontana dai minimi storici. Uno yen debole potrebbe essere un problema per la Bank of Japan, tentata o costretta ad alzare i tassi prima del previsto? A questo problema se ne aggiunge uno di segno opposto: l’economia. Inaspettatamente il Giappone è caduto in recessione, tecnica, visto che nel quarto trimestre del 2023 il Pil si è contratto, rispetto al trimestre precedente, dello 0,1% e nel terzo trimestre la contrazione era stata dello 0,8%. Si tratta di una caduta in recessione del tutto inattesa, visto che le aspettative erano per un +0,2%. Un’economia in recessione, e comunque che stenta, restringe i margini di manovra della Bank of Japan per alzare i tassi, dovendo fare attenzione a non creare ulteriori fonti di rallentamento. Uno yen troppo debole, di converso, può aiutare l’economia, ma può essere un problema per l’inflazione. La Bank of Japan dovrà calibrare al meglio tutti questi elementi.
Dati riguardanti il Pil sono arrivati anche dalla Norvegia, che ha mostrato un’economia in grado di resistere all’inflazione e all’elevato costo del denaro. L'economia norvegese nel quarto trimestre del 2023 è infatti cresciuta dello 0,2% trimestrale, facendo anche meglio delle attese (+0,1%). Per il primo trimestre del 2024, però, le aspettative della Banca centrale sono di un calo dello 0,3% del Pil, mentre per tutto il 2024 c'è la possibilità che l'economia norvegese non sia in recessione, benché i margini perché questo avvenga siano più limitati.
Anche per la zona euro è arrivato il dato sul Pil, che ha confermato la stima preliminare: economia al palo nel quarto trimestre e crescita pari allo 0,1% rispetto all’anno precedente. Ancora più interessante sono però le dichiarazioni provenienti da esponenti della Bce, che ribadiscono la strategia sui tassi: c’è bisogno di un po’ di tempo per tagliare e non bisogna correre troppo. Gli ultimi dati sui salari dimostrano che le pressioni sui prezzi rimangono elevate e non ci sono ancora dati sufficienti per confermare che stiano iniziando a diminuire. Dunque, quanto vale per la Fed vale anche per la Bce: tagli nei tassi a breve non ce ne sono, bisogna aspettare la metà dell’anno, alla fine dei conti come detto dalla stessa Bce già da qualche tempo a questa parte.
COME VANNO I PRODOTTI?
Ubs Japan Treasury 1-3y (-0,6%)
Nordea 1 norwegian bond BP (-0,5%); Wisdomtree Long Nok Short Eur (+0,6%)
iShares $ High Yield Corp Bond (-0,4%)
HSBC GIF Brazil Bond AC USD (invariato)
Xtrackers II High Yield Corporate Bond 1D (+0,2%)
iShares China CNY Bond (-0,1%)
Vanguard USD Treasury Bond Ucits Etf Dis (-0,9%)
Xtrackers II US Treasuries Ucits Etf 1D (-0,6%)
Ishares Eu Govt Bond 5-7y Ucits Etf Dist (invariato)
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