Spread a quota 150: cosa succede e c'è da preoccuparsi?

Rendimenti BTp, Bund e spread
Rendimenti BTp, Bund e spread
Venerdì 7 giugno lo spread BTp – Bund era pari a 134 punti, lunedì 17 ha chiuso a quota 153 punti. Un incremento di quasi 20 punti base in appena due settimane che ha riportato il nostro credit risk spread su livelli che non si vedevano da qualche mese.
C’è da preoccuparsi per il livello troppo elevato dei rendimenti richiesti dal mercato ai nostri titoli di Stato? In realtà, la lettura del semplice spread non fornisce un quadro completo. Come già in passato abbiamo detto, lo spread è una differenza e quindi può aumentare per molti motivi: non aumenta solo perché il rendimento del BTp sale, lo fa, per esempio, se sale e quello del Bund rimane fermo, o se quello dei BTp sale più di quello dei Bund. Non solo. Lo spread può aumentare anche se il rendimento del BTp rimane fermo e scende quello del Bund, o se quest’ultimo scende di più di quello del BTp (e ovviamente lo spread aumenta se salgono i tassi del BTp e scendono quelli del Bund). Diventa quindi fondamentale analizzare le dinamiche dei rendimenti che portano ad un determinato livello dello spread.
Venerdì 7, il rendimento del BTp era del 3,957% lordo annuo, lunedì 17 del 3,944%. Di fatto, il rendimento del nostro BTp a 10 anni è addirittura sceso rispetto a due settimane fa, ma lo spread è salito (durante questo periodo il rendimento del BTp è tornato anche a superare il 4%, ma è stato un fenomeno subito rientrato). Per quanto detto poco sopra, si sa già dire perché. È sceso il rendimento del Bund e lo ha fatto di ben lo 0,2%, passando dal 2,617% al 2,412%. Questo ha portato a far aumentare lo spread.
Con le vicissitudini politiche francesi, la zona euro è percepita ora un po’ più rischiosa e questo ha portato ad un fenomeno, il cosiddetto flight-to-quality, cioè spostare gli investimenti verso le attività considerate più sicure. Anche in Germania la situazione politica è un po’ più incerta dopo le elezioni europee, ma la tenuta della Germania non è in discussione, anzi, in caso di maretta, è un porto sicuro dove mettere i soldi. Da qui l’acquisto di Bund tedeschi che ne hanno fatto salire i prezzi e quindi scenderne i rendimenti.
Ovviamente, dato che lo spread è risalito, l’Italia è considerata relativamente più rischiosa della Germania, ma come visto il premio al rischio in termini assoluti, cioè il rendimento dei nostri BTp, non è salito in maniera vertiginosa come avrebbe potuto fare sembrare un allargamento dello spread da 130 a 150 punti base.
Resta, come sempre, l’indicazione di diversificare e di dedicare ad ogni emittente al massimo il 5%.
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