La settimana delle obbligazioni: Fed ferma, Bce in azione

Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
Il nostro commento settimanale all'andamento dei bond
La Fed ha lasciato i tassi fermi, come da attese, ma ha modificato il suo parere sul mercato del lavoro e sull’inflazione: si tratta di cambiamenti non solo di forma, ma anche di sostanza, che inevitabilmente avranno un impatto sulle decisioni future in fatto di tassi d’interesse. La Fed ha dichiarato che le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide e il tasso di disoccupazione si è stabilizzato a un livello basso. In precedenza, il giudizio parlava solo di “condizioni migliorate”.
Inoltre, la dichiarazione rimuove il riferimento ai progressi in corso verso l'obiettivo di inflazione del 2%, mentre ora si dice che "l'inflazione rimane in qualche modo elevata". Dunque, inflazione elevata e mercato del lavoro solido sono due elementi che non permettono di abbassare il costo del denaro, non solo ora, ma anche in prospettiva, visto che la Fed ha ribadito che per quanto riguarda future mosse sui tassi si valuteranno i dati in arrivo. Per vedere un primo taglio nei tassi negli Stati Uniti bisognerà quindi aspettare la riunione di giugno: questo è quanto prevedono i mercati, che vedono un secondo taglio, seppur con una possibilità di poco superiore al 50%, a fine 2025 (nella riunione di dicembre).
La Fed, dopotutto, può permettersi un atteggiamento attendista, visto che l’economia Usa nel quarto trimestre del 2024 è cresciuta a un tasso del 2,3%. Si tratta di un dato sotto le attese di mercato, che si attestavano su un 2,7%, e in rallentamento rispetto al 3,1% del terzo trimestre, ma i consumi, colonna portante dell’economia Usa, sono aumentati del 4,2%, nettamente sopra le attese pari al 3,2%. L’economia Usa chiude così un 2024 in crescita e dimostrando anche di saper marciare a passo sostenuto nonostante alti tassi d’interesse. Infine, la metrica preferita dalla Fed in termini di inflazione, l’indice di fondo dei prezzi delle spese personali, a dicembre è risultata in linea con le attese e stabile con il dato di novembre. L’inflazione quindi non aumenta, ma rimane pervicacemente alta.
BCE: QUANTI TAGLI ANCORA?
Come previsto, la Bce ha tagliato i tassi dello 0,25%, ribadendo che il processo disinflazionistico è ben avviato. L’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le previsioni e dovrebbe tornare all’obiettivo del 2% nel corso dell’anno. Per il futuro lo scenario condiviso è quello che la Bce continui a tagliare i tassi, facendolo, dopo il taglio della scorsa settimana, altre tre volte - sempre con riduzioni dello 0,25%. La convinzione della stessa Bce che il carovita si attesterà attorno al 2% durante questo 2025, infatti, permette di continuare ad allentare la politica monetaria abbassando il costo del denaro. C'è, però, anche una corrente, che sta prendendo forza, che prevede che la Bce sarà costretta a fare di più in caso di introduzione di dazi da parte degli Usa. Questo avrebbe un impatto negativo sull'economia di eurolandia, che già, come visto dai dati del quarto trimestre 2024, mostra segnali di stagnazione, costringendo l'Istituto di Francoforte a tagliare, almeno una volta, entro la metà dell'anno i tassi dello 0,5% anziché dello 0,25% oppure continuare a farlo sempre dello 0,25%, ma proseguendo anche nella seconda metà dell’anno.
BRASILE: NUOVO RIALZO E UN ALTRO ARRIVERÀ
La Banca centrale brasiliana ha alzato i tassi d’interesse dell’1%, mossa anticipata ampiamente dai mercati, portandoli al 13,25%. È il secondo aumento consecutivo di questa entità e la Banca ha segnalato un ulteriore rialzo della stessa entità nella prossima riunione. Dopo il prossimo aumento, però, la politica monetaria rimarrà flessibile in base all'andamento dell'inflazione. La Banca centrale ha ribadito che l’ampiezza totale dei rialzi dipenderà dall'impegno a raggiungere l'obiettivo di inflazione e dalle dinamiche inflazionistiche future.
CANADA: PAUSA IN ATTESA DI VALUTARE l’EFFETTO DEI DAZI
Come da attese la Banca centrale canadese (BoC) ha abbassato i tassi di interesse al 3% dal 3,25% precedente. La BoC ha detto che non apporterà probabilmente ulteriori modifiche alla politica monetaria finché non saranno più chiari gli effetti dei dazi imposti dagli Usa sui beni canadesi. A causa dell’elevata incertezza degli effetti di queste decisioni, la BoC preferisce attendere. Infatti, qualora questi non dovessero impattare in maniera significativa sull’economia canadese, quest’ultima non avrebbe bisogno di ulteriori stimoli (e viceversa).
COME SONO ANDATI I PRODOTTI
Attendi, stiamo caricando il contenuto