LA SITUAZIONE FRANCESE
Da luglio scorso seguiamo con attenzione le sorti politiche della Francia, che hanno messo sotto pressione il debito pubblico. La crisi politica ha effetti diretti sull’andamento delle obbligazioni perché mina la credibilità della gestione fiscale e delle finanze pubbliche. Il debito francese, alla fine del primo trimestre del 2025, si attestava al 116% del PIL, mentre il deficit corre veloce intorno al 6%. Non è tanto l’attuale situazione a spaventare i mercati, quanto le prospettive future: senza stabilità politica diventa difficile approvare riforme e politiche fiscali volte al contenimento del deficit e del debito. Questo è essenzialmente il punto della “situazione francese”, la politica. Da sempre sui mercati la stabilità politica è un fattore molto apprezzato e l’esperienza italiana, con l’andamento dei nostri BTp, ne è un ulteriore conferma. Finché la Francia non mostrerà segnali concreti in tal senso, è probabile che rimanga una certa tensione sui suoi titoli di Stato.
Come accadde all’Italia, che rischiava un taglio del rating con il pericolo di finire tra i titoli junk, queste situazioni non devono indurre necessariamente a fuggire. Piuttosto, occorre posizionarsi in modo tattico, sfruttando le opportunità che possono emergere. I rendimenti offerti oggi dai titoli francesi, confrontati con la loro media storica, risultano interessanti, e lo stesso lo sono anche in termini assoluti. Ciò conferma l’importanza della diversificazione: destinare a ogni emittente non più del 5% del portafoglio permette di cogliere occasioni di mercato e, allo stesso tempo, di proteggersi quando un singolo emittente attraversa difficoltà.
LA FEDERAL RESERVE
Il secondo grande market mover è rappresentato dalle attese sulle decisioni della Federal Reserve. I mercati danno ormai per certo un taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti già questa settimana. Già la scorsa settimana i titoli di Stato americani avevano guadagnato in termini di prezzo, conseguenza della discesa dei rendimenti. Questa settimana è avvenuto lo stesso. Nell’ultimo mese, poi, il dollaro ha mantenuto una sostanziale stabilità nei confronti dell’euro, oscillando attorno a 1,165, pur con qualche fisiologico Sali e scendi, comunque contenuto. Puoi continuare ad investire sul dollaro.
Dato che il dato dei tassi da parte della Fed è un fenomeno che “aiuta” gli Emergenti, puoi continuare a posizionarti sulle obbligazioni in dollari di questi Paesi.
Non mancano infine, anche nuove obbligazioni sbarcate su Borsa Italiana che possono essere acquistate per inserire in portafoglio obbligazioni in euro e in dollari.