Argentina: tra austerità e ricerca della fiducia
Argentina: il punto su economia e investimenti
Argentina: il punto su economia e investimenti
Negli ultimi mesi, l’economia argentina sta attraversando una fase di trasformazione profonda e controversa. Dopo anni di crisi valutaria e inflazione a doppia cifra, il presidente Milei ha avviato un piano economico radicale che punta a stabilizzare il peso e a ridare credibilità alla politica monetaria del Paese.
Uno dei segnali più evidenti di questo cambio di rotta è il rallentamento dell’inflazione. I dati di aprile mostrano un calo più marcato del previsto, sintomo che la nuova linea di politica monetaria – focalizzata su una maggiore disciplina fiscale e sul contenimento della base monetaria – sta iniziando a produrre effetti tangibili. Una delle mosse chiave è stata la decisione della Banca centrale di mantenere un tasso di cambio fisso per il peso rispetto al dollaro, rafforzando la previsione che la valuta possa mantenersi stabile almeno fino alle elezioni di medio termine.
Questo approccio ha comportato scelte drastiche: tagli alla spesa pubblica, blocco degli aumenti salariali nel settore statale e forte contrazione della domanda interna. Misure che, se da un lato rafforzano il peso e rallentano l’inflazione, dall’altro rischiano di comprimere ulteriormente l’economia reale e aggravare la recessione in corso. La disoccupazione e la povertà restano alte, e molti cittadini faticano a percepire i benefici immediati di questa nuova stabilità monetaria.
Tuttavia, la strategia di Milei sembra orientata a un obiettivo più ampio: costruire una narrativa di rigore e coerenza per attirare investitori internazionali e ripristinare la fiducia nel peso argentino. Il messaggio è chiaro: niente più emissione monetaria per finanziare il deficit, e nessun ritorno a politiche di spesa espansiva senza coperture. Un messaggio che piace ai mercati – almeno per ora – e che potrebbe consolidare il consenso politico del presidente in vista delle elezioni di medio termine.
In definitiva, l’Argentina si trova davanti a un bivio. La stabilizzazione del peso e la discesa dell’inflazione sono risultati incoraggianti, ma ancora fragili. La vera sfida sarà mantenere questo equilibrio senza spezzare il tessuto sociale ed economico del Paese. Milei gioca una partita complessa: tra il rigore economico e le aspettative di una popolazione stanca di sacrifici, il successo del suo piano dipenderà dalla capacità di trasformare la stabilità di oggi in crescita duratura domani.
Passando al discorso investimenti, cosa conviene fare? Nonostante i progressi, la strada da fare è ancora molta. Non investire nella Borsa argentina e neppure, direttamente, nelle obbligazioni. Al momento il nostro consiglio è di esporti su quest’ultime in maniera diversificata con l’Etf Invesco Emerging Mkts Usd Bond (14,134 euro; Isin IE00BF51K132). L’Argentina, infatti, è tra i Paesi più rappresentati all’interno del portafoglio di questo Etf.
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