Droni su Polonia e Romania: come hanno reagito le obbligazioni...

Reazioni obbligazioni
Reazioni obbligazioni
Il conflitto tra Russia e Ucraina continua e, sin dall’inizio, è apparso evidente che non si trattasse di una questione limitata a soli due Paesi. La portata geopolitica di questo evento è infatti ben più ampia. Negli ultimi giorni i media hanno riportato episodi legati a sconfinamenti di droni nello spazio aereo della Polonia e della Romania. Senza entrare nel merito delle implicazioni politiche o militari, ciò che per noi è importante è osservare come i mercati reagiscono a tali eventi, perché questo ha conseguenze dirette per chi investe.
La Romania, ad esempio, non è presente nei nostri portafogli né con obbligazioni né con azioni. La scelta di escluderla precede gli ultimi sviluppi e il non consiglio rimane valido – a prescindere da quanto successo. Diversa invece la situazione della Polonia, che compare nei portafogli sia con titoli azionari sia con titoli di Stato, seppure denominati in euro. Analizzando l’andamento della Borsa polacca nei giorni immediatamente successivi agli episodi di sconfinamento, si osserva un movimento laterale, caratterizzato da oscillazioni fisiologiche ma senza variazioni significative legate agli eventi geopolitici.
Più marcata è stata invece la reazione della borsa polacca a decisioni di politica interna. Verso il 20 di agosto, infatti, l’indice ha registrato un calo rilevante dopo l’annuncio del governo sull’introduzione di nuove tasse. In particolare, le azioni delle banche polacche sono crollate quando il Ministero delle Finanze ha reso noti i piani per aumentare l’imposta sul reddito delle società, una misura volta a rafforzare il bilancio statale. È quindi evidente come la Borsa abbia reagito più intensamente a decisioni interne che a fattori esterni.
Passando ai titoli obbligazionari, prendendo in considerazione un bond polacco a 7 anni, attualmente consigliato all’acquisto, non si registrano movimenti significativi nei rendimenti, anzi le variazioni sono nulle. La stessa stabilità si riscontra nei titoli di Stato di altri Paesi vicini alla Russia, come Lettonia, Estonia e Lituania (comunque non interessate da nessun evento), dove non sono emerse variazioni di rilievo (comprese tra lo 0,1% e lo 0,2%, in altri termini nulla che non si riscontra in normali periodi di Borsa). In sintesi, i mercati obbligazionari e quelli azionari non hanno attribuito particolare peso agli episodi avvenuti ai confini polacchi e rumeni.
Naturalmente, queste sono solo le reazioni immediate del mercato. Non è possibile prevedere come evolverà la situazione geopolitica né come i mercati reagiranno in futuro. L’importante, tuttavia, non è avere certezze assolute, ma essere preparati alle incertezze. In quest’ottica, la diversificazione rimane la strategia fondamentale per rendere resiliente il proprio portafoglio, soprattutto per quanto riguarda le obbligazioni. La raccomandazione è quindi quella di distribuire gli investimenti su un ampio numero di emittenti, senza superare mai il 5% per ciascuno di essi. Questo limite non deve essere considerato rigido: è possibile destinare anche percentuali inferiori, purché la concentrazione su un singolo emittente non oltrepassi la soglia indicata.
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