La settimana delle obbligazioni: crescita record negli Usa

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
Nell’area euro, le aspettative di inflazione dei consumatori hanno registrato un leggero rialzo: per i prossimi dodici mesi, la crescita dei prezzi è stimata al 2,8%, contro il 2,6% di luglio. Le prospettive a lungo termine mostrano una sostanziale stabilità a tre anni, mentre a cinque anni le attese sono salite lievemente al 2,2%. L’inflazione effettiva è rimasta stabile al 2% in agosto, ma le proiezioni per settembre indicano un incremento al 2,2%/2,3%. All’interno della Bce il dibattito resta acceso: alcuni membri del Consiglio ritengono che l’obiettivo di stabilità dei prezzi sia ormai stato raggiunto, mentre altri sottolineano i rischi legati all’aumento dei costi alimentari. La Bce mantiene dunque un approccio prudente, pronta a intervenire se necessario.
A livello globale, l’indicatore più osservato è stato ancora una volta l’inflazione Pce, misura preferita dalla Federal Reserve in fatto di carovita. In agosto, questo indice è cresciuto dello 0,2% mensile e del 2,9% annuo, restando ben al di sopra dell’obiettivo del 2%. La dinamica inflazionistica continua quindi a mostrare persistenza, alimentata anche dai dazi imposti, che spingono le imprese a trasferire i costi sui consumatori. La Fed si trova così davanti a un bivio complesso: ridurre i tassi per sostenere l’economia o mantenerli alti per riportare l’inflazione sotto controllo. I mercati continuano, comunque, ad essere sicuri di un altro taglio dei tassi nella riunione ad ottobre (con probabilità all’88%).
Sul fronte della crescita, gli Stati Uniti hanno sorpreso con dati robusti. Nel secondo trimestre 2025, il Pil reale è aumentato del 3,8% annuo, segnando la migliore performance degli ultimi due anni e superando la stima precedente del 3,3%. A trainare l’espansione è stata soprattutto la spesa dei consumatori, rivista al rialzo al 2,5%, con un contributo rilevante dai servizi di trasporto e dal comparto finanziario. Importante anche il ruolo degli investimenti aziendali, cresciuti del 7,3% grazie in particolare ai progetti legati all’intelligenza artificiale e ai data center. Le vendite finali a privati hanno toccato il 2,9%, evidenziando una domanda interna più solida del previsto. Tuttavia, alcuni segnali di cautela emergono dal mercato del lavoro, meno dinamico, e dai profitti societari, saliti solo dello 0,2% a causa della scelta delle imprese di assorbire parte dei costi legati ai dazi.
In Asia, la Banca popolare cinese ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per il quarto mese consecutivo: il tasso sui prestiti a un anno è rimasto al 3% e quello a cinque anni al 3,5%. La decisione riflette la volontà di mantenere un approccio prudente in un contesto interno complesso, segnato dal rallentamento della produzione industriale e delle vendite al dettaglio. Allo stesso tempo, la Banca centrale cinese ha adottato misure per sostenere la liquidità bancaria in vista della “Golden Week” (periodo di ferie nazionali, che si svolge generalmente dall'1 al 7 ottobre, per celebrare la Festa Nazionale del 1° ottobre) immettendo nel sistema circa 300 miliardi di yuan.
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