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I BTp sono sotto attacco? Ecco cosa fare
9 mesi fa - venerdì 26 agosto 2022
Italia
Stando ai dati forniti da S&P Global Market Intelligence e ripresi dagli organi di stampa non solo nazionali, ma anche internazionali, attualmente le posizioni ribassiste sui nostri BTp sono di circa 39 miliardi di euro, il livello massimo raggiunto dal 2008. Significa che si sta scommettendo su un calo dei prezzi dei nostri BTp. Infatti, nella pratica queste posizioni ribassiste non sono altro che fondi speculativi che vendono BTp senza possederli – li prendono in prestito (le cosiddette vendite allo scoperto). Come tutti i prestiti, devono poi anche essere restituiti e qui sta la scommessa: loro vendono sul mercato oggi i BTp che hanno preso in prestito incassando subito e poi li ricomprano ad un prezzo più basso per restituirli. Siccome li comprano ad un prezzo più basso di quanto hanno venduto, realizzano un guadagno.
I MOTIVI DELLE SCOMMESSE
Perché si sta puntando su un calo dei prezzi dei BTp? I motivi sono diversi.
Primo: l'esposizione del nostro Paese alla crisi energetica europea. Lo stesso Fondo monetario internazionale ha stimato un crollo del Pil di oltre il 5% se dovessero essere bloccate le forniture di gas dalla Russia.
Secondo. Si teme che le elezioni possano portare dell'instabilità. Quest’ultima è già di suo un evento negativo che impatta sul valore di bond ed azioni di un Paese in tempi normali, ma diventa un amplificatore dei problemi in una situazione come quella attuale. In altri termini, questo secondo fattore potrebbe rendere il problema visto in precedenza ancora più grave.
Terzo, bisogna ricordarsi che tutto questo avviene in un momento in cui la Banca centrale europea ha concluso il suo piano di acquisti di titoli, si limita e reinvestire quanto va in scadenza, e ha intrapreso la strada dell’aumento dei tassi d’interesse. Due fattori che rendono il contesto per le obbligazioni, soprattutto quelle di emittenti più deboli, più problematico.
Dopo tutto non sono solo i fondi speculativi a vedere un orizzonte potenzialmente negativo per l’Italia: nell’ultimo mese anche le agenzie di rating S&P e Moody’s hanno rivisto il loro giudizio sull’Italia, con le motivazioni che stanno portando gli speculatori a puntare contro l’Italia.
MA NON C’È LO SCUDO?
Ma non è tutto così esagerato? Dopo tutto c’è lo scudo anti-spread varato dalla Bce. Come detto, questo strumento è un acquisto di titoli da parte della Banca centrale, ma non incondizionato: l’aiuto arriva solo e solamente se l’aumento degli spread non è dovuto a politiche fiscali non disordinate dei Paesi. In sintesi, i Paesi devono dimostrare di essere attenti alle proprie finanze e fare tutto il possibile per tenere i conti in ordine. Anche su questo c’è qualche timore per il post-elezioni, ma soprattutto, per il risultato delle speculazioni in atto, non è necessario che l’Italia “salti” e quindi faccia default. Infatti, oggi un BTp, per esempio decennale, quota circa 90. Le speculazioni possono far scendere il prezzo, e di molto – ipotizziamo anche 75, ma poi interviene la Bce. A quel punto chi ha speculato basta che compri i BTp e chiuda la scommessa ad un valore sotto i 90, per esempio 85, per essere in guadagno. Di fatto, la Bce ha evitato il peggio, il prezzo potrebbe tornare anche a 90 in seguito visto che se le posizioni ribassiste vengono chiuse significa che c’è una corsa a riacquistare i BTp, ma anche gli speculatori hanno guadagnato. Ovviamente è un esempio, teorico e anche ottimista, perché alla fine tutto rientra nonostante un periodo di turbolenza -e non è detto che succeda, ma è utile per capire come lo scudo anti-spread non sia un deterrente, al momento, per queste speculazioni.
CHE FARE CON GLI INVESTIMENTI?
Cosa fare dunque? Se vuoi puntare al ribasso sui BTp anche tu, utilizzando prodotti che guadagnano se i prezzi dei BTp scendono (e più in generale dei bond), come abbiamo avuto modo di dirti, noi ti sconsigliamo ti farlo, ma non perché l’idea non sia corretta, ma perché i prodotti per replicarla non sono adatti. Niente speculazioni al ribasso, dunque.
E speculazioni al rialzo? Abbiamo detto che se tutto rientra i prezzi dei BTp possono aumentare. Puntando su un BTp con scadenza lunga, che reagiscono di più ai prezzi, si potrebbe guadagnare se le cose si rasserenano. Come idea è corretta, ma al momento i prezzi dei BTp sono sì scesi, ma non a sufficienza per garantire che una scommessa. In sintesi, se dovesse andare tutto bene e i prezzi risalgono il rendimento dell’investimento non sarebbe tale da giustificare il rischio che ti sei sobbarcato – stai infatti puntando su bond con scadenze lunghe, quindi sensibilissimi ai prezzi e che difficilmente puoi portare a scadenza.
Puoi invece pensare di acquistare i BTp, con scadenza breve, e tenerli in portafoglio. Attenzione però ad una cosa. I nostri BTp sono rischiosi: te lo diciamo da anni oramai e per molto tempo ti abbiamo consigliato di star loro lontano perché i rendimenti erano troppo bassi – c’era la Bce che li comprava e manteneva i rendimenti artificialmente bassi. Da qualche mese siamo però tornati a consigliarti i nostri BTp, perché i rendimenti si sono alzati, ma ribadendoti chiaro e tondo la loro rischiosità. È pure vero che i momenti di difficoltà e di incertezza possono generare opportunità di acquisto, l’importante è gestire al meglio il rischio. E questo lo fai diversificando. Oggi i rendimenti dei BTp sono saliti e lo fanno ancora, lo sono una testimonianza i rendimenti delle ultime aste dei BTp short term, ma anche BoT, e quindi puoi utilizzarli per strappare un po’ di rendimento in più. Per cui, i BTp possono essere acquistati, ma non devi dedicare loro l’intera posta della strategia che replichi. Nella pratica, il 35% del portafoglio difensivo o il 10% di quello equilibrato non devono essere interamente investite in BTp. Questo perché è un modo di agire, indipendentemente dal rischio dei nostri BTp, non corretto: va contro il concetto di diversificazione alla base di qualunque investimento di portafoglio. E questo anche se una posta ha un rendimento superiore alle altre. Nella pratica tutto questo significa che la parte dei due portafogli, difensivo ed equilibrato, da dedicare ai bond della zona euro deve essere suddiviso tra titoli di diversi Stati europei, non solo italiani, in quantità ben precise. Queste quantità e i prodotti da acquistare li trovi tutti in questa sezione loro dedicata.