Opv (offerta pubblica di vendita)

Cos'è un'OPV?

OPV è l'acronimo di offerta pubblica di vendita, cioè l'operazione con cui un soggetto che già detiene delle azioni decide di collocarle (di offrirle, appunto) a chi fosse interessato a comprarle, che diventerà quindi un nuovo azionista della società.

Come funziona un'OPV?

Essendo un'operazione avente ad oggetto strumenti finanziari, l'offerta pubblica di vendita deve seguire delle regole precise, regolate dal testo unico della finanza, in particolare quando l'operazione è destinata alla quotazione delle azioni sui mercati regolamentati (in questo caso si parla di initial public offering, IPO).

Il primo passaggio è la definizione, da parte del venditore, del quantitativo di titoli offerti e del prezzo. Queste informazioni devono essere comunicate al pubblicoo, ma le modalità sono diverse a seconda di chi sia questo "pubblico":

  • Se l'offerta è rivolta al pubblico indistinto, il venditore deve predisporre un prospetto informativo che includa tutte le informazioni previste dalla normativa. Il prospetto deve essere approvato dalla Consob, l'organismo che tutela il corretto funzionamento dei mercati finanziari
  • Se l'offerta è rivolta solo a investitori "istituzionali", cioè professionisti, gli obblighi informativi sono minori e non c'è bisogno di un prospetto . Questo perché i potenziali acquirenti sono una categoria più "consapevole", a differenza del piccolo investitore che deve essere maggiormente tutelato.

Dopo di questo, parte la fase di raccolta di adesioni. Nel caso di un'offerta al pubblico indistinto, il prospetto deve anche indicare il periodo in cui è possibile aderire (cioè "prenotarsi" per acquistare le azioni) e le modalità con cui il venditore soddisferà le richieste nel caso in cui le adesioni superassero il quantitativo offerto (il caso più diffuso è il riparto, cioè ogni richiedente riceve solo una parte delle azioni "prenotate").

Infine, alla conclusione del periodo di offerta, c'è il passaggio di proprietà, e allo stesso tempo avviene il passaggio di denaro dall'acquirente al venditore. Se, come nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di azioni con diritto di voto, da quel momento anche il diritto di voto passa all'acquirente.

Il consenso a un'OPV può essere modificato?

In generale no: una volta "prenotate" le azioni, si ha l'obbligo di acquistarle. Per questo, è bene valutare con attenzione se l'investimento è adatto o no alle proprie esigenze.

Il venditore può cambiare idea e non cedere le azioni?

Anche su questo fronte, la risposta in generale è no. C'è però da considerare che il processo di OPV può durare settimane, dal momento della definizione del prezzo a quello in cui l'operazione si conclude. Per questo, il venditore può inserire nel prospetto informativo delle condizioni che, se verificate, gli permettono di ritirare l'offerta. Nel caso in cui queste condizioni si verifichino, non ci sarà né il passaggio di mano delle azioni, né ovviamente del denaro per pagarle.

Che vantaggi ha un'OPV?

Per il venditore, è un modo per "monetizzare" l'investimento a un prezzo definito. Spesso, poi, l'offerta pubblica di vendita riguarda solo una parte delle azioni detenute: l'OPV può avere quindi il vantaggio di "alleggerire" il suo investimento nella società, mantenendo però il controllo. Un caso particolare è quello delle privatizzazioni: il meccanismo è lo stesso, ma il venditore è lo Stato e non un soggetto privato.

Dal punto di vista dell'acquirente, il vantaggio principale è la possibilità di allargare la gamma di potenziali investimenti a cui ha accesso, rispetto ai titoli già quotati in Borsa.

Che svantaggi ha un'OPV?

Non è esattamente uno svantaggio, ma è un aspetto comunque importante: con un'OPV, a differenza di un'OPS (offerta pubblica di sottoscrizione), l'importo pagato dall'acquirente non va ad aumentare il capitale della società, ma va interamente al venditore. Quindi per la società non c'è un apporto di "capitale fresco" con cui, per esempio, allargare la propria attività.

Un'OPV è rischiosa?

Come tutti gli investimenti in azioni, sì, comporta un certo livello di rischio. Oltre a quelli legati al "normale" investimento in azioni, val la pena poi considerare altri due aspetti che possono influire sul rischio.

Primo: come abbiamo detto, dal momento dell'adesione a quello della conclusione dell'offerta passa un po' di tempo. Nel frattempo, può capitare che il settore in cui opera la società (o i mercati in generale) siano influenzati da eventi negativi: ma il prezzo che pagherai resterà quello già stabito.

Secondo: occorre fare attenzione ai motivi per cui la controparte ha deciso di vendere. Può essere semplicemente per monetizzare l'investimento, specialmente se ha comprato in passato a prezzi più bassi e vuole incassare i guadagni. Ma può essere che sia perché vuole liberarsi di un investimento che ritiene, ormai, poco redditizio...