Vendita allo scoperto
Cos'è la vendita allo scoperto o short selling?
Nel mondo degli investimenti finanziari esistono operazioni che non si limitano all’acquisto di strumenti finanziari con l’obiettivo di guadagnare da un aumento di prezzo. Una di queste è la vendita allo scoperto, nota anche come short selling.
La vendita allo scoperto è un’operazione finanziaria in cui un investitore decide di vendere un titolo finanziario (come ad esempio un’azione) che non possiede, con l’obiettivo di riacquistarlo in futuro a un prezzo inferiore, realizzando così un guadagno dalla differenza di prezzo.
A prima vista, può sembrare paradossale: come si può vendere qualcosa che non si possiede? Il meccanismo alla base dello short selling prevede che l’investitore prenda in prestito il titolo da un altro soggetto, solitamente tramite un intermediario finanziario. Il titolo viene poi venduto sul mercato. Se il prezzo del titolo scende, l’investitore può acquistarlo a un prezzo più basso e restituirlo al prestatore, incassando la differenza.
Chi effettua una operazione di vendita allo scoperto viene chiamato venditore allo scoperto, o più informalmente scopertista o short. Questo soggetto avrà una posizione corta, ovvero non scommette sull’ascesa di un titolo, ma sulla sua discesa. È importante sottolineare che si tratta di una strategia perfettamente legale, purché venga effettuata nel rispetto delle normative vigenti, come il Regolamento (UE) n. 236/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Come funziona la vendita allo scoperto?
Il funzionamento della vendita allo scoperto può essere riassunto in alcuni passaggi principali:
1. Prestito del titolo: l’investitore si accorda con un intermediario (come una banca o una società di intermediazione) per prendere in prestito un titolo azionario (o altro strumento finanziario) da un altro soggetto, spesso un investitore istituzionale. Per poter accedere al prestito, lo scopertista paga una commissione calcolata in genere su base giornaliera o annuale. Il costo può variare a seconda della domanda e disponibilità del titolo: più un titolo è richiesto per le vendite allo scoperto più il costo del prestito sarà elevato. Oltre a questo, il venditore allo scoperto è anche tenuto a riconoscere al prestatore eventuali dividendi che il titolo distribuisce durante il periodo del prestito.
2. Vendita del titolo: il titolo viene venduto sul mercato al prezzo corrente. Questo passaggio genera liquidità immediata, ma implica anche un impegno futuro a riacquistare lo stesso titolo per poterlo restituire. È importante sottolineare che, a questo punto, l’investitore non sta ancora realizzando un profitto, ma sta semplicemente avviando l’operazione con l’aspettativa che il prezzo del titolo cali successivamente.
3. Attesa della discesa del prezzo: dopo la vendita, l’investitore resta in attesa, osservando l’andamento del titolo sul mercato. L’obiettivo è che il prezzo del titolo scenda, così da poterlo riacquistare a un costo inferiore rispetto a quello della vendita iniziale. In questa fase, l’investitore si espone al rischio che la sua previsione si riveli errata: se il titolo invece sale, le perdite iniziano ad accumularsi. È una fase delicata che richiede prontezza, capacità di analisi e, spesso, un orizzonte temporale relativamente breve, proprio per contenere i costi dell’operazione.
4. Riacquisto del titolo a prezzo inferiore: se la previsione si rivela corretta, il titolo viene riacquistato a un prezzo inferiore.
5. Restituzione del titolo: il titolo viene restituito al prestatore, e la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di riacquisto costituisce il profitto, al netto dei costi dell’operazione.
Questa strategia è utilizzata anche per finalità diverse dal puro profitto speculativo. Alcuni investitori, ad esempio, la utilizzano come copertura (“hedging”) contro altri investimenti, per ridurre il rischio complessivo del portafoglio.
Le posizioni nette corte vengono comunicate alle autorità competenti qualora superino una determinata soglia, secondo quanto previsto dal già citato regolamento europeo. Questo serve a garantire trasparenza sul mercato e a prevenire eventuali manipolazioni.
Inoltre, strumenti come i derivati possono essere utilizzati per ottenere un’esposizione simile a quella di una vendita allo scoperto, senza necessariamente vendere fisicamente il titolo. Questo tipo di posizione in cui si ottiene un guadagno se il prezzo scende è detta corta. I credit default swap rientrano in queste logiche, essendo contratti derivati utilizzati per coprire il rischio di insolvenza di un’obbligazione, ma talvolta impiegati anche con finalità speculative, contribuendo al dibattito relativo alle vendite allo scoperto nei mercati obbligazionari.
Quali sono i rischi
Nonostante possa sembrare una strategia “furba” per guadagnare in un mercato in discesa, la vendita allo scoperto comporta rischi significativi. Ecco i principali:
1. Perdita potenzialmente illimitata: a differenza dell’investimento tradizionale, dove il massimo rischio è rappresentato dalla perdita dell’intero capitale investito, nello short selling le perdite possono teoricamente essere illimitate. Infatti, se il prezzo del titolo non scende ma sale, il venditore allo scoperto dovrà comunque acquistarlo a un prezzo superiore per restituirlo. Non esiste un limite massimo al prezzo che un titolo può raggiungere.
2. Costi operativi: l’operazione comporta diversi costi, tra cui gli interessi per il prestito del titolo, le commissioni applicate dall’intermediario e gli eventuali margini richiesti a garanzia. Se la posizione rimane aperta per un periodo prolungato, questi costi possono aumentare sensibilmente nel tempo. Di conseguenza, per generare un profitto, il titolo non solo deve scendere di prezzo, ma deve farlo in misura tale da coprire almeno tutte le spese sostenute per mantenere l’operazione.
3. Richiami dei titoli prestati: il prestatore dei titoli può decidere di richiamare i titoli in qualsiasi momento. In questo caso, il venditore allo scoperto è obbligato a chiudere la posizione, anche se il mercato non si è ancora mosso nella direzione sperata. Tuttavia, non tutti i contratti prevedono un richiamo immediato e incondizionato: alcune forme di prestito titoli possono stabilire vincoli temporali o condizioni specifiche per il richiamo. La possibilità concreta che i titoli vengano richiamati dipende quindi dalla natura dell’accordo tra le parti.
4. Restrizioni normative: In situazioni di alta volatilità o crisi di mercato, le autorità competenti possono introdurre limitazioni o divieti temporanei alla vendita allo scoperto. È accaduto, ad esempio, durante la crisi del debito sovrano in Europa e durante la pandemia di Covid-19. Il Regolamento (UE) n. 236/2012 prevede la possibilità di introdurre tali restrizioni per evitare effetti destabilizzanti sul mercato.
5. Effetti sul mercato e percezione negativa: talvolta, l’uso massiccio di short selling è stato accusato di accentuare i ribassi dei mercati, generando panico tra gli investitori. Sebbene non ci siano prove definitive che colleghino la vendita allo scoperto a crisi sistemiche, la percezione di “speculazione al ribasso” ha portato a richieste di maggiore regolamentazione, soprattutto quando si tratta di società già in difficoltà.
Considerazioni conclusive
La vendita allo scoperto è uno strumento potente, che può svolgere diverse funzioni nel sistema finanziario. Oltre all’utilizzo speculativo, può contribuire all’efficienza dei mercati, segnalando valutazioni eccessive e favorendo la liquidità. Tuttavia, è anche una strategia complessa e rischiosa, non adatta a tutti gli investitori.
Chi decide di vendere allo scoperto deve essere consapevole dei rischi elevati, delle regole di mercato, e delle possibili implicazioni. Le posizioni corte vanno monitorate con attenzione e richiedono conoscenze tecniche, oltre a una buona capacità di gestione del rischio.
Le autorità di vigilanza, attraverso diverse norme, cercano di mantenere un equilibrio tra trasparenza, efficienza e stabilità dei mercati. Il monitoraggio delle posizioni nette e la comunicazione delle stesse rappresentano un passo importante in questa direzione.
Infine, è bene ricordare che le operazioni di short selling non garantiscono il successo e non dovrebbero essere interpretate come una raccomandazione di investimento. Sono strumenti avanzati, e come tali, possono essere utili solo se utilizzati con cognizione di causa da esperti del settore. Questo tipo di operazioni sono assolutamente sconsigliate a chi sta iniziando a muovere i primi passi nel mondo degli investimenti ma anche a chi ha già una piccola esperenza alle spalle.