Adesso che c’è Draghi l’Italia fa meno paura: i cds, gli strumenti finanziari che costituiscono una assicurazione sull’eventuale default di un emittente di titoli, viaggiano, infatti, su prezzi storicamente bassi (siamo intorno a 80 per un bond decennale, mentre negli ultimi anni si viaggiava grosso modo tra 100 e 200), segno che c’è fiducia nel fatto che il Bel Paese non porterà i libri in tribunale. Tuttavia, siccome abbiamo un debito pubblico che è circa una volta e mezza la ricchezza che siamo in grado di produrre in un anno, qualcuno di voi potrebbe pensare che è sempre meglio mettersi al sicuro quando le cose sono tranquille e potrebbe cogliere l’occasione per portarsi avanti. Ecco qualche dritta sulle principali soluzioni e difficoltà.
LA SVIZZERA: GIOIE E DOLORI
Quale posto più sicuro per i tuoi soldi della Svizzera? Senz’altro è un Paese che ha una bella tradizione in tal senso. Attenzione, però: innanzitutto scordati di trovare il paradiso fiscale che era una volta. I soldi ce li puoi portare, ma non certo di nascosto. In secondo luogo, la Svizzera si è voluta togliere anche la fama del Paese dove finiscono i soldi sporchi, per cui se ci vuoi aprire un conto dovrai presentarti di persona e farti conoscere. Ciò significa che non si trovano conti solo online che puoi aprire a distanza. Infatti, se scarichi l’app del conto Neon (un conto svizzero www.neon-free.ch/it/ che gli svizzeri fanno online) dovrai a un certo punto rispondere alla fatidica domanda: hai un permesso di soggiorno svizzero? E se la risposta è “no” ti dice che non puoi procedere. Per fare un altro esempio, anche se cerchi di aprire un conto online con Banca Migros (www.migrosbank.ch/it/privati.html), trovitra i requisiti la residenza in Svizzera. Insomma, se vuoi un conto svizzero metti in conto un viaggio almeno a Chiasso o a Lugano. Poi c’è dell’altro. I costi delle banche svizzere sono generalmente più elevati di quelli delle banche italiane, e non è escluso che ti chiedano pure dei soldi in più solo perché vieni dall’estero. È il caso del corrispettivo svizzero del conto delle nostre Poste, Postfinance (www.postfinance.ch/it/privati.html) che ti chiede ben 25 franchi al mese di canone se non sei residente elvetico. Insomma, la Svizzera per ora è una buona meta, ma solo se hai abbastanza soldi da giustificare i costi.
UN CONTO A SAN MARINO PER CHI ABITA IN CENTRO ITALIA?
La Banca di San Marino (www.bsm.sm/) offre un conto corrente online chiamato B1 e sul sito della banca c’è come chiedere l’attivazione da cittadini UE. È solo uno degli istituti di credito presenti sul Titano (trovi le altre sul sito della banca centrale www.bcsm.sm/site/home/funzioni/funzioni-statutarie/sistema-dei-pagamenti/banche-operative.html). Qual è, allora, il problema di un conto a San Marino? Il rating del Paese che è BB+ secondo l’agenzia di rating Fitch, ma l’outlook (cioè come si prevede si evolva il rating) è passato da negativo a stabile (www.fitchratings.com/entity/san-marino-80442266#insights). Il Paese ha rating più basso di quello italiano (BBB stabile, cioè un paio di gradini sopra San Marino) e a un livello (BB) che è definito speculativo. Resta il fatto che l’economia sanmarinese dipende molto da quella italiana con cui ha condiviso tra l’altro gli scandali finanziari che nell’ultimo decennio hanno travolto più di una banca di questo Paese. Non da ultimo, San Marino è formalmente fuori dall’UE e in caso di problemi potrebbe essere costretta a doversela vedere da sola (si pensi a cos’è successo coi vaccini per cui ha dovuto ricorrere al russo Sputnik).
ALTERNATIVE AL TICINO E AI GRIGIONI?
Lasciamo la Svizzera e vediamo nel resto d’Europa. Posto che esiste, in linea teorica, la possibilità di aprire un conto ovunque, non sempre è così facile.Soprattutto non lo è per chi non va sul posto. In Francia, per esempio, occorre comunque avere un “giustificativo di domicilio”, un documento che vi leghi a un indirizzo locale. In genere è una bolletta elettrica o del gas (ma l’elenco non è esaustivo). Il problema è che se non avete un domicilio in Francia la cosa si fa decisamente grama. Altri Paesi Europei sembrano sulla carta più disponibili, ma dovete almeno lasciarvi attirare da qualche investimento, perché aprire solo un conto corrente non è attraente per le banche che i soldi li fanno soprattutto dai servizi d’investimento.
SOLUZIONI ONLINE? UNA CARRELLATA DI CONTI ESTERI
Abbiamo parlato di conto zero spese di BBVA (www.bbva.it/persone.html) in AF 1435. Si apre del tutto online ed è emanazione di una banca estera, spagnola nel nostro caso, il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria che è soggetto alla vigilanza spagnola ed è protetto dal fondo interbancario di difesa dei depositi spagnolo. L’Iban è, però, un iban italiano. Per la cronaca i Cds di un decennale spagnolo sono intorno a quota 45, quindi la Spagna è più sicura dell’Italia (la Francia sta sotto 20, Germania e Olanda a circa 15).
Poi c’è Bunq (https://it.bunq.com/), una banca olandese che si apre online e propone conti con prezzi da 2,99 euro al mese (è il caso del pacchetto EasyBank) a salire. A seconda del pacchetto scelto è possibile avere anche Iban di altri Paesi europei (e nella documentazione sta scritto che se hai Iban italiano la banca ti prende lei il 26% di tasse). La licenza bancaria è olandese e così il sistema di protezione dei depositi olandese.
Ti abbiamo parlato spesso anche di N26 (https://n26.com/it-it) che segue il sistema di vigilanza tedesco ed è protetta dal fondo interbancario tedesco. Dal 26 marzo 2020 offre non più un Iban che inizia per DE, ma uno italiano.
Sempre limitatamente al solo deposito di denaro, il broker online Degiro ha associato al servizio di trading un conto d’appoggio per depositare i soldi presso la banca Flatexdegiro (www.degiro.it/conto-deposito). Il sistema di garanzia dei depositi che lo protegge è quello tedesco.
Sempre in Germania (ma ha una filiale registrata anche in Italia) abbiamo Solaris Bank (www.solarisbank.com/en/) che ricade sotto il fondo interbancario tedesco e a cui si legano diverse app come Tomorrow (www.tomorrow.one/en-EU/) con costi dai 3 euro al mese in su e Vivid money (https://vivid.money/en-eu/) concentrata, però, sugli investimenti.
Infine, passiamo dal Baltico: Revolut (www.revolut.com/it-IT) da semplice borsellino elettronico è diventata un vero e proprio conto corrente, in questo caso lituano. Il sistema di garanzia è, dunque, quello lituano. Ci sono conti gratuiti e altri a pagamento, fino a 13,99 euro al mese.
Vuoi sapere, invece, quali sono le banche estere autorizzate in Italia? Qui trovi l’elenco https://aibe.it/banche-associate/.
I soldi sui conti all’estero van dichiarati (ma solo se...)
Non è vietato portare denaro all’estero: l’importante è solo che se su un conto estero si superano i 5.000 euro di giacenza media il fisco italiano lo sappia per poter incassare il bollo. È altresì obbligatorio dichiarare i soldi all’estero se si superano i 15.000 euro di giacenza anche solo per un giorno (questa norma non è per pagare le tasse, ma ai fini antiriciclaggio). Lo si fa compilando il quadro RW del modello Redditi.
Da non confondere
In questo articolo parliamo di conti correnti presso delle banche vere e proprie, i conti presso istituti di moneta elettronica sono una cosa diversa. Per esempio, Monese (https://monese.com/it/it) offre dei conti in valute diverse dall’euro, ma è qualificato come istituto di moneta elettronica autorizzato dalle autorità belghe. Non fa prestiti come le banche, ma mette a sua volta i soldi dei clienti su un conto corrente bancario, li assicura, o cerca forme di garanzia simili (qui https://monese.com/gb/it/blog/keep-money-safe gli anglofili possono farsi un’idea del suo funzionamento). Altro esempio simile è Qonto (https://qonto.com/it), un istituto di pagamento vigilato da Banque de France e Banca d’Italia. I soldi che uno mette sui suoi conti vengono a loro volta custoditi presso Crédit Mutuel Arkéa e, quindi, in fin dei conti, sono protetti dal sistema di garanzia francese (vedi qui per i dettagli help.qonto.com/it/articles/4359673-come-sono-protetti-i-miei-fondi ). Controlla sempre la sezione del nostro sito in cui raccogliamo tutte le segnalazioni in Europa (non solo in Italia) di chi attenta all’incolumità del tuo patrimonio: www.altroconsumo.it/investi/fiscale-e-legale/avvisi-ai-risparmiatori.
Vaticano? per pochi...
Se sono a Roma posso aprire un conto allo Ior? Molto difficile: i destinatari previsti per i conti allo Ior sono chierici e membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica, dipendenti e pensionati vaticani (www.ior.va/content/ior/it/servizi.html).