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Riscatto della laurea

Riscatto laurea

Riscatto laurea

Data di pubblicazione 04 febbraio 2020
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Riscatto laurea

Riscatto laurea

Tutto quello che devi sapere

Riscatto della laurea: tutto quello che devi sapere

Il riscatto: cos'è?

È la possibilità di vedersi riconosciuti, dietro pagamento di una somma in denaro, gli anni di studio del corso legale dell’università ai fini della pensione.

Il periodo da riscattare può riguardare tutti quanti gli anni del corso di laurea (riscatto totale) o solo alcuni (riscatto parziale). Non si possono riscattare gli anni fuori corso, né gli anni “coperti da retribuzione” cioè quelli in cui si lavorava regolarmente pur andando all’università.

Si possono riscattare anche altri titoli di studio come dottorati di ricerca, diplomi di specializzazione di durata non inferiore ai due anni… i contributi sono attribuiti agli anni del corso di studi, quindi quelli precedenti al 1996 rientrano nel vecchio sistema retributivo. Puoi chiedere il riscatto sul sito dell’Inps o chiedendo la consulenza di un patronato o di un Caf.

Cosa si intende per riscatto della laurea a fini pensionistici

Il riscatto della laurea consiste nella possibilità di vedersi riconosciuti, ai fini della pensione, gli anni di università (fuori corso esclusi). Per farlo occorre non aver già versato contributi in quel periodo e pagare una somma di denaro (in genere elevata: è un terzo del tuo stipendio lordo per ogni anno che riscatti, ma è possibile dilazionarla a rate in dieci anni). Gli anni riscattati sono imputati all’epoca del corso di studi. Per chi ha studiato prima del 1996 rientrano, quindi, nel vecchio sistema retributivo. 

Il fatto che il riscatto ordinario degli anni di laurea costi una somma elevata è un problema che spinge molti a rinunciare al riscatto. Per questo il governo ha pensato bene di inventare una forma “agevolata” di riscatto che costa meno, introdotta dalla legge di bilancio prima e dal DL 4/2019 (quello in cui si parla anche di quota 100 e della pace contributiva) poi, che hanno introdotto la possibilità del riscatto agevolato della laurea. In una prima versione, la misura era prevista solo per chi ha meno di 45 anni, ma al momento della conversione del decreto in legge ogni requisito anagrafico è stato stralciato e con una recente circolare inps la possibilità è stata estesa in via teoria anche agli anni precedenti al 1996 (basta optare per il passaggio al contributivo, vedi oltre, scelta che ha comunque delle conseguenze non sempre desiderabili).

Che cosa prevede il riscatto agevolato?

Prevede che tu possa fare il riscatto in base al reddito minimo soggetto a imposizione della gestione Inps di artigiani e commercianti, che è di 15.878 euro annui.

L' onere di riscatto è di 5.239,74 euro per ogni anno riscattato. Puoi riscattare un numero di anni pari alla durata legale del tuo corso di studi universitari, non gli anni fuoricorso. Il calcolo dell onere è semplice: basta moltiplicare gli anni del corso legale di studi, per esempio, tre anni, per 5.239,74. La presentazione della domanda di riscatto è possibile solo online sul sito dell'Inps.

Cosa mi cambia nella vita in seguito al riscatto?

Aumenta il numero degli anni in cui risulti aver versato dei contributi e, quindi, in alcuni casi (ma non sempre) ti avvicina alla pensione come accade per il riscatto tradizionale, ma a un costo inferiore. Attenzione, però, che l’importo della tua pensione viene calcolato in base a quanto versi: col riscatto agevolato versi meno soldi, per cui avrai una pensione più bassa, che col riscatto tradizionale.

Mi conviene il riscatto agevolato?

Il vero vantaggio di questo strumento è “avvicinare la pensione”, ma questo non succede sempre e comunque. Dal punto di vista economico può creare problemi (anche seri). I soldi che versi sono pochi e pertanto non alzano molto la tua pensione (siamo grosso modo tra i 20 e i 30 euro lordi al mese per ogni anno riscattato). A fronte di ciò, però, andando in pensione prima, rinunci a una fetta della tua pensione (per ogni anno di anticipo, a seconda delle età perdi tra il 2,5% e il 3,9% della pensione, per esempio se vai in pensione a 65 anni anziché a 70 perdi oltre il 15% della tua pensione solo per effetto dell’anticipo, senza contare i minori contributi che versi e che servono come base di calcolo della pensione). D’altronde vai in pensione prima e a questo puoi dare un valore solo tu.

Non dare per scontato che riscattare la laurea ti anticiperà sempre la pensione. Non è sempre detto. Per esempio, non ti serve necessariamente se punti alla pensione di vecchiaia a 67 anni, hai iniziato a lavorare prima del ’96 e hai versato 20 anni di contributi. Infatti, hai già quanto necessario per ritirarti a 67 anni. Potrebbe servirti (ma solo perché aumenta i tuoi versamenti inps) se, avendo iniziato a lavorare dopo il ‘95, pur avendo 20 anni di contributi, la pensione a cui hai diritto è particolarmente bassa (meno di 1,5 volte l’assegno sociale) e i versamenti del riscatto ti servono a farti superare tale soglia. Non ti serve per ottenere la pensione anticipata “secondo i requisiti contributivi” (quella per cui si sta a casa con 42 anni e 10 mesi se uomo, 41 e 10 mesi se donna) se pure col riscatto resti distante dagli anni minimi richiesti. E, ancora, se ricadi nel sistema contributivo, e hai già versato 20 anni di contributi e la tua pensione è già abbastanza alta (2,8 volte l’assegno sociale), non ti serve neanche per andare in pensione anticipata a 64 anni. Attenzione, poi, se chiedi il riscatto della laurea per anni che precedono il 1996 esci dal sistema misto e perdi la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni.

Ci sono alternative? 

Sì, una alternativa c’è ed è il fondo pensione. Non ti fa anticipare la possibilità di ritirarti dal lavoro, ma aumenta l’importo della pensione.

Rispetto al riscatto ha dei vantaggi. Il primo è che la rivalutazione delle somme che ci versi non sono legate all’andamento dell’economia italiana, ma a quello (più premiante) dei mercati mondiali.

Il secondo è che se lo Stato italiano dovesse fallire e quindi essere costretto a tagliare le pensioni hai la speranza che una gestione fatta con intelligenza ti metta al sicuro. Il terzo è che se sei un lavoratore dipendente e scegli il tuo fondo di categoria, hai diritto al contributo aggiuntivo del tuo datore di lavoro.

Opzione per il sistema contributivo

Chi risulta assicurato al 31 dicembre 1995 (cioè ha almeno un contributo Inps prima di tale data) e che, quindi, ricade nel cosiddetto sistema misto (retributivo fino al 1995 e contributivo dal 1996) può chiedere di optare per adottare il solo sistema di calcolo contributivo alle seguenti condizioni: non può far valere più di 18 anni di contributi a fine 1996, deve avere almeno 20 anni di versamenti di cui 5 anni successivamente al 1995. Il sistema contributivo è in ogni caso adottato nella gestione separata.

Prima di decidere il passaggio fatti fare sempre dei calcoli dettagliati e personalizzati da un patronato.

Il rischio che lo Stato italiano cambi le regole 

Esiste un rischio concreto: che cambino ancora le leggi e che si vada in pensione a condizioni diverse da quelle che hai previsto ora facendo il riscatto. Il legislatore italiano, anche se tende spesso a salvaguardare il pregresso (c’è da dire che la logica dei diritti acquisiti è spesso ampia) tende infatti ad avere molti ripensamenti (pensa alla legge Fornero) , non saprai mai da qui al 2030 quante volte avrà rifatto la legge sulle pensioni.

 

Forse potrebbe interessarti effettuare un calcolo della pensione che ti spetta. Puoi farlo gratuitamente con il calcolatore di Altroconsumo.