Insieme a quota 100 sono arrivate altre facilitazioni per chi vuole andare in pensione il prima possibile. Una riguarda i periodi non coperti da contribuzione, l’altra il riscatto della laurea. Vediamo quella sul riscatto della laurea (vedi riquadro se non sai già di cosa si tratta).
Riscattare costa molto
L’idea di riscattare la laurea agli italiani non è mai dispiaciuta. La laurea si riscatta soprattutto per avvicinare il momento della pensione, infatti il riscatto ha due effetti: fa crescere il numero di anni di contributi versati e fa salire l’importo della pensione pubblica. Un tempo, quando costava assai poco, era molto diffusa. Col tempo, però, il costo è aumentato e questo ha ridotto la platea. Ecco due esempi per inquadrare regole e costi. Si tratta di regole preesistenti che restano in vigore. Prima riscatti la laurea, meno paghi, perché il costo dipende dal tuo reddito che, normalmente, cresce con l’esperienza lavorativa. Per chiedere il riscatto non è necessario aver lavorato, lo si può fare anche prima di iniziare a versare contributi (i soldi in tal caso li possono dare papà e mamma a cui risulti a carico, che avranno vantaggi fiscali a loro favore)
Hai studiato dopo il 1995
Il primo esempio è valido se riscatti un corso di laurea iniziato dopo il 1995 e se allora non avevi già versato 18 anni di contributi, oppure se i 18 anni di contributi li avevi già allora, ma ti sei iscritto all’università dopo il 2011. In tal caso paghi il 33% della tua retribuzione lorda attuale per ogni anno di studio. Poniamo che guadagni 45.000 euro lordi l’anno e che hai conseguito una laurea quadriennale. Finirai per pagare 45.000 x 33% x 4 = 60.000 euro in tutto - c’è dietro qualche arrotondamento, ma ci importa rendere l’idea. Se lo paghi in 10 anni sono 6.000 euro l’anno, 500 euro al mese. Non ti spaventare: anche se il tuo stipendio netto - nel caso di uno lordo di 45.000 euro - è di circa 2.450 euro spalmato su 13 mensilità, grazie alla deducibilità di cui i versamenti godono, i 500 euro mensili diventano 310 e i 6.000 annui 3.720 euro. Due importi più accettabili.
Hai studiato prima del 1996
Il secondo esempio riguarda gli studi compiuti prima del 1996 (o entro il 2011 se nel 1995 avevi già 18 anni di contributi). Qui il calcolo si complica e la somma da versare segue regole complesse: prima l’Inps calcola la tua pensione senza riscatto, poi la calcola col riscatto, quindi applica alla differenza particolari coefficienti statistici che dipendono dalla tua età e dalla tua anzianità retributiva per dirti quanto devi versare.
Riscatto: cos'è?
È la possibilità di vedersi riconosciuti, dietro pagamento di una somma in denaro, gli anni di corso legale dell’università ai fini della pensione. Può riguardare tutti quanti gli anni (riscatto totale) o solo alcuni (riscatto parziale). Non si possono riscattare gli anni fuori corso, né gli anni “coperti da retribuzione” cioè quelli in cui si lavorava regolarmente pur andando all’università. Si possono riscattare anche dottorati, specializzazioni… i contributi sono attribuiti agli anni del corso di studi, quindi quelli precedenti al 1996 rientrano nel vecchio sistema retributivo. Puoi chiedere il riscatto sul sito dell’inps o chiedendo la consulenza di un patronato o di un caf.
I tanti parametri da prendere in considerazione ci impediscono di darti qui un esempio semplice, ma soprattutto, valido un po’ per tutti: l’unica soluzione è farti delle simulazioni sul sito internet dell’Inps www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=46281 o rivolgerti a un Caf.
La nuova legge abbatte gli importi (ma non per tutti)
Con il decreto appena approvato le cose cambiano, ma non per tutti. La platea dei destinatari è, infatti, limitata a chi non ha compiuto 45 anni (si parla di alzare il limite a chi ne ha 50 in sede di conversione in legge del decreto, ma al momento carta canta) e poi riguarda esclusivamente gli anni di corso di laurea che riscatti che ricadono sotto il metodo contributivo, per cui solamente quelli successivi al primo gennaio 1996.
In questo caso il riscatto può essere fatto in base al reddito minimo soggetto a imposizione della gestione Inps di artigiani e commercianti, che è di circa 15.000 euro annui. In soldoni vieni a pagare circa 5.000 euro per ogni anno riscattato. Nel caso che abbiamo visto sopra di quattro anni sono, quindi 20.000 euro contro i 60.000 previsti dal caso preso in esame.
Attenzione, se è vero che in entrambi i casi aumenti il numero degli anni per cui risulti un contribuente Inps (avvicinando la pensione in alcuni casi, ancorché non sempre, vedi riquadro), è anche ovvio che, se col riscatto tradizionale versi 60.000 euro e con questa versione ne versi solamente un terzo, vuole anche dire che il tuo vantaggio in termini di maggiore importo della pensione sarà ridotto. In poche parole, i soldi che versi vanno in entrambi i casi a finire sul gruzzoletto sul cui ammontare verrà calcolata la pensione che riceverai ogni anno e che, grosso modo, equivarrà come importo al 5% di questo gruzzolo. È, quindi, ovvio che meno soldi versi, meno questo gruzzolo, e quindi la pensione, crescerà. Intuitivamente e senza complicarci la vita con le rivalutazioni per calcolare valori solo apparentemente puntuali tra 30 anni, limitiamoci a fare questi due conti.
60.000 euro versati in più sono pari a 3.000 euro (60.000 x 5%) di pensione lorda annua in più (230 euro al mese per 13 mensilità), mentre 20.000 euro (20.000 x 5%) sono 1.000 euro di pensione lorda annua in più (circa 77 euro al mese per 13 mensilità).
Rischio incostituzionalità?
Il decreto con le nuove norme è allo studio del parlamento. Alcuni hanno sostenuto che vi sono dei punti critici dal punto di vista della costituzionalità e cioè il limite dei 45 anni (che però si vuole alzare) e il fatto che la norma parli di “aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti” senza fare riferimento ai lavoratori non subordinati.
Quando conviene?
Riscattare la laurea ti conviene se pensi che possa servirti ad avvicinarti al numero di anni di versamenti necessario per far scattare il diritto alla pensione. Il riscatto semplificato della nuova normativa ti conviene se non hai molti soldi da impegnare, quello secondo le norme tradizionali se vuoi sfruttare il riscatto per rimpolpare la tua pensione pubblica. Ricorda, inoltre, che puoi fare il riscatto agevolato e comunque farti un fondo pensione, in tal modo ottieni sia lo scopo di avvicinare l’età della pensione, sia quello di aumentare l’importo della tua pensione attraverso quella integrativa. In tal caso ottieni anche un ulteriore vantaggio: diversifichi il rischio, nel senso che i soldi che impieghi non vanno tutti all’Inps, ma vanno anche sul fondo pensione. Se lo Stato italiano dovesse fallire e quindi essere costretto a tagliare in qualche misura le pensioni, salveresti comunque la parte dei tuoi soldi conferiti al fondo pensione (ovviamente questo è vero a patto che il fondo sia gestito bene e non investa troppo a sua volta in titoli di Stato italiani).
La nuova norma prevista dal recente decreto non sostituisce il vecchio riscatto, ma offre una possibilità in più a chi non può permettersi la spesa del riscatto tradizionale.
Col riscatto della laurea puoi decidere quanti anni della laurea riscattare, ma non gli importi che versi per ogni anno riscattato, salvo la possibilità, se hai meno di 45 anni, di sfruttare le nuove norme.
Fisco amico
Il riscatto della laurea è completamente deducibile (a differenza dei versamenti nel fondo pensione che prevedono un tetto di 5.164,57 euro) e se lo fai per conto di un familiare a carico che non ha mai lavorato è detraibile nella misura del 19%. Nell’ipotesi di deducibilità si tratta di un risparmio d’imposta pari alla tua aliquota marginale più alta, il che è un vantaggio evidente per chi ha redditi particolarmente elevati.
I rischi
Nel paragrafo precedente ti abbiamo parlato di quali sarebbero le conseguenze di un fallimento dello Stato italiano. Ipotesi remota, ma che va considerata. Esiste anche un altro rischio più concreto: che cambino ancora le leggi e che si vada in pensione a condizioni diverse da quelle che hai previsto ora facendo il riscatto. Per esempio, tu conti che il riscatto ti serva a maturare i 20 anni di contributi minimi che ti sono richiesti in alcuni casi per la pensione. Poni che alzano i requisiti minimi a 25 anni. In tal caso il riscatto non ti è servito per lo scopo che ti eri proposto. Il legislatore italiano, anche se tende spesso a salvaguardare il pregresso (c’è da dire che la logica dei diritti acquisiti è spesso ampia) tende comunque ad avere molti ripensamenti, non saprai mai da qui al 2030 quante volte avrà rifatto la legge sulle pensioni.
Con la pensione pubblica è possibile che lo Stato cambi le regole (pensa alla legge Fornero) ritardando la tua possibilità di andare in pensione. In teoria è possibile anche coi fondi pensione, ma finora la loro legislazione è stata abbastanza stabile.
Meglio riscattare la laurea o farsi un fondo pensione? La risposta non è semplice perché dipende da tanti fattori (per esempio se gli anni riscattati ti servono per andare in pensione prima, oppure no). In genere il fondo pensione può rivalutare i tuoi risparmi più di quanto possa fare la pensione pubblica. Vista la delicatezza di questo tema torneremo a parlarne nei prossimi numeri.
ANTICIPARE LA PENSIONE?
Riscattare la laurea serve ad anticipare la pensione, si dice. Vero, ma il diavolo sta nei dettagli, vediamoli.
Pensione di vecchiaia, primo caso (hai iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996) ci vai a 67 anni (salvo incrementi), ma a patto di aver versato 20 anni di contributi. Se ne hai versati meno il riscatto della laurea ti è utile, se ne hai versati di più serve solo ad aumentare la tua pensione.
Pensione di vecchiaia, secondo caso (hai iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995), vale lo stesso ragionamento che hai visto sopra, ma solo se la pensione non è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale e in tal caso il riscatto della laurea, al di là della storia dei 20 anni, potrebbe servirti a guadagnare questo requisito della pensione pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale alzandoti l’assegno pensionistico se è molto basso. Se la tua pensione resta comunque sotto 1,5 volte l’assegno sociale potrai riceverla a partire da 71 anni con almeno 5 anni di contribuzione.
Pensione anticipata, primo caso (hai iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996) si va a 42 anni e 10 mesi di contributi se uomo, 41 anni e 10 mesi se donna. In questo caso il riscatto della laurea può essere utile, ma solo se sei abbastanza vicino ai 42 anni di versamenti, se no non serve perché ti scordi comunque l’anticipo.
Pensione anticipata, secondo caso (hai iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996) vai in pensione come visto al primo caso, oppure con 63 anni e 7 mesi di età, ma a patto di avere versato 20 anni di contributi e di avere una pensione che è 2,8 volte quella sociale. Anche qui può essere utile riscattare la laurea (se hai meno di 20 anni di versamenti) oppure se ti alza la pensione abbastanza da superare il requisito del 2,8 volte la pensione sociale. Se hai molto meno di 20 anni di contributi, o comunque la tua pensione non sarai mai sufficientemente alta, riscattare è inutile.