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Salute

Farmaci essenziali non più disponibili. Alcuni ricomparsi costano oltre cinque volte di più

26 set 2014

Segnalati ad Altroconsumo 170 medicinali. Il caso di tre prodotti Aspen Pharma.

Farmaci essenziali carenti sul mercato, i pazienti non li trovano, non hanno alternative. Casi-limite: farmaci spariti dalla distribuzione e poi riapparsi mesi dopo, con prezzi aumentati anche di sedici volte, passando da 5,23 euro a 85,33 euro, come nel caso dell'Alkeran.

Problema reale e persistente, la carenza di alcuni medicinali; molti di questi farmaci sono di classe A, cioè ritenuti essenziali.

Da febbraio 2014 ad agosto 2014 sono arrivate attraverso il sito Altroconsumo 170 segnalazioni da parte di consumatori e anche di alcuni farmacisti.

Segnalate sia carenze di prodotti su cui c’era già stata comunicazione ufficiale, noti all’Agenzia Italiana del Farmaco e reperibili sul sito di Aifa, sia carenze non note, né ufficiali, non comprese nell’elenco di Aifa, ma reali, tangibili, segnalate dai consumatori e inoltrate da Altroconsumo all’Aifa.

Intanto però il fenomeno è degno di attenzione.

Dietro la sparizione di un farmaco ci possono essere diverse motivazioni: problemi produttivi o regolatori, esportazione parallela, traffici illegali. Ogni caso dev’essere valutato a sé. Ma ha attirato la rabbia dei pazienti e la curiosità di Altroconsumo il caso di tre farmaci per il trattamento dei tumori: l’Alkeran, il Leukeran, il Purinethol, tutti della Aspen Pharma: scomparsi dalla circolazione in momenti diversi sono riapparsi con un prezzo lievitato, rispettivamente da 5,23 a 85,33 euro (+1630%), da 7,13 a 90,20 euro (+1265%), da 15,98 a 90,35 euro (+565%).

Delta di prezzo enormi, tali da portarci a chiedere immediate spiegazioni formali all’Aifa, che ha rinegoziato il prezzo con la casa produttrice e al ministero della Salute. Una lettera di Altroconsumo indirizzata alle due istituzioni non ha ancora ricevuto risposta.

In qualche caso la carenza è risolvibile chiedendo al medico la prescrizione di un farmaco equivalente. Quando non ci sono alternative, il problema per i pazienti può diventare più serio; se le carenze sono note ad Aifa, l’Agenzia può mettere in atto azioni di monitoraggio e adottare misure di contenimento del disagio per i pazienti (per es. autorizzare l’importazione del medicinale dall’estero); se invece le carenze non sono note ad Aifa, nessuna misura di protezione per i pazienti può essere adottata.

Il fenomeno è complesso e deve essere affrontato e risolto con la collaborazione di tutti i soggetti sul mercato, in primis i farmacisti, che hanno in passato cercato di attirare l’attenzione sul problema. L’attività di monitoraggio dovrebbe essere incrociata; i singoli farmacisti, le associazioni di categoria dovrebbero essere coadiuvati nel segnalare ad Aifa e al ministero della Salute le carenze di medicinali che riscontrano nel lavoro quotidiano. Auspicabile attivare un servizio di segnalazione delle carenze rivolto ai consumatori.