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Prezzi e tariffe

Buoni pasto, Altroconsumo: serve cambiare le regole. Denaro in busta paga per lavoratori

14 giu 2022

I buoni pasto vengono utilizzati da molti Italiani non solo per la ristorazione ma anche per pagare la spesa alimentare. Sono, pertanto, una fonte economica importante per i dipendenti italiani, soprattutto in questo periodo storico in cui i prezzi aumentano a causa dell’inflazione e gli stipendi non crescono.  Ad oggi, in Italia, circa 3 milioni di lavoratori ricevono buoni pasto per un valore di circa 3,2 miliardi, un terzo dei quali è assorbito dalla Pubblica Amministrazione.

 

I buoni pasto rischiano però di non essere più accettati a causa delle alte commissioni di incasso che devono pagare gli esercenti come bar, ristoranti e supermercati. Le commissioni in media, infatti, sono comprese tra il 10% e il 20% del valore del buono: per una spesa di 10 euro, l'esercente ne incassa in pratica solo 8.  Se la tendenza degli esercenti a  non accettare più i buoni come metodo di pagamento dovesse continuare, (lo sciopero del 15 giugno non fa ben sperare) il rischio per i lavoratori è che si trovino in tasca liquidità difficilmente spendibili.

 

Per far fronte a questo problema, Altroconsumo propone una modifica legislativa per consentire alle aziende italiane di versare il corrispettivo dei buoni pasto direttamente nelle buste paga dei lavoratori, mantenendo per entrambe le parti le agevolazioni fiscali oggi previste per i buoni pasto. Lo Stato, infatti, concede vantaggi fiscali alle aziende che li acquistano, permettendo loro di dedurre l'intero importo dal totale su cui si pagano Ires e Irap, favorendo così anche il reddito disponibile dei dipendenti.

 

Per far fronte a questo problema, si chiede al Legislatore di modificare l’articolo Art. 51 comma 2 lettera c del Testo unico delle imposte sui redditi (dpr 917/1986), per rendere non tassabili le indennità di mensa corrisposte in busta paga a tutti i lavoratori fino almeno ad 8 euro al giorno come gli attuali buoni pasto elettronici o, per rendere il meccanismo ancora più vantaggioso, portare il limite a 10 euro giornalieri. Attualmente, infatti, la non imponibilità della indennità di mensa è riservata solo ad alcune categorie di lavoratori e ha il limite di 5,29 euro al giorno.

 

“I vantaggi di questa modifica sarebbero direttamente evidenti innanzitutto per i lavoratori, che potrebbero vedere crescere il denaro disponibile in busta paga senza pagare imposte aggiuntive, ma anche per i datori di lavoro, che avrebbero benefici fiscali per la deducibilità delle somme erogate ai fini Ires ed Irap ed amministrativi (per una più semplice gestione dell’erogazione in busta paga)” ha dichiarato Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo. “Occorre quindi lavorare sinergicamente con Istituzioni e soggetti del mercato per trovare soluzioni concrete con cui sostenere i redditi disponibili e i consumi quotidiani, in questo momento di difficoltà economiche crescenti per individui e famiglie”.

 

È disponibile al seguente link la petizione per sostenere la proposta.