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Vaccinazioni: l’obbligo rischia di essere controproducente
30 mag 2017Altroconsumo aveva appena mandato in stampa il numero di Test Salute di giugno con un commento sull’introduzione nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) dei vaccini inseriti nel Nuovo piano nazionale vaccini, quando il Governo ha annunciato il decreto (il cui testo peraltro non è ancora pubblico) con cui sono stati resi obbligatori altri 8 vaccini oltre ai 4 già obbligatori in Italia.
Altroconsumo non è mai stata un'organizzazione contraria ai vaccini, tutt’altro, ma ritiene che la reintroduzione del concetto di obbligo di vaccinazione sia un passo indietro che rischia di essere controproducente.
Prima di questo provvedimento, solo quattro vaccinazioni erano ritenute obbligatorie in Italia: quelle contro poliomielite, tetano, difterite ed epatite B. La mancata vaccinazione non veniva perseguita, né ostacolava l’accesso alle scuole. Questo accadeva perché, da un lato, non si voleva punire il bambino per la scelta dei genitori e dall’altro, si voleva superare il concetto di obbligatorietà, per andare verso un’adesione alle vaccinazioni consapevole e basata su informazioni corrette.
L’introduzione dell’obbligo è stata giustificata dalle autorità principalmente da due circostanze: un’epidemia di morbillo in corso nel nostro paese da gennaio 2017 e la tendenza a un costante e preoccupante calo dell’adesione alle vaccinazioni negli ultimi anni in Italia. Tuttavia, l’obbligatorietà è molto discutibile:
- l’unico tipo di emergenza sanitaria in questo momento riguarda il morbillo, quindi, a prescindere da altre considerazioni, l’obbligatorietà sarebbe stata giustificata esclusivamente per il vaccino contro questa malattia.
- Gli studi non confermano che l’obbligo di vaccinazione produca risultati superiori a quelli ottenibili attuando misure di informazione e di dialogo con i genitori in dubbio o contrari ai vaccini. Per mettere in atto queste campagne servono ovviamente risorse: personale, formazione, organizzazione. Le notizie scorrette circolanti su tutti i media dovrebbero essere combattute con informazioni corrette, comunicate da personale sanitario che ha tempo da dedicare all’ascolto dei genitori, rendendo la vaccinazione una scelta condivisa tra genitori e autorità sanitarie.
- Scegliere una linea dura che punisce chi è contrario alle vaccinazioni e forza la mano di chi ha dei dubbi rischia di rafforzare la sfiducia di chi non vuole vaccinare i figli e le preoccupazioni di chi è titubante. Introdurre le sanzioni e la denuncia al tribunale dei minori sembra un accanimento inutile nei confronti di persone che in ogni caso hanno creduto di fare il bene dei propri figli.
- Ogni vaccino deve essere giudicato a sé, valutando il rapporto tra rischi e benefìci, come si deve fare per ogni farmaco. L’estensione dell’obbligo a 12 vaccini non risulta oggi appoggiato a solide evidenze scientifiche. Non c’è nessuna emergenza meningite da meningococco: l’ISS lo ha sottolineato più volte negli ultimi mesi. Quindi perché rendere obbligatori questi due vaccini, in un paese come l’Italia, dove l’incidenza delle meningiti da meningococco è bassissima? Perché introdurre una vaccinazione, quella anti-Meningococco B, che riguarda un vaccino introdotto di recente, dal profilo di efficacia e sicurezza non chiaro, il cui rapporto tra costo ed efficacia è ritenuto non favorevole da diversi studi? Le stesse considerazioni valgono per la vaccinazione contro la varicella, per cui oggi non esiste un allarme sanitario. Già le motivazioni date all’introduzione di nuove vaccinazioni nel piano vaccinale sono molto tecniche, tutt’altro che esplicite e fruibili dai cittadini. Questa mancanza di trasparenza rischia di aumentare la sfiducia e alimentare la diffidenza dei cittadini, ottenendo un effetto controproducente (che in parte già si nota nel rinfocolarsi di questi giorni delle polemiche, spesso scarsamente supportate da dati scientifici).
- Alcuni vaccini oggi sono sicuramente consigliabili a tutti, altri no o solo in circostanze specifiche. Deve restare lecito poter discutere dell’opportunità di proporre a tutta la popolazione questo o quel singolo vaccino. I vaccini, come tutti i farmaci, possono dare effetti indesiderati, anche gravi. Mettere in discussione una vaccinazione deve poter essere legittimo quanto mettere in discussione l’assunzione di qualsiasi altro farmaco o qualunque altro intervento sanitario. L’importante è che il confronto si fondi su solide basi scientifiche e non ideologiche.