“Valutare la rischiosità delle banche sui soli indicatori di CeT1 e Total capital ratio è molto riduttivo… rappresentano due indicatori di elevata importanza per la verifica della solidità patrimoniale di un istituto bancario, ma da inquadrare all’interno di un set di indicatori che necessita di essere ampliato…”
Il giudizio che diamo sulla solidità patrimoniale delle banche parte dall’analisi del CeT1 ratio e del Total capital ratio, ma non si limita a questi soli due indicatori. Anche il Texas ratio rientra nelle nostre analisi, così ogni notizia sulla banca che potrebbe, potenzialmente, avere conseguenze negative, in futuro, sui suoi conti. Tornando ai ratio, noi consideriamo i dati percentuali pubblicati nell’ultimo bilancio, relazione semestrale o trimestrale, disponibili online e liberamente consultabili da tutti. Premiamo, nel formulare i nostri giudizi, la trasparenza – per esempio, chi pubblica i dati e anche i ratio patrimoniali più di una volta l’anno - e l’appartenenza a un gruppo bancario che può, al bisogno, sostenere la banca se in difficoltà. I livelli che noi valutiamo come minimi sono il 9% per il CeT 1 e il 12,5% per il Total capital ratio. Abbiamo stabilito questi livelli, più alti di quelli richiesti dalla Banca centrale europea (7% per il CeT1 ratio e 10,5% per il Total capital ratio) per motivi ben precisi e basandoci su elementi concreti – vedi a lato. Certo, ogni modello di analisi è discutibile e perfettibile, ma, in definitiva, è la stessa Banca centrale europea a usare CeT 1 e Total capital ratio per valutare la solidità patrimoniale delle banche italiane, e imporne la comunicazione, sistema che anche noi abbiamo accolto.
“Non condivisibile risulta infatti la metodologia utilizzata, che penalizza le banche di credito cooperativo appartenenti ai Gruppi Bancari Cooperativi Iccrea e Cassa Centrale Banca, trattando le banche in questione come se non fossero parte di un gruppo.”
Come già abbiamo anticipato in Altroconsumo Finanza n°1378, stiamo riflettendo sulla possibilità di cambiare questo aspetto del nostro modello. Non è una scelta da poco, perché modificherebbe, migliorandolo, il giudizio che esprimiamo su molte banche, ma in questo contesto di forte e prolungata crisi economica – molti ormai prevedono una imminente nuova esplosione di crediti “marci” nei bilanci bancari – preferiamo al momento mantenere questa logica prudenziale nel nostro impianto di valutazione.
“Cogliamo l’occasione per evidenziare come la Banca avesse tra l’altro già redatto il bilancio infrannuale al 30.06.2020”.
Sul sito della banca, vedi qui https://www.bcccastagneto.it/wp-content/uploads/2020/08/Situazione-contabile-30-06.pdf - si trovano solo gli schemi di stato patrimoniale e di conto economico, che non contengono le informazioni indispensabili per la nostra analisi e per formulare un giudizio.
“Il perpetrarsi della disinformazione da voi prodotta comporta: (…) la messa a rischio dei risparmi della clientela depositante della Banca, contattata da consulenti spesso privi di scrupoli, che cavalcano i pericolosi contenuti dei vostri articoli screditanti per la nostra Banca, che invece non è contraddistinta da alcun elemento tale per essere considerata non sicura.
Ci dispiace molto che qualcuno abbia impropriamente usato le nostre analisi, forzandone le conclusioni e cercando di fare recruiting a danno della Bcc di Castagneto Carducci, ma, purtroppo, il mondo del commercio – e non solo - funziona così, mors tua, vita mea. Della cattiva informazione fatta da altri noi non possiamo rispondere, se non ricordando che mai, in queste pagine e sul sito, abbiamo consigliato di scappare dalla Bcc di Castagneto Carducci, perché a rischio fallimento – a differenza, invece, di quanto abbiamo suggerito in passato per altre banche. Ricordiamo qui che Bcc di Castagneto Carducci ha ottenuto un punteggio di 123 e che il nostro commento per tutte le banche che rientrano nella fascia di punteggio 110-130 è il seguente: “La banca avrebbe due stelle, ma è stata penalizzata perché pubblica i dati solo una volta l’anno: rispetta i parametri di solidità minimi, ma non brilla per trasparenza. Siamo prudenti nel valutarne l’affidabilità”. Insomma, i nostri giudizi non sono affatto allarmistici, e di certo non screditano nessuno.
Sarà anche un metodo di analisi rudimentale, come fa intendere la Bcc di Castagneto Carducci, ma questo stesso metodo ci ha permesso di far emergere con largo anticipo i problemi delle Banche Venete, di Banca Etruria – vedi per esempio qui.
Maggior rischio Italia e imposizione di regole più stringenti sugli NPL: questi, in sintesi estrema, i motivi che ci hanno spinto a rivedere al rialzo i nostri parametri minimi per la valutazione della solidità di una banca. Qui e qui trovi più dettagli.