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HyperVerse e i rendimenti spariti
8 mesi fa - venerdì 27 maggio 2022HyperVerse: chi è e cosa promette
HyperVerse è un servizio d’investimento in criptovalute che ti promette di ottenere guadagni mirabolanti con un piccolo investimento.
Si parla di rendimenti giornalieri dello 0,3% al giorno (e già questo suona straordinario se pensi che le remunerazioni sui conti correnti sono in genere 0 o sui conti deposito sono ben inferiori all’1% annuo) e di capitali triplicati o quadruplicati nel giro di due/tre anni.
Il tutto avviene di solito tramite tam sui social network, in una specie di passaparola in cui alcuni “sponsor” invogliamo altre persone a partecipare al progetto e a versare il contributo minimo iniziale.
C’era persino un canale Telegram ufficiale del progetto su cui gli utenti potevano confrontarsi e promuovere le attività di HyperVerse.
HyperVerse: risparmiatori incastrati
Non a caso abbiamo parlato del canale Telegram al passato: è di queste ore, infatti, la notizia che il canale Telegram ufficiale di HyperVerse sia stato di fatto chiuso – al momento risultano iscritti ancora circa 22.000 persone, ma il canale è completamente vuoto, con presente solo il rimando a un altro progetto chiamato Digital Signals (stanne alla larga).
I responsabili del canale, prima del suddetto oscuramento, avrebbero ammesso che gli ideatori del progetto HyperVerse sono in realtà spariti da sei mesi. Già da febbraio diversi partecipanti al progetto lamentavano l’impossibilità di recuperare il proprio denaro. Ora, farlo, sembra di fatto impossibile.
HyperVerse: la sensazione di una truffa vecchia un secolo
Purtroppo HyperVerse ha tutto il sapore di una truffa vecchia come il mondo, quella dello “schema Ponzi”.Si tratta di un processo d’investimento truffaldino che prende il suo nome da Carlo Ponzi, noto truffatore degli anni Venti del ‘900.
Funziona così: si propone un investimento promettendo elevati ricavi in tempi brevi. Si raccolgono i soldi e si cercano nuovi investitori. Man mano che arrivano i nuovi investitori coi loro soldi si pagano (in parte) quelli vecchi in modo da dimostrare che l’investimento è “buono”.
I guadagni non derivano dunque da investimenti andati a buon fine, ma sono solo partite di giro. Questo sistema va avanti finché ci sono nuovi investitori disposti a entrare. Quando il flusso di nuovi investitori smette, finiscono anche i soldi e lo schema salta lasciando (quasi) tutti sul lastrico.
HyperVerse: attenzione alla sua evoluzione
HyperVerse non è il primo e non sarà l’ultimo di questi fenomeni.
Lo stesso HyperVerse non è altro, infatti, che un riciclo del progetto che si chiamava HyperFund, che a sua volta non era altro che un riciclo di HyperCash e HyperCapital. Lo schema era sempre lo stesso: promesse di investimenti in settori di moda, come le criptovalute, e promesse di rendimenti stellari e garantiti.
Già in passato diverse autorità di vigilanza avevano lanciato allarmi sul fatto che dietro HyperFund ci fossero soggetti non autorizzati a svolgere attività di sollecitazione al pubblico risparmio
Noi già a novembre 2021 e poi a febbraio 2022, sulla sezione dedicata agli avvisi ai risparmiatori di Altroconsumo Investi, avevamo rilanciato l’allarme sia su HyperFund sia su HyperVerse.
HyperVerse: cosa fare se sei rimasto incagliato
Purtroppo se hai già versato il tuo denaro in HyperVerse potrebbe non essere semplice recuperarlo con un click. Se sei stato vittima di questa truffa puoi, però, parlare con uno dei nostri avvocati e ottenere una prima consulenza telefonica gratuita, anche se non sei socio di Altroconsumo.
Ti basta andare su https://80avvocati.altroconsumo.it/ lasciare il tuo numero di telefono e indicare la tua problematica. Per i soci le consulenze legali sono illimitate.
HyperVerse: come difendersi dai suoi possibili cloni e da altre iniziative simili
Come detto, HyperVerse non sarà l’ultimo caso. Ecco tre regole d’oro da seguire per non incappare in truffe di questo tipo e per investire al meglio il tuo denaro.
Primo: non ti fidare di chi ti consiglia l’affare della vita e ti propone con certezza dei rendimenti magari a due cifre. In finanza non esistono pasti gratis. A maggior rendimento possibile, corrisponde anche una maggiore rischiosità. Attenzione soprattutto ai messaggi sui social network che lasciano intendere che un determinato “vip” consigli un investimento, magari in una criptovaluta: sono in genere messaggi falsi, il vip in questione non sa nulla e si tratta solo di truffe ai tuoi danni.
Secondo: verifica sempre che chi ti contatta per gestire i tuoi soldi abbia le dovute autorizzazioni.
Qui trovi l’albo degli enti autorizzati da parte di Consob, qui degli enti autorizzati da parte di Banca d’Italia, qui l’albo dei consulenti finanziari.
Inoltre per verificare i sempre nuovi nomi delle società che potrebbero attentare ai tuoi risparmi puoi visitare il nostro sito internet. Ogni settimana trovi gli avvisi delle autorità di controllo (“Gli avvisi della settimana”) dei mercati di molti Paesi, che cercano di mettere in guardia i risparmiatori da possibili truffe.
Trovi nomi e siti di molte società: ti propongono investimenti, ma non hanno le dovute autorizzazioni. Se la società è in quella sezione gira alla larga.
Controlla anche se il nome ti sembra familiare: spesso le società truffaldine prendono il nome di una autorizzata, fanno una leggera modifica e lo usano per confondere chi è tentato dall’investimento. Non hai trovato nella sezione la società che ti ha contattato, ma hai dei dubbi? Sii prudente, lascia perdere.
Terzo: “non capisco, non compro”. Se una forma d’investimento ti sembra troppo complessa e qualcosa non ti convince, desisti. Per esempio, ti sarà magari capitato di ricevere telefonate o messaggini di piattaforme di trading online che ti promettono ampi guadagni e ti offrono persino dei soldi e dell’assistenza per cominciare a investire. Non tutte sono truffe, ma anche quelle che sono regolarmente autorizzate a fare questo tipo d’attività nella stragrande maggioranza dei casi ti fanno comprare dei prodotti derivati chiamati cfd. Che siano prodotti rischiosi non lo diciamo noi, ma lo dicono le stesse piattaforme (ovviamente parliamo di quelle regolarmente autorizzate) che indicano sui propri siti internet rischi di perdite anche sopra il 70%. Inoltre, uno studio condotto dall’autorità di vigilanza dei mercati francesi qualche anno fa (è come la Consob di casa nostra), dimostrava che il 90% dei piccoli risparmiatori che usava questi strumenti perdeva tutto quello che aveva investito. E non parliamo di cifre piccole, ma di circa 10.000 euro andati in fumo. Il forex, di cui senti spesso parlare con queste piattaforme, ha la stessa rischiosità.