Scegli tra diverse strategie che variano a seconda della durata dell'investimento, della propensione al rischio, dell'importo da investire... Puoi anche copiare uno dei nostri modelli nel simulatore virtuale.
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Su un titolo di Stato statunitense ci sono da pagare anche le imposte al fisco americano? Ma la doppia imposizione non è solo sui dividendi da azioni? E se si vende il titolo sul mercato?
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Le cedole staccate dai titoli di Stato, sia italiani, sia di Paesi della White List (tra cui gli Stati Uniti) sono tassate al 12,5%. Gli Stati Uniti applicano una trattenuta ai non residenti, ma, grazie a un accordo contro le doppie imposizioni tra Italia e Stati Uniti, questa trattenuta sulle cedole pagate dai titoli di Stato viene eliminata se si presenta all'intermediario (il tuo broker o la tua banca) il modulo W-8BEN. Questo modulo serve per certificare la tua residenza fiscale in Italia. Di solito, comunque, sono gli intermediari stessi che ti chiedono di compilare il modulo quando decidi di effettuare compravendite di titoli statunitensi. Poi, al momento della vendita sul mercato o alla scadenza del titolo, la differenza tra il prezzo di vendita (o di rimborso) e quello di acquisto è soggetta a tassazione. Questa differenza è per il fisco un reddito diverso, è soggetta a un’aliquota del 12,5% e può generare plus o minusvalenze. Anche le variazioni del tasso di cambio tra euro e dollaro incidono sull’entità del guadagno e della perdita. Ad esempio, se dopo aver acquistato un’obbligazione in dollari, la valuta statunitense si è apprezzata sull’euro, al momento della vendita (o del rimborso) del titolo la plusvalenza per il risparmiatore italiano sarà più alta. Se al contrario il dollaro si fosse deprezzato, potrebbe ridurre il guadagno o addirittura generare una perdita. In questo caso si avrà una minusvalenza.