Con la firma finale de Presidente del Consiglio entra nel vivo il Dpcm (Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri) che modifica le regole di calcolo dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente). È così confermata l’esclusione dal calcolo di questo indicatore degli investimenti fatti dalle famiglie in titoli di Stato (quindi BTp, BoT, CcT, CTz), in buoni fruttiferi postali e in libretti di risparmio postale, fino a un valore massimo di 50.000 euro. I prodotti finanziari oggetto di applicazione della norma sono quelli posseduti in modo diretto dai piccoli risparmiatori, il cui ammontare è garantito dallo Stato. Non riguarda gli investitori istituzionali, né i fondi comuni d’investimento o i fondi pensione che possono avere in portafoglio titoli di Stato o prodotti postali.
L’agenzia delle Entrate deve fornire all’Inps gli importi patrimoniali corretti in base a questa nuova norma. Lo scorso ottobre l’agenzia delle entrate aveva richiesto agli operatori finanziari come banche, sim e società di gestione del risparmio di comunicare non più solo la giacenza media del patrimonio mobiliare dei singoli clienti, ma anche l’ammontare di quanto investito in titoli di Stato e libretti postali. Questa nuova banca dati, in possesso dell’agenzia delle Entrate, è ora pronta.
Insomma, con l’approvazione definitiva di questa norma c’è un ulteriore incentivo a investire in prodotti garantiti dallo Stato, che già godono di un regime fiscale favorevole in quanto i loro rendimenti sono tassati all’aliquota agevolata del 12,5% anziché a quella “standard” del 26% con cui vengono tassati i guadagni di altri prodotti d’investimento come azioni, fondi, conti deposito. Favorendo dei prodotti che possono rendere meno di altri a seconda dell’orizzonte temporale del risparmiatore e creando degli ostacoli nella costruzione di un portafoglio diversificato.
L’indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie italiane è indispensabile per accedere a bonus, come i bonus gas e luce oppure l’assegno di inclusione, per stabilire le rette degli asili nido e quelle universitarie e per le prestazioni sociali.