Un elefante…
Data di pubblicazione 22 aprile 2013
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…si dondolava sopra il filo di una ragnatela. L’Italia è stata per quasi due mesi il Paese delle filastrocche, ma ora che abbiamo un Presidente nuovo di pacca e l’ingorgo istituzionale inizia finalmente a spurgare, i nodi verranno al pettine. E primo fra tutti quello dei soldi.
…si dondolava sopra il filo di una ragnatela. L’Italia è stata per quasi due mesi il Paese delle filastrocche, ma ora che abbiamo un Presidente nuovo di pacca e l’ingorgo istituzionale inizia finalmente a spurgare, i nodi verranno al pettine. E primo fra tutti quello dei soldi. Non ce ne sono più. Già nelle scorse settimane il governo ha faticato a ottenere dalle autorità europee il via libera per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni e ora il Parlamento è alle prese con il Def (il documento di economia e finanza). C’è da “tappare” un buco di 7-10 miliardi per far fronte alle spese cosiddette “indifferibili”: cassa integrazione, esodati... Per farlo si parla di tagli di spesa, ma se l’economia continua a peggiorare con revisioni al ribasso delle stime, anche questa “pecetta” potrebbe non bastare, e la ragnatela che sorregge l’elefante spezzarsi. Tra i vari tipi di scotch con cui potrebbero tentare di rattopparla c’è quello della tanto temuta soluzione “cipriota”. Ma qui è necessario qualche chiarimento, perché di questa immagine si è abusato fin troppo. A Cipro stanno salvando le banche coi soldi dei clienti. Non sarebbe questo il caso nostro. Da noi ci sarà al massimo una manovra per salvare lo Stato alla Amato ’92, quando il governo, nottetempo, mise le mani nelle tasche degli italiani prelevando il 6 per mille dai loro conti correnti. Purtroppo è impossibile sapere fin da ora come salvarsi da tale evento. Molto dipenderebbe dai particolari. È possibile che non si salvi neppure chi i soldi li ha portati (legalmente) all’estero.