Con una crescita del 5,2% nel secondo trimestre 2025 (nonostante dati non sempre positivi), Pechino sta dimostrando di saper affrontare pressioni esterne con determinazione. Quando, qualche tempo fa, gli Usa hanno imposto severe restrizioni commerciali nei confronti della Cina (come il divieto di utilizzare reti 5G di società cinesi e severe restrizioni all’export verso la Cina di semiconduttori avanzati e delle macchine per produrli) Pechino ha risposto senza esitazioni, avviando una strategia di investimento massiccio in ricerca e sviluppo, per rafforzare la sua capacità produttiva e costruire un ecosistema tecnologico autonomo per ridurre la dipendenza dall’Occidente. Per far questo, ha spostato risorse dal settore immobiliare in crisi verso l’innovazione, raggiungendo 430 miliardi di euro investiti in ricerca e sviluppo (+8,3%). Risultato: oggi la Cina domina molti settori strategici globali, dalle energie rinnovabili ai semiconduttori, costringendo l’Occidente, Europa compresa, a dipendere dalle sue tecnologie. L’Europa, oggi oggetto di nuove barriere commerciali Usa, potrebbe trarre ispirazione da questo approccio: meno dipendenza, più investimenti in autonomia tecnologica e filiere strategiche. Rafforzare la propria sovranità industriale è il solo modo che ha il Vecchio continente per non restare schiacciato fra le due superpotenze. In parte questo sta già avvenendo nel settore difesa, ma gli spazi da esplorare restano ancora ampi. L’esempio cinese, con la forza economica che passa anche dalla capacità di innovare e riconvertire il proprio modello, è una lezione di cui fare tesoro.
Alessandro Sessa
Direttore responsabile Altroconsumo Investi