Draghi di carta

Tutti si aspettavano che la Bce imbracciasse il bazooka per portare fuori l’Europa dal suo VietNam finanziario e, invece, dopo l’ultima riunione della Banca centrale europea Mario Draghi ha annunciato che si continuerà a lottare con le armi di sempre, seppure aggiornate e rinforzate. Il fatto che la Bce abbia deciso di non essere particolarmente “graffiante” (o meglio, di non esserlo ancora) svuota un po’ le prospettive di crescita delle Borse. Se avesse dato il via a un quantitative easing all’americana avremmo avuto un boom. Le manovre annunciate si limitano a rassicurare le Borse sul fatto che la crescita fin qui messa a segno era ben motivata, danno lo spunto a nuovi progressi, ma non sono tali da spazzar via tutti i problemi di crescita asfittica che ancora colpiscono l’Europa e quindi non sono tali da sconvolgere radicalmente le prospettive delle sue Piazze finanziarie. C’è però del buono. La Bce dà comunque una mano a tutti i Paesi che i mercati giudicano cialtroni e malmessi e offre una boccata di ossigeno alle loro banche. Piazza Affari, in bilico tra risicate speranze di rinascita e più corposi timori di nuove stangate finanziarie, sembra in questo contesto la Borsa che potrebbe beneficiarne di più. È piena di titoli bancari e le mosse della Bce aiutano le banche nel loro mestiere. Per questo ho ritenuto opportuno reinserire un 5% di azioni italiane nei tuoi portafogli (tutti) portandone al 10% la quota se hai un orizzonte temporale di 20 anni. I soldi? Li ricavi da una vendita parziale dei tuoi bond in euro su cui, tra l’altro, ti preannuncio una rivoluzione: cambiano le scadenze consigliate. Per quanto riguarda la strategia di scommettere sulla volatilità di Piazza Affari giorno per giorno ti suggerisco di sospenderla: lasciami il tempo di verificare se con le novità è ancora valida.