Non aprire quella busta
Data di pubblicazione 09 gennaio 2017
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Non è un nuovo film horror, ma intorno alla famosa “busta arancione” dell’Inps c’è ancora un alone di mistero: è davvero arrivata ai famosi 150.000 risparmiatori?
Te lo svelo io: sì, è arrivata. E i sudori freddi cominciano quando la si apre: i numeri sono impietosi. Chi ha oggi quasi 40 anni, con quasi 20 anni di contributi, dovrà lavorare fino a 70 anni. E la pensione pubblica sarà circa il 70% del suo ultimo stipendio (se la carriera è miseranda, altrimenti, per contrappasso, la percentuale scende). Per fare in modo che questo esercito di “condannati al lavoro” faccia posto ai giovani lo Stato si è inventato diversi sistemi: dal prepensionamento della legge Fornero all’Ape aziendale. Il risultato è sempre lo stesso: vai in pensione circa tre anni prima. Ma è un anticipo che ti costa: in media un altro 10% in meno – nell’esempio di prima, la pensione pubblica diventa il 60% dell’ultimo stipendio. Pensione da fame, quindi. Per questo è necessario averne due. I fondi pensione restano al momento lo strumento migliore per costruirsi la seconda. 30 anni di contributi in un fondo pensione, con uno stipendio iniziale di 30.000 euro, ti danno circa 50.000 euro in più rispetto alla vecchia “liquidazione” aziendale. Mica male. Ma come scegliere il fondo giusto? Sfoglia questo numero: ho messo a confronto 400 linee d’investimento di fondi pensione in Italia, per trovare le migliori. È un lavoro unico, completo, che nessun altro oggi offre. Sei già in pensione? Regala questo numero a nipoti e parenti in età da lavoro. Te ne saranno grati. Tu pensa a campare. A lungo.