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Parliamo di consumi

Guardate e aderite al percorso che abbiamo avviato su www.impegnatiacambiare.org.

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Data di pubblicazione 08 aprile 2024
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Da sempre Altroconsumo cerca di guidare le persone nelle loro scelte d’acquisto, che siano guidate da motivazioni di risparmio, di qualità dei prodotti, di aspetti etici (a tal proposito vi invito a guardare e aderire al percorso che abbiamo avviato su www.impegnatiacambiare.org). I consumi non riguardano però solo il nostro privato, ma sono uno dei principali motori della crescita economica delle nazioni. 

Oggi l’eurozona è quasi in piena occupazione: i salari salgono e l’inflazione cala, una situazione che in passato ha sempre sostenuto la crescita dei consumi e quindi dell’economia. C’è, però, un aspetto che richiede attenzione: la sfiducia verso il futuro, come risulta dalle ultime stime di Eurostat del 27 marzo per cui la fiducia dei consumatori, pur in crescita, si attesta su valori sotto la media storica (-15,2 punti per l’UE e -14,9 per l’area euro). Alla base di questa sfiducia ci sono più fattori, non ultime le difficoltà degli esportatori europei che subiscono il calo dei prezzi della concorrenza cinese e il moltiplicarsi delle barriere doganali. Dopo una crescita dello 0,4% nel 2023, ci si aspetta che l’economia dell’eurozona cresca dell’1% nel 2024 e che non si vada molto oltre negli anni seguenti. Esiste, inoltre, un problema di conti pubblici deteriorati a cui mettere mano in tutti i Paesi europei, che costringerà i governi a tirare il freno della spesa. E poi resta il grosso nodo del costo dell’energia, più cara da noi che negli Usa e in Cina, un fattore che in qualche modo frena la competitività europea. Insomma, i consumi risultano un po’ frenati ed è per questo che le nostre strategie di portafoglio (vedi pagine 14 e 15) continuano a dirci che non è ancora il momento di investire nelle Borse dell’eurozona prese nel loro complesso (semmai limitatevi a singoli titoli promettenti). Vista la situazione dei tassi, rimane però un po’ di spazio per comprare bond in euro (vedi pagine 11-13), soprattutto per quei risparmiatori che, pur cercando di ottimizzare i loro rendimenti, non sono disposti a portarsi in casa troppa volatilità, cioè rischi elevati. La speranza è che, man mano che l’inflazione calerà e i rendimenti dei bond scenderanno, le famiglie possano tornare a consumare con più serenità dando una spinta all’economia. Noi siamo pronti a rivedere i nostri consigli, per ora si naviga a vista.

Alessandro Sessa

Direttore responsabile investi