Lezione 2 : Dichiarare le rendite degli investimenti al fisco

Dichiarare le rendite degli investimenti al fisco
Dichiarare le rendite degli investimenti al fisco
Non esiste una risposta giusta per tutti, perché ogni regime ha i suoi pro e contro. Sta a te scegliere quello che si adatta meglio alle tue esigenze. Vediamo insieme come funzionano.
Regime amministrato
Se scegli questo regime, non devi preoccuparti di nulla: è la banca a occuparsi di tutto, trattenendo direttamente le tasse sui tuoi guadagni. Comodo, vero? Il problema è che non puoi compensare le perdite e i guadagni tra prodotti finanziari di banche diverse. Inoltre, se hai una perdita (minusvalenza), questa può essere compensata solo se avviene prima o nello stesso momento del guadagno (plusvalenza); tra l’altro non tutte le perdite e i guadagni sono compensabili, a prescindere dalla data, ma questo è un altro argomento che affronteremo in un altro momento. Insomma, la comodità ha anche un suo rovescio della medaglia… ma nonostante questo, resta il sistema più diffuso e quello che la banca ti applicherà “di default” se non indichi espressamente uno degli altri.
Regime dichiarativo
In questo caso, invece devi fare tutto tu. Ogni anno, quando compili la dichiarazione dei redditi, devi sommare guadagni e perdite, e calcolare quanto devi al fisco. Sembra complicato, ma ha un vantaggio: se hai una perdita, puoi compensarla anche con un guadagno precedente, purché tu lo abbia realizzato nello stesso anno solare (con il regime amministrato, invece, non puoi farlo). Questo sistema è più flessibile, ma richiede maggiore attenzione da parte tua nella gestione.
Si può cambiare regime?
Sì, puoi passare dall’amministrato al dichiarativo (o viceversa): ti basta comunicarlo alla tua banca entro la fine dell’anno, e la tua scelta sarà valida dall’anno successivo. Se ad esempio vuoi cambiare regime nel 2026, devi avvisare l’intermediario entro il 31 dicembre 2025.
Regime gestito
C’è anche una terza opzione: il regime gestito. In questo caso, affidi tutto alla banca o all’intermediario finanziario con una vera e propria gestione patrimoniale. L’intermediario, in questo caso, non si occupa solo delle incombenze “amministrative”, ma anche di gestire attivamente il tuo patrimonio. Dal punto di vista fiscale, hai dei vantaggi, perché paghi le tasse (o meglio, l’intermediario le paga per te) sulla base della differenza tra il valore dei tuoi investimenti all’inizio e alla fine dell’anno. Insomma, puoi compensare tutti i guadagni e tutte le perdite, cosa che non è possibile con gli altri regimi. Sembra una soluzione senza pensieri, ma occhio alle commissioni! Spesso sono piuttosto alte, a discapito dei tuoi guadagni.
Quale scegliere?
Dipende da te. Se vuoi una soluzione che ti permetta di non preoccuparti troppo delle incombenze del fisco, il regime amministrato può fare al caso tuo. Se preferisci avere più controllo e la possibilità di compensare guadagni e perdite in modo più flessibile, perché magari sei abituato a operare con tante banche diverse, il dichiarativo può essere la scelta giusta. Se cerchi invece una soluzione ancora più comoda e vuoi delegare anche la scelta degli investimenti, e non solo il fisco, il regime gestito è un’opzione, ma valuta bene i costi.
L’importante è capire bene le regole del gioco, così potrai scegliere la soluzione più adatta ai tuoi obiettivi!
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