Nervosismo sui mercati
Settimana Borse
Settimana Borse
Dal sollievo alla paura
L’appuntamento più atteso dalle Borse era quello con la Banca centrale americana: gli annunci che ha fatto – e di cui ti parliamo più diffusamente alle pagine 11-12 – in un primo momento hanno fatto tirare un sospiro di sollievo alle Borse. Non c’è stato, infatti, un inasprimento del rialzo dei tassi d’interesse rispetto a quanto previsto. Poi, però, l’umore sui listini azionari è cambiato, un po’ per il rialzo ulteriore del prezzo del greggio (quello di qualità brent ha chiuso la settimana risalendo del 4,4%), che ha lasciato temere ulteriori robuste strette sui tassi d’interesse in giro per il mondo, un po’ per le notizie sul calo delle spese dei consumatori – alcuni colossi delle vendite online negli Usa hanno riportato risultati peggiori delle attese – che hanno riacceso i timori di una recessione persino negli Usa. E così, nella giornata di giovedì 5 maggio, i listini americani hanno registrato una delle peggiori sedute dallo scoppio della pandemia, con l’indice dei titoli tecnologici Nasdaq che ha lasciato sul terreno, solo quel giorno, il 5%. Ma la paura è generale: la situazione economica sia in Europa, sia in Asia continua a deteriorarsi – gli ordini all’industria tedeschi sono crollati ben più delle attese e in Cina l’indice che esprime l’andamento dell’attività dei servizi è sceso ai minimi degli ultimi 2 anni – ma le Banche centrali sembrano voler procedere con il rialzo dei tassi d’interesse per combattere il carovita – in settimana hanno rialzato quella australiana, quella britannica e le indiscrezioni parlano di pressioni in tal senso per la Banca centrale europea. L’equilibrio è delicato, da un lato è vero che un’inflazione troppo elevata deprime i consumi, ma anche una corsa del costo del denaro eccessiva – prestiti e mutui più onerosi – rischia di pesare su spese e investimenti. Insomma, si addensano nubi sulla salute dei conti delle imprese e questo pesa sull’umore delle Borse. Se sei un investitore “difensivo” limita il peso delle azioni in portafoglio.
La prospettiva di un prezzo del petrolio elevato ancora a lungo ha sostenuto le azioni delle compagnie petrolifere, che hanno chiuso la settimana con un progresso medio del 3,6%. Si tratta di azioni, in generale, che sono al più da mantenere.
Qualche luce dai conti societari
In questa situazione non sono, comunque, mancate alcune notizie positive da varie società. Per esempio, le azioni BMW (79 euro; Isin DE0005190003), hanno chiuso la settimana con un progresso dell’1,2%, dopo aver annunciato risultati superiori alle attese del mercato, trainati dalle auto elettriche e dalle attività cinesi. Se hai le azioni, puoi mantenerle. Calo del 3,4%, invece, per Volkswagen (201,7 euro; Isin DE0007664005): pur confermando i propri obiettivi per il 2022, il gruppo ha messo in guardia sui rischi legati al rallentamento economico, che potrebbe essere più forte delle attese. La prospettiva di una progressiva risoluzione dei problemi di approvvigionamento, che hanno determinato fin qui ritardi nelle consegne di auto, è, però, positiva. Se hai le azioni in portafoglio, puoi mantenerle.
Il rialzo del prezzo del greggio e le prospettive fosche sull’economia hanno pesato sul settore dei viaggi (circa -4%). Airbus (107,5 euro; Isin NL0000235190) è andata in controtendenza guadagnando l’1,9% dopo aver presentato buoni conti trimestrali ed aver confermato l'obiettivo di aumentare il tasso di produzione del suo modello di punta (A320). Il traguardo sembra, però, difficile da raggiungere, considerando le attuali sfide logistiche e la fragile salute di molte compagnie aeree. Vendi le azioni Airbus.
In arrivo un’opa su Umicore?
Sempre restando in tema di auto, da segnalare il rialzo del 7,7% delle azioni Umicore (39,78 euro; Isin BE0974320526), società belga che non solo fornisce componenti anche per le batterie di auto elettriche, ma ricicla queste ultime. Più che per prospettive rassicuranti in merito ai conti del 2022 – te ne parliamo a pagina 5 – il rialzo è legato alle indiscrezioni secondo cui la coreana LG Chem, una delle società più importanti al mondo nelle batterie ricaricabili, starebbe valutando possibili opportunità di acquisizione in Europa. Umicore, che proprio con LG Chem ha firmato nel 2019 un accordo per fornire catodi fino al 2024-20125, è ritenuta, dunque, una preda ideale. Ti sconsigliamo, però, di speculare sulle possibilità di un’offerta: innanzitutto non c’è niente di ufficiale sul tavolo, non ci sarebbero stati nemmeno contatti tra le due società e in passato indiscrezioni di questo tipo si sono poi rivelate senza fondamento; in seconda battuta non è detto che LG Chem sia interessata anche alle altre due attività dell'azienda belga (riciclaggio di metalli preziosi e convertitori catalitici), che insieme generano ancora il 70% delle vendite e l’87% dell'utile operativo. Per questo, limitati a mantenere le azioni Umicore.
Riflessioni sulle banche
Nonostante un rialzo dei tassi d’interesse possa aiutare i bilanci delle banche – diverse in settimana hanno sottolineato questo aspetto – i timori di un rallentamento della crescita economica hanno prevalso e i titoli bancari sono scesi. Quelli europei, in particolare, hanno perso il 3,4% - Unicredit (8,23 euro; Isin IT0005239360) ha perso il 7,6% (vedi pagina 6) - ma si sono distinte le azioni BNP Paribas (50,59 euro; Isin FR0000131104) che hanno guadagnato l’1,8%. Il gruppo ha presentato risultati robusti per il primo trimestre 2022 e ha confermato gli obiettivi per il 2022-2025, nonostante la corsa dell’inflazione e il rallentamento dell’economia europea. Anche la politica di riduzione dei costi e dei dividendi è stata ribadita, ma noi preferiamo restare prudenti: limitati a mantenere.
Male le azioni Mps (0,72 euro; Isin IT0005218752), calate del 10% dopo la pubblicazione di risultati trimestrali inferiori alle attese del mercato. Anche se sono sui minimi storici, il consiglio non cambia. Troppe incertezze, vendi.