Un rimbalzo fragile
Le Borse mondiali sono state trascinate dalla corsa di New York (+6,5%), determinata dal rimbalzo dei titoli tecnologici – quelli che si occupano di software e computer hanno guadagnato in settimana l’8,1%, ma il bilancio da inizio anno resta in rosso del 27%. Il rimbalzo è stato favorito da una discesa dei tassi dei bond Usa sul mercato con scadenza tra i 7 e 10 anni (i titoli tecnologici soffrono con tassi elevati), ma la cosa bizzarra è che tale ribasso è stato determinato da un aumento dei timori di una recessione. Del resto, nella zona euro l’indice sulla produzione manifatturiera è scivolato sui minimi dei 24 mesi, in Cina c’è lo spettro di nuove chiusure di attività economiche – sono stati ordinati test di massa nel distretto tecnologico di Shenzen – nel Regno Unito, nonostante i rialzi dei tassi d’interesse già effettuati dalla Banca centrale, continua la corsa dell’inflazione – non per nulla gli scioperi in diversi settori si stanno moltiplicando – e negli Usa la Banca centrale Usa ha confermato il cambio di passo annunciato nei giorni scorsi, impegnandosi nella lotta all’inflazione anche se questo dovesse provocare un rallentamento economico a breve. Per questo, nonostante il rimbalzo, ci aspettiamo un perdurare dell’inquietudine che potrebbe far ballare le Borse nei prossimi giorni. Non modifichiamo le nostre strategie d’investimento: le trovi qui.
Nell’incertezza sul futuro della crescita economica, a sostenere il rimbalzo delle Borse ci sono stati anche i titoli di settori “difensivi”, ovvero di chi vende prodotti e servizi che vengono richiesti anche quando c’è crisi. Per esempio, c’è il settore alimentare, con le azioni Mondelez (62,65 Usd; Isin US6092071058) che hanno guadagnato il 6,5% per effetto anche dell’annuncio dell’acquisizione del produttore americano di barrette energetiche Clif Bar: È un’operazione gestibile per una società dal bilancio solido come Mondelez, ma che darà frutti dal secondo anno dopo il suo completamento. Mantieni.
Tra materie prime ed energia
Un rallentamento della crescita significa che famiglie e imprese consumano e investono meno: questo significa che la domanda di materie prime può contrarsi. In settimana, dunque, le azioni delle società che estraggono e vendono materie prime hanno perso, mediamente, il 3,8%. Lo stesso ragionamento vale per l’energia anche se, complici le tensioni belliche, il prezzo del petrolio di qualità brent ha chiuso la settimana invariato sui 113 dollari al barile. Nel settore petrolifero segnaliamo, da un lato, il tracollo delle azioni Saipem (1,25 euro, prezzo rettificato per l’aumento di capitale; Isin IT0005495657; vendi), che hanno perso circa il 45% dopo l’annuncio delle condizioni dell’aumento di capitale (vedi qui), e dall’altro, la tenuta delle azioni Exxon Mobil (86,9 Usd, Isin US30231G1022; mantieni), che hanno fatto +0,9% nonostante le parole del Presidente degli Usa dei giorni scorsi avessero fatto temere per una tassazione degli extra-profitti delle compagnie petrolifere. Questo è quello che potrebbe accadere nei confronti delle società che vendono energia elettrica e gas in Spagna: le Iberdrola (10,06 euro; Isin ES0144580Y14) hanno, però, comunque guadagnato il 2% complice la presenza in tanti Paesi del mondo. Mantieni.
Nel settore delle materie prime calo del 6,5% per Schnitzer Steel (32,91 Usd; Isin US8068821060) sui timori di una flessione dei prezzi di ferraglia e acciaio dopo la corsa degli anni scorsi. Nonostante il calo non è ancora il momento di acquistarle: al più, mantienile.
Uno degli aspetti più importanti quando ci sono aumenti di capitale come quelli di Saipem è prendere decisioni sui diritti d’opzione (Isin IT0005497059) al più presto: al momento di andare in stampa la negoziazione è sospesa e si prefigurano cali del 20% sui prezzi teorici. Per questo già nei giorni scorsi abbiamo anticipato cosa fare (vedi qui).
Un terremoto nella chimica
Settimana poco brillante per il settore chimico (+0,5% di media), con le azioni Umicore (32,54 euro; Isin BE0974320526) che hanno perso il 14,4% dopo che il nuovo piano strategico non ha convinto il mercato. Noi siamo meno scettici: il gruppo intende realizzare importanti investimenti (anche superiori alle attese) nelle attività di riciclaggio delle batterie e nei materiali per batterie da qui al 2026. Se è vero che questi investimenti faranno aumentare i debiti a breve termine, è anche vero che nel tempo daranno buoni frutti: i ricavi da qui al 2030 dovrebbero raddoppiare e la redditività industriale restare superiore al 20% (si sperava, forse, in qualcosina di più). Non ci spaventiamo e secondo noi le azioni restano da mantenere. Sempre nel settore chimico, calo del 7,3%, per Bayer (57,98 euro; Isin DE000BAY0017): la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la condanna per un caso di cancro attribuito all'uso dell’erbicida Roundup (ereditato con l'acquisto di Monsanto). Questo verdetto non lascia affatto ben sperare in una rapida risoluzione delle altre cause ancora in corso per il Roundup. I soldi già accantonati per le cause basteranno? Al più, limitati a mantenere le azioni.
Le note dolenti del settore bancario
Una prospettiva di rallentamento economico non poteva che frenare le azioni del settore bancario europeo, il cui rimbalzo si è fermato a un +2,2% medio. Dapprima hanno ballato un po’ le azioni francesi dopo risultati elettorali che rischiano di rallentare l’azione politica – BNP Paribas (47,94 euro; Isin FR0000131104), grazie al rimbalzo dell’ultima seduta ha comunque chiuso in rialzo dello 0,4% e resta da mantenere – poi c’è stato il calo del 3,5% delle azioni Mps (0,67 euro; Isin IT0005218752) dopo la presentazione del nuovo piano industriale da qui al 2026 che sembra non aver scaldato molto il mercato. Due possono essere i motivi di questo scetticismo. In primo luogo, gran parte della prevista crescita attesa per gli utili, come del resto era già previsto nel piano precedente, arriverà non tanto dalla crescita dei ricavi, ma da un taglio dei costi; in seconda battuta per i dividendi bisognerà aspettare, se tutto va bene, la conclusione del 2025. A questo aggiungi che bisogna attendere ancora le osservazioni delle autorità europee (ma non dovrebbero esserci grandi problemi in tal senso), che il peso delle cause legali è sempre lì, anche se i vertici hanno provato a rassicurare sulle adeguate coperture dai rischi legali, e che di compratori, per ora, non se ne vedono. Non cambiamo il consiglio: vendi.
Ecco i risultati della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +1,6%; +1,3%; Canada: +0,8%; +1,2%; Cina: +5,8%; +4,9%; Corea: -3,1%; -4,7%; Eurozona: +2,8%; +2,8%; Giappone: +2%; +1,3%; Indonesia: +0,8%; -0,2%; Messico: -0,6%; +1,7%; Regno Unito: +2,7%; +2,8%; Svezia: -1%; -1%; Stati Uniti: +6,5%; +5,6%; Svizzera: +3,6%; +4,6%.
@Armando La società Energy, che lavora nei sistemi di accumulo di energia, vuole quotarsi su Euronext Growth Milano (ex segmento Aim). Il collocamento, però, sarà riservato solo a investitori istituzionali, quindi tu potrai valutare se acquistare le azioni solo se e quando inizieranno effettivamente gli scambi in Borsa.
@Giovanni Il ribasso registrato nel corso del 2022 dalle azioni H&M (121,48 corone svedesi; Isin SE0000106270) è tutto sommato allineato a quello medio di altre catene di vendita. Le società hanno risentito dei lockdown in Cina e delle chiusure in Russia. Il nostro consiglio in un’ottica di lungo periodo non cambia. Acquista.
@Vittorio Non tutte le banche sono tenute a offrire l’accesso, tramite i servizi di trading online, agli stessi mercati borsistici. Così come sono libere di definire l’offerta commerciale in merito alle commissioni di compravendita. Per orientarti sulla banca migliore per te vai qui.
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