Le Borse e le tensioni a Taiwan

Un mondo di investimenti
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La visita a Taiwan della Speaker della Camera dei rappresentanti americana aveva fatto tremare le Borse: le minacce di attacchi militari e la possibilità di una nuova “guerra” commerciale tra Stati Uniti e Cina, con l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni di prodotti americani e cinesi, ha pesato sull’umore del mercato nella prima parte della settimana. La tensione però è durata ben poco: per ora non ci sono state contro-reazioni pesanti come si temeva da parte della Cina e le Borse mondiali hanno persino chiuso la settimana in rialzo dello 0,3%. In particolare, le principali azioni cinesi hanno archiviato un guadagno medio dello 0,5% mentre la Borsa americana ha guadagnato lo 0,4%.
A sostenere l’umore dei mercati ci sono stati tre fattori. Primo: la Cina non ha imposto sanzioni nei confronti dell’industria di semiconduttori di Taiwan. Si tratta di un settore fondamentale per tutto il mondo e limitazioni alle esportazioni di microchip avrebbero pesato sulle prospettive di crescita economica globale. Secondo: nonostante il rialzo dei tassi d’interesse, negli Stati Uniti il tessuto economico sembra restare forte, come dimostrato dal numero delle nuove assunzioni. Insomma, il costo del denaro più elevato non sembra far deragliare il treno economico degli Usa. Terzo: la stagione dei conti societari del secondo trimestre dell’anno volge al termine ed è stata una stagione complessivamente positiva. In particolare i conti hanno dimostrato un certo allentamento delle tensioni sulle catene di approvvigionamento, che ha fatto ulteriormente ben sperare per il futuro. Per conoscere su quali mercati ti consigliamo di investire in questa situazione vai qui.
Tra i settori migliori della settimana spicca, neanche a dirlo, quello dei semiconduttori, visto che per ora non si registrano rischi di una riduzione delle forniture da Taiwan: mediamente le azioni del settore hanno chiuso la settimana con un progresso del 2,9%. In questo contesto si sono distinte negativamente le Intel (35,39 Usd; Isin US4581401001) che hanno chiuso la settimana in calo del 2,5% per effetto della pubblicazione di dati trimestrali deludenti al punto di averci portato a cambiare il nostro consiglio sul titolo. Non è più da acquistare e trovi la nostra analisi qui. Si sono, invece, distinte in positivo le azioni Texas Instruments (184,3 Usd; Isin US8825081040), salite del 3% dopo la pubblicazione di risultati trimestrali al di sopra delle nostre aspettative, con ricavi e utili per azione in crescita rispettivamente del 14% e del 20%. La domanda è risultata particolarmente forte nei settori automobilistico e industriale, due importanti mercati di sbocco per il gruppo. Anche le previsioni per il trimestre in corso sono migliori del previsto. Abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime degli utili per azione per il 2022 e il 2023. Se hai le azioni puoi mantenerle.
Tra i settori peggiori della settimana troviamo, invece, quello energetico, con le azioni calate mediamente del 2,8%, Particolarmente negativo l’andamento delle azioni del settore petrolifero, con titoli come Exxon Mobil (88,45 Usd; Isin US30231G1022) e Chevron (153,64 Usd; Isin US1667641005) che hanno perso, rispettivamente, l’8,7% e il 6,2% per effetto della contrazione del prezzo del petrolio (quello di qualità brent ha ripiegato di quasi il 14% portandosi poco sotto i 95 dollari al barile). Si tratta di un calo abbastanza prevedibile dopo la forte corsa dei mesi scorsi, che non ci fa spaventare: se hai queste azioni in mano, mantienile.
Poco brillante anche il settore farmaceutico (-2,6%) trascinato al ribasso da due titoli. Il primo è stato Eli Lilly (301,32 Usd; Isin US5324571083) che ha ceduto l’8,6% dopo un secondo trimestre deludente a causa dei tagli dei prezzi dei trattamenti per il diabete e della concorrenza dei generici sul suo farmaco antitumorale Alimta. L’arrivo di cure promettenti contro l’Alzheimer e contro l’obesità ci consente, comunque, di rimanere ottimisti col consiglio: mantieni. Il secondo è stato Novo Nordisk (756 corone danesi; Isin DK0060534915), sceso dell’11,5% dopo che l’atteso rallentamento delle vendite del farmaco Wegovy si è dimostrato molto più pronunciato del previsto. Inoltre il gruppo ha pagato il perdurare dei problemi sul mercato dell’insulina, che risente dei tagli ai prezzi negli Usa e in Cina. Ci sono stati, però, anche dei motivi di speranza al punto che il gruppo si è spinto a migliorare le previsioni di vendite e di utile operativo per tutto il 2022. Noi abbiamo alzato le stime sugli utili per azione ma restiamo prudenti col consiglio: mantieni.
Bayer (53,86 euro; Isin DE000BAY0017): le vendite del gruppo sono aumentate del 9,6% (esclusi gli effetti valutari) nel 2° trimestre. Questa buona performance, ottenuta grazie a Crop Science (agricoltura) e ai prodotti sanitari senza prescrizione, consente a Bayer di aumentare le prospettive di vendita per il 2022. Le forti svalutazioni pesano, però, sull'utile per azione (risultato finale pari a -0,3 euro). Le azioni hanno chiuso la settimana in calo del 5,7%, ma per noi puoi ancora mantenerle.
Telefônica Brasil (8,83 Usd; Isin US87936R2058): i conti del 2° trimestre non hanno soddisfatto le nostre aspettative. Mentre il risultato industriale è cresciuto dell’8%, il forte aumento degli oneri finanziari, determinato dal maggiore indebitamento per l’acquisizione delle licenze 5G e per parte delle attività mobili dell'operatore brasiliano Oi, ha trascinato gli utili per azione al ribasso, in calo del 45%. Le azioni hanno comunque chiuso la settimana in rialzo dell’1,7% e restano da mantenere.
Michelin (27,54 euro; Isin FR001400AJ45): ha confermato le sue previsioni annuali dopo la pubblicazione di solidi risultati semestrali. Questi ultimi hanno confermato la capacità del produttore di pneumatici di trasferire in larga misura l’aumento dei costi sui propri prezzi di vendita. Una capacità resa possibile dal posizionamento su pneumatici di fascia alta (per suv, settore minerario, settore aeronautico). Le azioni hanno chiuso in rialzo dell’1,4% e restano da mantenere.
Variazioni settimanali su prezzi di riferimento alla chiusura del 5 agosto 2022
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