Hugo Boss resta un titolo interessante

Hugo Boss
Hugo Boss
L’inflazione elevata, lo spettro di una recessione alle porte, l’aumento dei costi delle materie prime e della logistica, hanno condizionato negativamente molte realtà del settore moda che hanno sofferto sia sul fronte dei ricavi, con una generale diminuzione delle vendite, sia per l’aumento dei costi. Hugo Boss (56,62 euro; Isin DE000A1PHFF7) rappresenta un’eccezione in questo panorama: il gruppo ha chiuso il 2022 con un aumento del 27% rispetto al 2021, l’utile industriale è cresciuto del 47% e l’utile per azione, sempre sullo stesso periodo, del 53%. Hugo Boss ha ottenuto questi buoni risultati anche grazie ai progressi nel piano in corso che ha lo scopo di ammodernare il gruppo e la sua immagine (Claim 5), il cui primo “gradino” riguarda lo svecchiamento del brand.
La strategia ‘Claim 5’ si basa su cinque pilastri: Boost Brands (Spingere i marchi), Product is King (Il prodotto è il re), Lead in Digital (Essere leader nel digitale), Rebalance Omnichannel (Riequilibrare l'omnicanale) e Organize for Growth (Organizzare per crescere). Attraverso questo piano il gruppo punta a ottenere risultati che lo facciano diventare uno dei primi 100 marchi al mondo.
L’utilizzo di influencer, la creazione di collezioni e campagne pubblicitarie dedicate a un pubblico più giovane ha giovato ai risultati del gruppo, che distribuirà un dividendo pari a 1 euro per azione, in crescita del 43% rispetto al 2021. Nonostante le incertezze economiche e sociopolitiche permangano anche per i prossimi mesi, il titolo, che ha risentito delle difficoltà attraversate dai mercati negli ultimi giorni, a questi prezzi resta interessante. Chi l’ha comprato al momento del nostro primo consiglio di acquisto, vedi n° 1491, oggi è in guadagno di circa il 7%.
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