La carissima estate del settore alimentare

Settore alimentare
Settore alimentare
Come vedi nel grafico qui in basso “20 anni di successi” il settore alimentare ha, in effetti, nel corso degli ultimi anni mostrato le sue qualità in Borsa: è stato capace di gestire meglio le crisi (vedi il ribasso più contenuto durante la crisi finanziaria della fine della prima decade degli anni 2000 dopo il fallimento della banca Lehman Brothers o il calo più moderato durante i primi mesi di scoppio della pandemia), ma è stato anche in grado di offrire buoni risultati nei momenti buoni dei mercati: il rimbalzo delle Borse mondiali dopo i primi mesi pandemici è stato più robusto di quello del settore alimentare, grazie alla spinta arrivata dai titoli tecnologici, ma nel complesso il bilancio del settore alimentare degli ultimi 20 anni resta migliore di quello generale delle Borse mondiali.
Questa capacità di “smussare” gli alti e bassi generali dei mercati fa sì che il settore sia considerato “difensivo”: una caratteristica che deriva dal fatto che l’alimentazione è uno dei bisogni primari dell’essere umano, non differibile anche nei momenti peggiori di crisi economica.
Attenzione, però: questo non significa che l’andamento del settore sia sempre positivo. Negli ultimi mesi il bilancio delle azioni del settore non è stato brillantissimo: vediamo nel dettaglio cosa è successo ad alcuni dei principali attori del settore.
20 anni di successi
Le azioni del settore alimentare (linea di colore blu; dati in euro e dividendi inclusi) negli ultimi anni hanno ottenuto un risultato nel complesso migliore di quello del resto delle azioni mondiali (linea verde). Il settore generale dei “beni necessari” (rappresentato dalla linea arancione), di cui gli alimentari sono una fetta importante, è stato subito dietro, come risultato, agli alimentari ed è su questo settore allargato dei “beni necessari” che ti consigliamo di investire grazie agli strumenti quotati sulla Borsa di Milano.
Il gigante mondiale delle bevande analcoliche è uno di quelli che ha mostrato i migliori risultati nell’ultimo periodo. Il gruppo, infatti, pur aumentando i prezzi di vendita di circa il 10%, è riuscito comunque a vedere i volumi di vendita salire dell’1%, fatto che ha portato il progresso complessivo del fatturato all’11%. La crescita dei volumi è sicuramente modesta, ma non scontata. Soprattutto, il gruppo è riuscito a fare tutto ciò mantenendo comunque una redditività elevata e ha rivisto un pochino al rialzo le sue previsioni di crescita dell’attività per il 2023, portandole a un intervallo compreso tra l’8% e il 9% (rispetto all’intervallo precedente stimato tra il 7% e l'8%). Le prospettive del gruppo, però, ci sembrano complessivamente correttamente valutate: se hai le azioni mantienile, se non le hai, non le acquistare ora.
Risultati più in chiaroscuro per il gigante mondiale della birra, che ha pagato gli effetti di una campagna pubblicitaria giudicata poco felice da una parte del pubblico americano e relativa al celebre marchio Bud Light, fino a questa campagna il principale marchio di birra nel mercato statunitense: il gruppo ha registrato un calo complessivo del fatturato in Nord America di circa il 9%, per effetto di un calo dei volumi di vendita di ben il 14%. Per fortuna il gruppo è presente anche in altri mercati e, soprattutto grazie al traino del Messico, è riuscito comunque a registrare una crescita dei ricavi del 7,2%. La redditività, però, soffre, diminuendo al 23,6% dei ricavi, complice l’effetto sfavorevole dei cambi in alcuni Paesi del Sud America e gli ingenti sforzi promozionali che il gruppo deve fare per sostenere i suoi diversi marchi di birra – a differenza di Coca-Cola, non ha un unico marchio globalmente dominante. Ciò nonostante, però, il gruppo mantiene l’obiettivo di una crescita del suo utile industriale (al netto di elementi straordinari) a medio termine compreso tra il 4% e l’8% annuo; obiettivo che conferma anche per il 2023. Nel complesso riteniamo che le azioni siano correttamente valutate: se le hai, al più, mantienile.
Passiamo a uno dei colossi mondiali del cibo: la svizzera Nestlé ha chiuso il trimestre con una crescita “organica” (significa a perimetro aziendale comparabile) del fatturato dell’8%, ma solo grazie alla crescita dei prezzi di vendita. Non è riuscita, infatti, a evitare un nuovo calo dei volumi dell’1,1%, un dato peggiore rispetto al -0,5% del primo trimestre ma migliore del -2,6% del quarto trimestre 2022. L’aumento dei prezzi del 9,1%, dopo quello del 9,8% nel primo trimestre, le consente comunque di prevedere una crescita dell’attività per il 2023 nella parte alta delle sue previsioni precedenti, ovvero di circa il 9%, difendendo una redditività operativa tra il 17% e il 17,5%. È frutto anche del buon andamento dei prodotti di alta gamma. Anche in questo caso le azioni sono correttamente valutate: se le hai mantienile, altrimenti non è il momento di acquistarle.
Anche il colosso francese del settore caseario ha mostrato dati in chiaroscuro. Il gruppo ha dovuto alzare i prezzi del 8,7%, a cui, però, è corrisposto un calo dei volumi del 2,3%, in parte legato anche alla riorganizzazione in corso. Il gruppo riesce comunque a mantenere gli obiettivi per il 2023: crescita dell’attività tra il 4% e il 6% e una redditività industriale intorno al 12% (è, però, bassa). Il gruppo spera di aumentare gradualmente questa modesta redditività nei prossimi anni, rafforzando, allo stesso tempo, la sua capacità di innovazione. Non è impossibile, ma è difficile – e il recente peggioramento dei risultati nella divisione nutrizione specializzata non lascia ben sperare. Se hai le azioni, vendile.
Chiudiamo questa rassegna con una società importante del settore alimentare, specializzata nel mercato nordamericano. Anche in questo caso i risultati del secondo trimestre presentano luci e ombre: il gruppo ha dovuto aumentare ancora i prezzi di vendita (+11%) per far fronte alla crescita dei propri costi, ma così facendo ha dovuto registrare una diminuzione dei volumi venduti (-7%). In ogni caso, il gruppo è riuscito a preservare la sua redditività, con un margine operativo (rapporto tra utili industriali e ricavi) del 20,5%, persino in rialzo rispetto al 17,9% del secondo trimestre del 2022. Grazie a questo risultato, il gruppo ha confermato gli obiettivi per l’intero anno 2023, compresa una crescita del fatturato tra il 4% e il 6% e un aumento dell’utile industriale tra il 4% e il 6%. Secondo noi le prospettive di questa società restano sottovalutate: puoi acquistare le Kraft Heinz sul listino del Nasdaq (Stati Uniti).
Per conoscere le nostre riflessioni sui conti trimestrali del colosso americano della carne Tyson Foods clicca qui.
Per conoscere quelli sul gigante del pollame francese Ldc clicca qui.
Come avrai potuto notare dalla rassegna di titoli fatta in precedenza, le società del settore alimentare si trovano, in generale, in una fase delicata: devono cercare di difendersi dall’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, tramite l’incremento dei prezzi di vendita dei propri prodotti, senza perdere troppe quote di mercato. Una speranza comune a tutti questi gruppi è vedere finalmente un rallentamento dell’inflazione, soprattutto in Europa. In caso contrario, i volumi potrebbero subire un impatto più consistente, con i consumatori che potrebbero abbandonare le grandi marche a favore di prodotti meno costosi. Nel complesso ai prezzi attuali tali prospettive sembrano genericamente correttamente scontate dal mercato. Non possiamo, però, ignorare le virtù difensive di questo settore e, in generale, di quello dei cosiddetti “beni necessari”, che comprende, oltre ai beni alimentari, per esempio anche i servizi e prodotti farmaceutici.
Al di là degli investimenti su singole azioni meritevoli, come le suddette Kraft Heinz, per un investimento generale su un settore “difensivo” consigliamo di acquistare l’Etf Xtrackers Msci world consumer staples (41,425 euro; Isin IE00BM67HN09), che punta proprio in generale sui “beni necessari” (il settore alimentare pesa per circa il 50%). Si compra facilmente sulla Borsa di Milano (dove, invece, non ci sono prodotti che permettono di puntare sul settore alimentare mondiale) e rispetto al solo settore alimentare ha indicatori di convenienza nel complesso lievemente migliori.
Prezzi valutazioni e consigli alla chiusura del 9 agosto 2023
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