Un risultato positivo: la settimana delle Borse

La settimana delle Borse
La settimana delle Borse
È stata una settimana ricca di notizie in chiaroscuro. Tutto è iniziato col fallimento del colosso immobiliare cinese Evergrande: pur avendo un ovvio impatto negativo sul listino di Hong Kong, la notizia è stata in qualche modo accolta senza panico, nella convinzione che questo possa spingere ancora di più le Autorità cinesi a intervenire per sostenere l’economia.
Poi sono arrivati i dati sulla ricchezza in Europa: la crescita di fatto non c’è – e la Germania soffre – ma i risultati nel complesso sono stati migliori delle attese. A seguire c’è stata l’attesa riunione delle Banca centrale Usa, che ha smorzato ulteriormente le speranze di chi si aspettava una riduzione dei tassi d’interesse a marzo. Anche in questo caso, però, la notizia deludente non ha generato panico, complici i dati che continuano a dimostrare la forza dei consumatori a stelle e strisce anche in uno scenario di tassi d’interesse elevati.
Infine, a condizionare le Borse, c’è stata la stagione dei conti trimestrali che è entrata nel vivo: nonostante risultati mediamente migliori delle attese, qualche delusione non è mancata. In questo contesto, confermiamo le nostre strategie d’investimento; puoi trovare quella più adatta a te cliccando qui.
Ecco l’andamento della settimana per le Borse consigliate (prima in valuta locale e poi in euro).
Australia: +1,9%; +1,4%
Canada: -0,1%; +0,4%
Cina: -3,1%; -2,5%
Corea: +5,5%; +7,2%
Giappone: +1,1%; +1,6%
Indonesia: +1,5%; +3,1%
Messico: +2,4%; +3,1%
Regno Unito: -0,3%; -0,2%
Stati Uniti: +1,4%; +2%
Svizzera: -1,3%; -1,1%
Non mancano le preoccupazioni dettate dal peggioramento della situazione in Medio Oriente: dall’attacco in Giordania a una base militare Usa, alle difficoltà delle petroliere nel Mar Rosso a cui si è aggiunta la decisione dell’Arabia Saudita di non aumentare l’attività delle proprie trivelle. Ciò nonostante, il prezzo del petrolio di qualità brent continua a oscillare in un intorno degli 80 dollari al barile (-0,5% in settimana a 81,5 Usd).
Primo: la domanda di energia sembra languire – l’impatto dei nuovi stimoli cinesi è da verificare e va sommata alla debolezza delle attività industriali in altri Paesi. Secondo: le grandi compagnie Usa sono tornate a investire in progetti di estrazione petrolifera nonostante la transizione energetica. Nei prossimi anni è, dunque, atteso un aumento dell’offerta di greggio.
In questa situazione, e in assenza (si spera) di un’estensione del conflitto, è probabile che i prezzi del greggio continuino a oscillare sui valori attuali, prospettiva non negativa per le azioni del settore petrolifero, ma nemmeno troppo esaltante: non ci investirci ora (al più da mantenere; -1,4% in settimana).
Rialzo dell’1,7% per le azioni Shell (29,27 euro; Isin GB00BP6MXD84) dopo la decisione di alzare del 4% il dividendo per il 4° trimestre e di varare acquisti di azioni proprie per 3,5 miliardi di Usd nel trimestre in corso. L’utile del 4° trimestre è salito, ma la liquidità generata dall’operatività del gruppo è in calo e le attività chimiche risentono di un calo della domanda che potrebbe continuare nel 2024. Riduciamo le stime per l’utile per azione 2024 da 3,8 a 3,7 euro. Mantieni.
Non tutti i risultati del settore bancario sono stati positivi, tanto che, in media, le azioni europee del settore hanno chiuso a -0,9%.
Tracollo del 10,4% per le azioni BNP Paribas (56,06 euro; Isin FR0000131104) dopo conti inferiori alle attese a causa delle difficoltà incontrate nei settori del credito al consumo e dell’immobiliare e la riduzione delle attese di crescita. Si tratta, però, di una limatura e i costi sono sotto controllo, tanto che il gruppo annuncia riacquisti di azioni proprie e un dividendo più alto del previsto. Inoltre, disponendo anche dei proventi della vendita di beni negli Usa, può realizzare delle acquisizioni. Se hai le azioni, puoi mantenerle.
Da notare, però, il +10,8% della spagnola BBVA (8,96 euro; Isin ES0113211835), da qualche tempo sbarcata anche in Italia. Il gruppo ha chiuso il 2023 con un utile in crescita di ben il 31% annuo (a 1,28 euro per azione): se il Messico, il suo mercato principale (55% degli utili), continua a ben progredire (+28%), il Paese che si è comportato meglio è stata la Spagna (29% degli utili; +64%), che ha beneficiato più degli altri mercati dell’aumento dei tassi d’interesse. Sono risultati rilevanti, ma tutto sommato allineati alle nostre aspettative. Confermiamo le attese per una piccola flessione dell’utile nel 2024 a 1,20 euro per azione: il titolo è, al più, da mantenere.
All’inizio della nuova settimana si registra, invece, il balzo di Unicredit (26,67 euro; Isin IT0005239360) dopo conti trimestrali superiori alle attese, la promessa di generosi dividendi e l’ottimismo per il 2024. Torneremo a parlarne più nel dettaglio, ma il consiglio è confermato: vendi.
Anche nel settore tecnologico non tutto è andato bene. Se da un lato c’è stata la fiammata di Meta Platforms (474,99 Usd; Isin US30303M1027) che ha guadagnato ben il 20,5% (mantieni), dall’altra c’è stato l’andamento non eccezionale di Microsoft (411,22 Usd; Isin US5949181045): nell’ultimo trimestre del 2023 il gruppo ha mostrato impressionanti risultati di crescita, sia dal punto di vista dei ricavi (+18%), sia dal punto di vista degli utili (+34%), ma le azioni hanno archiviato un rialzo limitato all’1,8%.
Come mai? Il gruppo punta molto sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma le recenti polemiche sull’utilizzo di tale tecnologia (vedi il caso di Taylor Swift), nonché il rischio che siano necessari investimenti superiori al previsto per le sue applicazioni, hanno un po’ frenato in settimana l’interesse del mercato.
Noi, però, crediamo che siano timori eccessivi e Microsoft ha una solidità finanziaria tale da continuare a investire nel settore, restando leader di questa tecnologia, e continuare a crescere (atteso un aumento del fatturato del 14,5% nel trimestre in corso).
Microsoft ha cambiato pelle negli anni: le attività di intelligence cloud pesano ormai per il 42% del fatturato e continuano a trainare i risultati grazie alla crescita del 30% dei ricavi dalla piattaforma Azure. Grazie a questa attività molto redditizia, il margine industriale (rapporto tra utili industriali e fatturato) è salito al 43,6% dal 38,7% di un anno fa. Alziamo le stime sull’utile per azione 2023/24 (termina il 30/6) a 11,7 Usd (13 Usd per il 2024/25). Acquista.
@Andrea Il 29 gennaio la società britannica Mondi (1.367,5 pence) ha staccato un dividendo straordinario e ha effettuato un’operazione di raggruppamento azionario: ogni 11 azioni che avevi, ne hai ora 10 (le frazioni dovrebbero esserti state liquidate dalla banca) e il codice Isin delle azioni è cambiato da GB00B1CRLC47 a GB00BMWC6P49.
@Gianni Poco dopo la nostra analisi (vedi n° 1543), l’Etf Procure Space (4,019 euro; Isin IE00BLH3CV30) ha annunciato la fusione nell’Etf Future of Defence (8,785 euro; Isin IE000OJ5TQP4): non è un bene perché cambia l’oggetto dell’investimento dallo Spazio alla Difesa – settore su cui non consigliamo di investire (vedi n° 1544).
@Vittorio Se hai l’Etf Procure Space (vedi risposta precedente), non ha senso accettare quote dell’Etf Future of Defence. Vendi le quote che hai dell’Etf Procure Space prima del 27 febbraio e col ricavato compra quote dell’Etf VanEck Space Innovators (20,135 euro; Isin IE000YU9K6K2) – anche questo investe sui titoli dello Spazio e si compra a Piazza Affari.
Variazioni settimanali su prezzi al 02/02/24
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