Coursera non entusiasma i mercati…

Didattica a distanza
Didattica a distanza
“La startup che rivoluziona la didattica a distanza”: non era raro trovare online giudizi di questo tenore su Coursera, piattaforma che propone corsi universitari e certificazioni aziendali, fruibili a distanza in qualsiasi momento e da qualsiasi Paese, con la possibilità di ottenere titoli accademici, superando barriere economiche e spazio-temporali.
Il periodo della pandemia, con tutte le difficoltà legate alla socializzazione, ha aiutato moltissimo la crescita della didattica e distanza, per la quale c’è stato un vero e proprio boom destinato, inevitabilmente, a ridimensionarsi in seguito al ritorno a una piena socialità. Coursera, nel tempo, ha continuato ad espandere la propria attività, lavorando sia sul catalogo dei corsi, sia sul riconoscimento – uno degli scogli maggiori per il successo della didattica a distanza è proprio questo, l’impossibilità di “spendere” il titolo conseguito ne diminuisce molto l’attrattività -, sia sul problema linguistico.
In origine i corsi erano erogati solo in inglese, nel corso del tempo sono stati affiancati da sottotitoli in diverse lingue (secondo la società arrivano a 21 diverse). Il risultato di tutte queste iniziative si è concretizzato in ricavi in crescita pressoché costante (nel 1° trimestre 2024 sono aumentati del 15% rispetto allo stesso periodo del 2023). In particolare, in questo periodo sono cresciuti gli utenti paganti nel mondo – è possibile seguire alcuni corsi gratuitamente, ma per l’ottenimento della certificazione è necessario essere utenti.
Il prezzo di carico è il prezzo di acquisto di un titolo più le commissioni pagate. Se gli acquisti sono stati diversi nel tempo, abbiamo un prezzo medio di carico, che è appunto la media dei prezzi di acquisto.
L’aumento dei costi legato alle nuove funzionalità e gli investimenti nell’intelligenza artificiale ne hanno condizionato negativamente i conti della società, che ha chiuso il 1° trimestre 2024 con una perdita per azione di 0,14 dollari Usa (in diminuzione, comunque, rispetto alla perdita di 0,22 dollari Usa per azione dello stesso periodo del 2023).
A scontentare i mercati, oltre alla mancanza di dividendo, è in particolare la deludente espansione di Coursera nel suo mercato d’elezione, considerato il più importante dagli investitori, quello nordamericano (la società ha anche rivisto al ribasso le stime di crescita dei ricavi, nel 2024, per la sola America del Nord). Nonostante le rassicurazioni da parte della società, che ha confermato una stima di crescita complessiva dei ricavi del 2024 del 10%, il titolo (6,7 dollari Usa; Isin US22266M1045) continua a scendere.
Dal momento del nostro primo consiglio speculativo – vedi n° 1427 – il titolo è in perdita di oltre il 70%: indubbiamente la didattica a distanza continuerà a essere importante nei prossimi anni e Coursera, con la sua esperienza, si presenta ben attrezzata per recuperare terreno, posto che inizia a cambiare passo nella gestione dei costi. Se hai scommesso sulla società al momento del primo consiglio e hai seguito il nostro suggerimento di mantenere il titolo in portafoglio, ti consigliamo di continuare a farlo, senza, in questo momento, cedere alla tentazione di acquistare altri titoli per mediare sul presso di carico.
Se non lo hai fatto in passato, almeno per il momento, in attesa di nuovi risultati, ti consigliamo di non acquistarlo.
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