La settimana delle Borse: doccia fredda dalla Fed

settimana delle borse 1587
settimana delle borse 1587
In un clima ancora acceso sui mercati, nonostante l’avvicinarsi della fine dell’anno, le notizie arrivate dalla riunione della Fed hanno gelato i mercati. Il taglio dei tassi dello 0,25% rientra ampiamente nelle previsioni – anche noi ve ne abbiamo parlato più volte – ma le prospettive delineate dalla Banca centrale Usa per il prossimo anno sono decisamente meno confortanti di quelle che il mercato si aspettava. In estrema sintesi, quello che ha zavorrato i mercati sono le dichiarazioni su un’inflazione più resistente del previsto e la conseguente prospettiva di soli due tagli dei tassi ufficiali nel 2025, a fronte dei quattro su cui, finora, puntavano i pronostici.
A tutto questo si aggiunge un’economia europea ancora titubante e che fatica a trovare la via della crescita, mentre la Cina alterna segnali di stabilizzazione ad altri più deludenti. Ultimo ingrediente del mix è un’elevata volatilità, complice anche la giornata “delle quattro streghe” – la contemporanea scadenza di future e opzioni. Il risultato è un bilancio in rosso non solo per Wall Street, ma per tutte le principali Borse mondiali.
A livello settoriale, considerato anche il rialzo dei tassi Usa dopo le notizie sulla Fed, non stupisce più di tanto il passo indietro del settore tecnologico e di un po’ tutte le società di questo comparto che fanno parte della nostra selezione. Al momento, però, non vediamo motivi per modificare i nostri consigli su questi titoli, che sono perciò confermati.
Non va meglio ai settori più “tradizionali”, come quello delle materie prime: per esempio ArcelorMittal (22,46 euro, Isin LU1598757687, mantieni) chiude la settimana con un deciso passo indietro sulla scia dell’intero settore dell’acciaio. Quest’ultimo, a sua volta, è stato provocato dalla riduzione degli obiettivi da parte di Nucor, principale produttore di acciaio negli Stati Uniti, che ha dovuto ridimensionare le proprie aspettative sul futuro a causa di cali sia nei volumi, sia nei prezzi di vendita, e questo ha condizionato anche la visione degli investitori sui concorrenti.
Restando nell’orbita delle materie prime, anche il petrolio si aggiunge all’elenco dei cali della settimana. Ne fa le spese anche Shell (29,35 euro, Isin GB00BP6MXD84) nonostante abbia ottenuto il via libera delle Autorità nigeriane per vendere le sue attività onshore (su terraferma) in Nigeria.
Shell si ritira quindi del tutto dall'esplorazione terrestre in questo Paese, che considera troppo instabile (violenza, pressioni ambientali…). Mantiene, tuttavia, le sue attività offshore (in acque profonde) in Nigeria. Ai prezzi attuali, l’azione resta correttamente valutata. Mantieni.
Segno meno anche per il settore farmaceutico, ma in questo caso il bilancio negativo nasconde andamenti fortemente contrastanti.
Partendo dalle buone notizie, i risultati di uno studio di fase intermedia sono positivi per il Duvakitug, il trattamento contro la colite ulcerosa e il morbo di Crohn sviluppato da Teva Pharmaceutical (21,31 Usd, Isin US8816242098) insieme alla francese Sanofi (91,5 euro, Isin FR0000120578). Questo prodotto potrebbe diventare un importante trattamento contro le malattie infiammatorie intestinali e raggiungere vendite che potrebbero raggiungere 5 miliardi di euro l'anno. Si tratta, comunque, di risultati che devono ancora essere confermati da uno studio clinico di fase finale. I nostri consigli sui due titoli non cambiano: mantieni Teva e acquista Sanofi.
Passando a Novo Nordisk (743,2 dkk, Isin DK0062498333), la settimana era partita bene con la previsione di investire 1,1 miliardi di euro in un nuovo sito produttivo in Danimarca per la fabbricazione di prodotti nel campo delle malattie rare. Inoltre, il gruppo, dopo aver ricevuto il via libera di tutte le Autorità competenti, ha appena perfezionato l'acquisto di tre stabilimenti dall'americana Catalent. Nella giornata di venerdì, tuttavia, sono arrivate notizie deludenti sul suo farmaco Cagrisegma: in una sperimentazione in fase avanzata, il farmaco ha aiutato i pazienti a ottenere una perdita di peso superiore del 22,7% rispetto alla semaglutide, al di sotto del 25% previsto. Il tonfo del titolo nella giornata di venerdì 20 dicembre orbita intorno al 20%: mantieni il titolo, ma continua a seguirci per restare aggiornato
@Augusto Il dividendo di 3,9 pence lordi di Sainsbury (271,4 pence, Isin GB00B019KW72) è stato staccato il 14 novembre, ma è normale che tu non l’abbia ancora ricevuto: la data di pagamento è il 20 dicembre. Ricorda, comunque, che il consiglio sul titolo è vendi.
@Luca Il mercato di quotazione di Syensqo (70,62 euro, Isin BE0974464977) è la Borsa di Bruxelles. Se la tua banca non ti dà accesso a questo mercato, nella nostra selezione di azioni trovi comunque molti altri titoli di cui consigliamo l’acquisto.
@Michele Il modo migliore per non perderti le notizie sulle azioni che hai in portafoglio è attivare il servizio di alert (la campanella in alto a destra nell’home page). In questo modo, riceverai una mail ogni volta che sul sito ci sono nuove analisi.
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