La settimana delle Borse: il caos sui dazi fa da protagonista

settimana delle Borse 1602
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Parlare di svolte o di giri di boa, per l’andamento delle Borse nella scorsa settimana, sarebbe a dir poco riduttivo. Quello che i mercati hanno vissuto è stato, invece, una serie di vere e proprie inversioni a u sul tema dei dazi. Prima l’approccio aggressivo, con i dazi degli Usa nei confronti del resto del mondo che hanno affossato le Borse a inizio settimana. Poi la sospensione dei dazi per 90 giorni, a metà settimana, che ha scatenato una vera e propria euforia sui listini. Poi ancora la notizia che la sospensione non riguarda i dazi sulla Cina, che restano in vigore e anzi sono stati alzati su entrambe le sponde, con Washington che è arrivata all’astronomica percentuale di dazi al 145% sulla Cina e Pechino che ha risposto colpo su colpo, alzando a ogni annuncio anche la percentuale di dazi applicati a sua volta sugli Usa. Poi ancora la notizia, nel fine settimana, secondo cui pc e smartphone sono stati “graziati” dai dazi Usa nei confronti della Cina e restano al 20%, anziché al 145%. E all’inizio di questa settimana, tutto sembra di nuovo essere messo in discussione, sia sul fronte dei dazi nei confronti della Cina sia sul fronte della sospensione dei dazi nei confronti del resto del mondo, ribadendo ancora una volta che lo stop è temporaneo e quindi, di fatto, tenendo alta la minaccia di un’escalation in questa guerra commerciale senza precedenti. Insomma più che svolte, veri tornanti alpini. Il risultato di tutto questo è che Wall Street, con il balzo di metà settimana, strappa un bilancio settimanale positivo (+5,7% l’indice S&P500) e ancora di più il Nasdaq, con un +7,3%, mentre alle Borse dell’eurozona il brindisi infrasettimanale non è bastato a evitare un -1,9%. Quanto alla Borsa cinese, il batti e ribatti sui dazi con gli Usa ha portato a un -8,1% settimanale.
Inevitabilmente, nei prossimi giorni le Borse continueranno a subire gli sbalzi d’umore nelle trattative sui dazi, ma a rendere più complesso il quadro arriveranno anche altri due elementi. Il primo è la riunione della Bce, che per quanto dovrebbe portare a un taglio dei tassi dato ormai per scontato sarà comunque l’occasione per cercare di capire l’orientamento della Banca centrale per le mosse successive. Il secondo è l’inizio della stagione della pubblicazione dei dati trimestrali, che daranno una fotografia di come questo quadro complesso stia impattando sui conti delle società.
Un po’ perché più volatile della media, un po’ perché protagonista del balletto tra imposizioni e (soprattutto) sospensioni dei dazi, il settore tecnologico chiude con un brillante +5,3% per il comparto dei software e addirittura un +11,8% per quello dei semiconduttori. Nvidia (110,93 Usd, Isin US67066G1040; mantieni) si aggiudica il balzo più consistente della settimana tra i titoli della nostra selezione, ma è tallonata da vicino da altre due azioni. La prima è Anglo American (1952,80 pence; Isin GB00B1XZS820), che dopo il +14,2% settimanale è da mantenere (vedi qui per il cambio di consiglio su Anglo American). La seconda è Walmart (92,8 Usd, Isin US9311421039) con un +11,6% settimanale che va ben oltre il +5% del settore distribuzione nel suo complesso. Il fatto che il gruppo abbia confermato le previsioni per l’esercizio in corso, nonostante i dazi, è stato apprezzato dal mercato. Il colosso americano dei supermercati ha, infatti, ribadito le sue previsioni, già prudenti, per l’esercizio 2025/26 e sembra disposto a farsi carico direttamente dei dazi statunitensi sulle importazioni, in modo da mantenere bassi i prezzi di vendita e strappare così quote di mercato ai concorrenti, anche se ciò andrà a scapito dei suoi margini. Mantieni.
Al contrario del settore tecnologico, l’incognita dazi continua a pesare sul settore farmaceutico, di cui ti parliamo anche nell'analisi su dazi e settori e che chiude la settimana con un -2,8% medio. Tra i singoli titoli, poi, ci sono cali anche più pesanti, come il -6,6% di Sanofi (89,62 euro, Isin FR0000120578) nonostante i risultati clinici del Tolebrutinib siano rassicuranti. Questo promettente trattamento per la sclerosi multipla sarà esaminato in via prioritaria da parte delle Autorità sanitarie negli Stati Uniti, con una decisione prevista già per settembre 2025. In Europa, la decisione è attesa nel 1° trimestre del 2026. Intanto, a fine marzo, il trattamento per l'emofilia Fitusiran di Sanofi (nome commerciale Qfitlia) ha ricevuto il via libera negli Stati Uniti. Considerati questi risultati nell’attività, il calo di questa settimana è da attribuire, secondo noi, più al contesto di mercato che a notizie legate alla società, motivo che ci porta a ritenere che, a questi prezzi, l’azione sia sottovalutata. Ribadiamo il nostro consiglio: acquista.
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